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d_gilmour
Ciao, sono un fotografo professionista che tempo fa, nel 1982, decise di studiare seriamente fotografia...
Due semestri alla Parson School of Design e mezzo alla Cooper Union tutte e due a New York.
Lavorato con un buon numero di fotografi come assistente e pure come stampatore B&W...
Il tutto a livelli medio alti.
Ora son passati 26 anni e vivo di fotografia e da circa 10 mi son dedicato all'apprendimento del digitale ma continuo ad avere i miei dubbi....
C'è qualcuno che mi spiega perchè in questo paese, con tutta la storia, l'arte, le televisioni, provinciali e regionale, internet ,riviste, ect. la fotografia non è insegnata alle università come succede nel resto del mondo e nemmeno divulgata?
Perchè poter studiare pittura e non fotografia nelle accademie delle belle arti?
e sempre secondo voi è possibile imparare da autodidatta senza perdersi per strada?
Essendo un linguaggio, la guida di un insegnante competente è o non è necessaria in fotografia?
e sempre secondo voi chi sono i migliori rappresentanti della fotografia Italiana nel mondo?
e perchè?

Ciao
cosimo.camarda
la sua è un'ottima osservazione, in Italia ci sono devi corsi organizzati da alcuni professionisti del settore, a mio avviso bisognerebbe creare un movimento e le due parti pubblico e privato si dovrebbero avvicinare.
manis
QUOTE(d_gilmour @ Sep 12 2008, 12:52 AM) *
C'è qualcuno che mi spiega perchè in questo paese, con tutta la storia, l'arte, le televisioni, provinciali e regionale, internet ,riviste, ect. la fotografia non è insegnata alle università come succede nel resto del mondo e nemmeno divulgata?
Perchè poter studiare pittura e non fotografia nelle accademie delle belle arti?

Credo che questo sia dovuto alla combinazione di un eccesso di storia presente nel nostro paese sommato ad un cronico atteggiamento provinciale. In un paese più giovane come gli Stati Uniti senza una storia alle spalle, la fotografia si è trovata a combattere ad armi pari con le altre forme di linguaggio (visivo e non) e questo le ha permesso di sviluppare più facilmente una propria identità. La stessa cosa è accaduta ad esempio in Francia, che è vero che ha una cultura storica altrettanto lunga e radicata quanto l'Italia, ma è sempre stata meno provinciale e più aperta. Infatti oltralpe la fotografia ha pari dignità rispetto alle altre forme artistiche comunicative (pittura, scultura, letteratura, ecc.).
QUOTE(d_gilmour @ Sep 12 2008, 12:52 AM) *
e sempre secondo voi è possibile imparare da autodidatta senza perdersi per strada?
Essendo un linguaggio, la guida di un insegnante competente è o non è necessaria in fotografia?

E' possibile, ma difficile. Il rischio di perdersi per strada è alto soprattutto oggigiorno che siamo bombardati da una miriade di informazioni fra le quali non è facile selezionare ciò che è utile. Le rare persone dotate di un talento innato possono camminare e fare il loro percorso da sole, ma per la stragande maggioranza dei mortali la guida di un insegnante competente o almeno il confronto con persone davvero capaci è molto utile, se non indispensabile.
QUOTE(d_gilmour @ Sep 12 2008, 12:52 AM) *
e sempre secondo voi chi sono i migliori rappresentanti della fotografia Italiana nel mondo?
e perchè?

Ne esistonono molti. I migliori di sempre o solo attuali ? Di qualunque tipo di fotografia ?

Ciao,

Fabrizio
d_gilmour

Ne esistonono molti. I migliori di sempre o solo attuali ? Di qualunque tipo di fotografia ?

Ciao,

Fabrizio
[/quote]

Ne conosco tanti anch'io ma tutti legati alla publicità e moda + i mostri sacri... mi piacerebbe conoscere quelli che secondo voi sono rappresentativi o anche quelli che più vi piacciono non importa di che tipologia...
_Led_
QUOTE(d_gilmour @ Sep 12 2008, 12:52 AM) *
...
C'è qualcuno che mi spiega perchè in questo paese, con tutta la storia, l'arte, le televisioni, provinciali e regionale, internet ,riviste, ect. la fotografia non è insegnata alle università come succede nel resto del mondo e nemmeno divulgata?
...


Croce, Benedetto Croce.

Purtroppo.
d_gilmour
QUOTE(_Led_ @ Sep 13 2008, 08:16 AM) *
Croce, Benedetto Croce.

Purtroppo.



... eccolo qui il primo...
Quando e come è stato in grado di far sto scempio?

Grazie


Ps. chi conosce una fotografa Siciliana di nome "Letizia Battaglia"... ho visto un doc. su National Geographic... Straordianaria.... meglio del suo conterraneo Ferdinanda Scianna.
brata
Faccio notare che non solo Croce è passato di moda da un pezzo, ma è ormai passato di moda (da un pezzo) anche il dare la colpa a Croce per ogni cosa che si ritiene non vada bene nella cultura e nell'università dell'Italia di oggi.

Siete tanto sicuri che non si insegni fotografia in nessuna accademia italiana? Io non sarei neppure tanto sicuro che non si insegni la tecnica fotografica nelle università. Sono sicurissimo che vi sono corsi universitari sulla fotografia (non intendo solo la storia della fotografia).
davidebaroni
Beh, io non lo so, se si insegni o no fotografia nelle Università italiane.
E onestamente non me ne importa poi tanto. biggrin.gif

Prima che vi vengano un sacco di dubbi sul mio stato mentale, sarà meglio che chiarisca il mio "pensiero".

Per me, TUTTO l'apprendimento è auto-apprendimento. E questo perché, come diceva Aldous Huxley, "L'esperienza non é quello che ti succede, ma quello che te ne fai di quello che ti succede".
Puoi frequentare il miglior Corso possibile, con i migliori insegnanti... se TU non sei disponibile ad imparare, non impari. Punto.
L'ho visto succedere troppe volte, in troppi campi. smile.gif

E comunque mi rimangono una serie di dubbi, su ciò che viene insegnato e come.

Per esempio... A-pelle dice giustissimamente che la fotografia è un linguaggio. Bene... Ma il linguaggio non è fatto soltanto di parole, anzi! smile.gif
Per diventare un attore, non basta imparare l'italiano (o la lingua in cui si reciterà), anche se aiuta. Occorre imparare la modulazione della voce. E la modulazione del corpo. E la mimica facciale. E le "leggi" dell'espressività corporea come comunicazione. E le leggi della comunicazione in quanto tale, che valgono per TUTTE le forme di comunicazione.

Chi le insegna, le leggi della comunicazione, le sue dinamiche, la sua modulazione, come funziona? Chi le insegna agli aspiranti fotografi?
Nel caso della fotografia, si lavora sul "canale" della visione, sul senso della vista.
C'é qualcuno che si preoccupa di insegnare, ESPERENZIALMENTE, come funziona la percezione visiva? La neurologia dell'apparato visivo? I principi di organizzazione percettiva del campo visivo? Il "linguaggio" della comunicazione visiva? Qualcuno si preoccupa di far SPERIMENTARE agli aspiranti fotografi l'effetto percettivo ed emotivo della variazione delle proporzioni, della luminosità, del contrasto, del tipo di colore, delle dominanti, eccetera? Così che SAPPIANO cosa fanno, quando impostano uno scatto in un determinato modo? E così che SAPPIANO cosa fare, quando vogliono trasmettere una data sensazione/emozione/messaggio/quel che é?

Secondo me, ma é un'opinione del tutto personale, queste cose si imparano prevalentemente "da autodidatta"... andando a cercare le informazioni dove sono, raccogliendo spunti qui e là, mettendo insieme le cose con la propria testa e la propria esperienza.

Opinione personale, sia chiaro... come ho detto, non conosco i corsi di fotografia disponibili.
E quindi potrei anche essere totalmente fuori strada, e tutte queste cose essere già "coperte" dai percorsi di formazione esistenti.

Ma, non so perché, ne dubito. smile.gif

Ciao,
Davide
a_pelle
Per esempio... A-pelle dice giustissimamente che la fotografia è un linguaggio. Bene... Ma il linguaggio non è fatto soltanto di parole, anzi! smile.gif
Per diventare un attore, non basta imparare l'italiano (o la lingua in cui si reciterà), anche se aiuta. Occorre imparare la modulazione della voce. E la modulazione del corpo. E la mimica facciale. E le "leggi" dell'espressività corporea come comunicazione. E le leggi della comunicazione in quanto tale, che valgono per TUTTE le forme di comunicazione.



Ciao,
Davide...
[/quote]

Non ho capito bene quello che dici...
La tua Metafora fa acqua...
Anche il migliore degli attori ha dovuto imparare, prima di recitare, a leggere e, prima di leggere, l'alfabeto... una volta apprese le "basi" puoi far qualsiasi cosa... prima però...
"Fotografia" si applica anche al cinema e sopratutto alla televisione...
Dimmi che la Ns. televisione è paragonabile a quella francese o a quella inglese???
Una volta, quando, la TV era agli albori c'erano anche dei buoni programmi... le produzioni c'erano e la Rai riusciva anche a vendere i suoi programmi all'estero... Oggi dove si richiede professionalità a 360° nessuno li vuole più... chissa perchè.
Fotografia non è soltanto un mero click fatto con una Nikon...
In Italia si produce pochissimo e male... perchè?
L'istituto Geografico de Agostini, che dovrebbe esser per i fotografi pura manna, utiliza per le sue enciclopedie, foto di, in alcuni casi, di 10 e più anni fa... e di Gianni Berengo Gardin... quella della mia citta risale ancora agli anni 80... o le compra in America... foto dell'Italia comprate in America.
Eppure di fotografi ce ne sono... tantissimi sono autodidatti... riporto quello che hai scritto

"...Secondo me, ma é un'opinione del tutto personale, queste cose si imparano prevalentemente "da autodidatta"... andando a cercare le informazioni dove sono, raccogliendo spunti qui e là, mettendo insieme le cose con la propria testa e la propria esperienza."

Ma cosa impari se la strada presa è quella sbagliata? Si continua a progredire nello sbaglio...?

Un esempio? questo forum... ci sono degli argomenti in questa sezione interessantissimi espressi da "fior di Nikonisti" in modo sublime che vengono letti da 50/60 persone... mentre nella sezioni tecniche, dove gli argomenti sono pressochè elementari e alle volte sbagliati in parte, è pieno di visitatori...
Vuoi vedere che anche i neofiti pensano che la tecnica sia importantissima tanto da snobbare completamente le basi della fotografia?
Condivido un paio di punti che però non hanno attinenza con la fotografia, per il resto mi trovo ancora più convinto che la fotografia deve esser insegnata all'universita o in accademia...
Troppo importanti le aspettative commerciali di fotografie e/o programmi per esser scattate da incompetenti e/o improvvisati.

Ciao
a_pelle
QUOTE(brata @ Sep 13 2008, 11:31 AM) *
Faccio notare che non solo Croce è passato di moda da un pezzo, ma è ormai passato di moda (da un pezzo) anche il dare la colpa a Croce per ogni cosa che si ritiene non vada bene nella cultura e nell'università dell'Italia di oggi.

Siete tanto sicuri che non si insegni fotografia in nessuna accademia italiana? Io non sarei neppure tanto sicuro che non si insegni la tecnica fotografica nelle università. Sono sicurissimo che vi sono corsi universitari sulla fotografia (non intendo solo la storia della fotografia).



In Italia non esiste la Facoltà di Fotografia... PUNTO e BASTA...
In architettura si deve dare un esame di fotografia... questo è il massimo ottenibile dalle ns, facoltà.
Se poi Croce ha passatoo la mano a qualc'un'altro quello non lo so... di certo siamo in crisi.
davidebaroni
Spiacente, A_pelle, ma non stiamo parlando della stessa cosa. smile.gif
La comunicazione, in generale, ha dei precisi meccanismi. E NON li impari sui libri... o almeno, non solo sui libri. Il fatto stesso che tu non veda le similitudini strutturali, che tu non capisca l'importanza (o l'analogia fotografica) dei vari aspetti della "formazione dell'attore" di cui ho parlato, mi dice che non ne sei nemmeno consapevole. Niente di male, per carità... Sei in ottima e numerosa compagnia.
E' però la tua metafora a "fare acqua": se credi che basti conoscere un alfabeto, o aver imparato a leggere, per saper comunicare, sei sulla strada sbagliata. smile.gif Non sono quelle le "basi elementali" della comunicazione.
Nei miei seminari, faccio spesso fare un esercizio in cui le persone devono sostenere un dialogo in un linguaggio del tutto inventato... inventato sul momento, da uno di loro, il primo che inizia a parlare. Il suo interlocutore deve rispondere nello stesso linguaggio... e questo linguaggio non può avere "contenuti". Eppure le persone si spiegano benissimo... dopo un minimo di adattamento. biggrin.gif
La tecnica rende liberi, dice un fotografo che non citerò perché... non ne ricordo il nome. D'altra parte, non é importante sapere chi lo ha detto. Ma quello che dice é una sacrosanta verità.
La tecnica espressiva ti permette di comunicare più efficacemente e creativamente. Come quel personaggio che in una delle opere del grande Shakespeare dice la parola "No" con 16 diversi significati, dal no più assoluto al sì più incondizionato... eppure la parola è la stessa.
Come credi che lo faccia, l'attore? wink.gif
Ah, un'ultima cosa.
Conosco l'ambiente e i metodi di studio accademici. E non gli attribuisco un gran valore... Sono solo "nozioni", spesso apprese a memoria. E chissenefrega... Sono gli accademici che parlano di "regole" della fotografia, e si rifiutano di capire che, se la fotografia (come essi stessi dicono) è comunicazione, allora bisogna apprenderne il linguaggio, e che il linguaggio non è fatto solo di parole. Anzi.
Sarà per quello che tanti "accademici" sono mortalmente noiosi? biggrin.gif

Ciao,
Davide
PAS
QUOTE(twinsouls @ Sep 13 2008, 04:57 PM) *
Per me, TUTTO l'apprendimento è auto-apprendimento. E questo perché, come diceva Aldous Huxley, "L'esperienza non é quello che ti succede, ma quello che te ne fai di quello che ti succede".
Puoi frequentare il miglior Corso possibile, con i migliori insegnanti... se TU non sei disponibile ad imparare, non impari. Punto.
L'ho visto succedere troppe volte, in troppi campi. smile.gif


So di avventurarmi nel tuo campo professionale Davide e di farlo da dilettante, ma questa affermazione mi lascia perplesso.

Parrebbe quasi che l’insegnamento, inteso come trasferimento di conoscenza da un docente ad un allievo seguendo canoni didattici sia perfettamente inutile, in ogni campo.
Ovvio che, affinché la conoscenza sia trasferita in modo efficace, occorrano adeguate caratteristiche sia nella qualità della comunicazione che nella recettività dell’allievo.

Il percorso autodidattico vero e proprio (ovvero senza la partecipazione formale di un insegnante) ritengo invece sia successivo, si ponga spesso targets di eccellenza e si possa costruire efficacemente solo su basi culturali (e perché no, anche nozionistiche) consolidate da un precedente percorso didattico.

Ovvio ancora che esisteranno sempre cattivi insegnanti, come esisteranno cattivi allievi, ma non dovremmo generalizzare gettando il bambino assieme all’acqua sporca.

Mia opinione ovviamente.
smile.gif
davidebaroni
QUOTE(PAS @ Sep 17 2008, 07:31 PM) *
So di avventurarmi nel tuo campo professionale Davide e di farlo da dilettante, ma questa affermazione mi lascia perplesso.

Parrebbe quasi che l'insegnamento, inteso come trasferimento di conoscenza da un docente ad un allievo seguendo canoni didattici sia perfettamente inutile, in ogni campo.
Ovvio che, affinché la conoscenza sia trasferita in modo efficace, occorrano adeguate caratteristiche sia nella qualità della comunicazione che nella recettività dell'allievo.

Il percorso autodidattico vero e proprio (ovvero senza la partecipazione formale di un insegnante) ritengo invece sia successivo, si ponga spesso targets di eccellenza e si possa costruire efficacemente solo su basi culturali (e perché no, anche nozionistiche) consolidate da un precedente percorso didattico.

Ovvio ancora che esisteranno sempre cattivi insegnanti, come esisteranno cattivi allievi, ma non dovremmo generalizzare gettando il bambino assieme all'acqua sporca.

Mia opinione ovviamente.
smile.gif


Beh, Valerio... non sto dicendo che "l'insegnante è inutile". Sto dicendo che spetta all'allievo trarre il massimo dall'insegnamento, apprendere ATTIVAMENTE, farsi il mazzo per mettere in pratica, sperimentare, interiorizzare... e se possibile inventare, creare, superare il maestro. smile.gif

A parità di insegnante, su un gruppo di discenti diciamo di... 38 persone (quante ce n'erano, ad esempio, all'inizio del mio percorso formativo in psicoterapia), ci saranno sempre un certo numero di persone che magari nemmeno finiranno il percorso, altri che lo finiranno ma avranno appreso passivamente (e non avranno capito veramente, quindi dal mio punto di vista non avranno davvero "appreso", ma saranno magari in grado soltanto di ripetere pappagallescamente delle nozioni e delle formule... nel mio campo, quelli per cui il cliente che hanno davanti non è davvero una "persona", ma il 4° capoverso del 3° capitolo del tal libro di Carl Rogers... o la tal diagnosi del DSM IV), altri che avranno capito ed appreso in misura maggiore, e che in un certo grado avranno fatto di ciò che hanno appreso parte della loro vita... e anche qualcuno, solitamente pochi, che avranno appreso al punto da "padroneggiare l'arte", da comprendere in profondità i processi soggiacenti... o anche solo da poter vedere e sfruttare le connessioni, i collegamenti, e che saranno in grado di creare nuove combinazioni degli "elementi di base" articolandoli in nuovi processi, aprendo nuove strade. smile.gif
Questi ultimi sono quelli che si esercitano, attivamente ed indipendentemente; che cercano sempre e continuamente di andare oltre, di capire, che sperimentano. Quelli che non si accontentano di ciò che gli viene detto, ma lo mettono alla prova, lo sfidano, e apprendono dal risultato... anche quando devono "dar ragione" a ciò che gli viene detto, non lo hanno appreso "perché gli é stato insegnato", ma perché "loro lo hanno imparato".
Come nel vecchio detto Zen: "Qualcuno me l'ha mostrato, ed io l'ho trovato da solo!" smile.gif

Ecco, questo è "apprendimento", per me. Cogliere l'input dell'insegnante, o meglio ancora della vita, dell'esperienza, e metterlo sperimentalmente alla prova. Fare esperienza diretta di ciò che si apprende.

Spero di essermi spiegato meglio. smile.gif

Ciao,
Davide
PAS
QUOTE(twinsouls @ Sep 17 2008, 09:24 PM) *
...
Come nel vecchio detto Zen: "Qualcuno me l'ha mostrato, ed io l'ho trovato da solo!" smile.gif
...


Ottima sintesi, chiarissimo.
Ciao



a_pelle
QUOTE(twinsouls @ Sep 17 2008, 09:24 PM) *
Beh, Valerio... non sto dicendo che "l'insegnante è inutile". Sto dicendo che [i]spetta all'allievo trarre il massimo dall'insegnamento, apprendere ATTIVAMENTE, farsi il mazzo per mettere in pratica, sperimentare, interiorizzare... e se possibile inventare, creare, superare il maestro. smile.gif
A parità di insegnante, su un gruppo di discenti diciamo di... 38 persone (quante ce n'erano, ad esempio, all'inizio del mio percorso formativo in psicoterapia), ci saranno sempre un certo numero di persone che...
... o anche solo da poter vedere e sfruttare le connessioni, i collegamenti, e che saranno in grado di creare nuove combinazioni degli "elementi di base" articolandoli in nuovi processi, aprendo nuove strade. smile.gif
...... lo hanno appreso "perché gli é stato insegnato", ma perché "loro lo hanno imparato".
Come nel vecchio detto Zen: "Qualcuno me l'ha mostrato, ed io l'ho trovato da solo!" smile.gif

Ecco, questo è "apprendimento", per me. Cogliere l'input dell'insegnante, o meglio ancora della vita, dell'esperienza, e metterlo sperimentalmente alla prova. Fare esperienza diretta di ciò che si apprende.

Spero di essermi spiegato meglio. smile.gif[/i]

Ciao,
Davide


... non riesco a capire che diamine stai dicendo... wacko.gif
Da quello che leggo non hai fatto altro che ribadire che la fotografia deve esser insegnata...
Sei uno studioso di semantica/semiologia? con inclinazioni filosofiche e zen? Figata... piacere di conoscerti... (prima però ci dobbiamo chiarire)
Domanda personale...
Vado per metafora... Dall'alto della tua conoscenza... ora che sai tutte le regole del gioco... vuoi forse dirmi che non c'è stato qualcuno che "t'ha mostrato..." la via per arrivarci?
Ti riscrivo e ti rimando, con qualche riveduta, quello che m'hai scritto...

"La Fotografia (comunicazione), in generale, ha dei precisi meccanismi. E NON li impari sui libri... o almeno, non solo sui libri. Il fatto stesso che tu non veda le similitudini strutturali, che tu non capisca l'importanza (o l'analogia con la "lingua") dei vari aspetti della "formazione del fotografo" (di cui ho parlato...***) mi dice che non ne sei nemmeno consapevole. Niente di male, per carità... Sei in ottima e numerosa compagnia."

Diciamo la stessa cosa...

La mia "Fotografia" ha tutte quelle sfumature che tu m'hai descritto...

..."Chi le insegna, le leggi della comunicazione, le sue dinamiche, la sua modulazione, come funziona? Chi le insegna agli aspiranti fotografi?
Nel caso della fotografia, si lavora sul "canale" della visione, sul senso della vista.
C'é qualcuno che si preoccupa di insegnare, ESPERENZIALMENTE, come funziona la percezione visiva? La neurologia dell'apparato visivo? I principi di organizzazione percettiva del campo visivo? Il "linguaggio" della comunicazione visiva? Qualcuno si preoccupa di far SPERIMENTARE agli aspiranti fotografi l'effetto percettivo ed emotivo della variazione delle proporzioni, della luminosità, del contrasto, del tipo di colore, delle dominanti, eccetera? Così che SAPPIANO cosa fanno, quando impostano uno scatto in un determinato modo? E così che SAPPIANO cosa fare, quando vogliono trasmettere una data sensazione/emozione/messaggio/quel che é?"

E non e certo da autodidatti (come li intendo io) che li impari...
(Se poi, per autodidatta intendi un individuo che si spinge oltre l'insegnamento del docente... mi trovi d'accordo...)

***Ti posso solo dire che le prime lezioni sono state le più interessanti...
"Senza luce, non vedi!" La prefazione è durata circa 4 settimane... siamo partiti da quella che sembrava una battuta di scarso spirito accademico/educativo, a trattati di semantica, di semiologia, fisica, chimica, ottica, anatomia umana, neurologia (semplificata), filosofia, matematica, geometria e geometria solida (e se non ricordo male pure i logaritmi), psicologia, marketing, media, arte e similitudini con la pittura (sezione aurea ect)... ed era solo la prefazione...
Johannes Itten, Bertrand Russell, Mikel Dufrenne e Dino Formaggio, Ernst Gombrich Julian Hochberg Max Black solo per citarne alcuni che sicuramente conosci... (sai chi è J.Itten?) li abbiamo dovuti studiare e non erano/ sono testi " semplici"... (ricordo un certo J.J. Gibson... in uno di questi testi (Dufrenne /Formaggio o Ernst Gombrich... forse?) l'autore lo prendeva ad esempio... ma chi cavolo è sto J.J. Gibson mi chiedevo... James Jerome Gibson me lo sono dovuto andar a cercare da solo...per capire che cavolo voleva dire l'altro)
Il tutto condito da un esercizio straordinario... fotografar sedie con una macchina di plastica con un otturatore a molla.
Lascio a te valutare la qualità l'esercizio.

..."all'inizio del mio percorso formativo in psicoterapia" ci sarà stato "Qualcuno me l'ha mostrato, ed io l'ho trovato da solo!"
Per arrivare dove sei qualcuno t'ha "aperto le porte"... come è successo a me... e come me anche tu sei entrato da solo... qualche compagno di "viaggio" è rimasto in dietro altri m'hanno lasciato indietro o hanno scelto altre "porte"... ma il mio viaggio è cominciato con una "guida" ed è quella che ci deve essere stata anche alla tua partenza.

Sono d'accord con te che l'"Autodidatta" deve esser un individuo che ha fame di sapere...
"Fare esperienza diretta di ciò che si apprende." ma come ho detto e qui insisto, deve esserci una guida sotto forma di insegnante e/o docente.
Di coseguenza la fotografia deve esser insegnata all'universita o nelle accademie... Un linguaggio,
quello della fotografia, troppo importante per relegarlo in un angolino.

Quando ci si vede???

Ciao
Alberto
carlo.dainese
belle domande... me le sono poste anch'io. Le risposte non le ho, ma credo che i tempi siano maturi per il passo. Anche se non è detto che le Università-ora-imprese vedano il "business" dietro un corso di laurea di Fotografia. Mi vedo già più degli istituti privati (che del resto già esistono) che perseguono un Master post-laurea. Chissa!
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Due semestri alla Parson School of Design e mezzo alla Cooper Union tutte e due a New York.
Lavorato con un buon numero di fotografi come assistente e pure come stampatore B&W...
<<<
istituti di Design e praticantato. solo due semestri. non è comparabile nemmeno ad una laurea breve. Questo per dire che alla fine ci si aspetta o un background umanistico (lettere e filosofia) oppure uno umanistico-tecnico (architettuta). Quest'ultima almeno a venezia ha attivato il corso di design (non so però la fotografia che peso abbia nel corso di studi). Ecco il punto è forse che come preparazione male non farebbe una classica + una specializzazione data da alcuni esami "pratici" in stage presso studi/aziende del settore.
C'è chi però si accontenterebbe di più "polpa" e meno "sostanza" e vorrebbe solo un corso breve e finalizzato sulla fotografia consbocchi quale l'industriale o l'architettutrale o il fashion o il naturalistico.
>>>>

C'è qualcuno che mi spiega perchè in questo paese, con tutta la storia, l'arte, le televisioni, provinciali e regionale, internet ,riviste, ect. la fotografia non è insegnata alle università come succede nel resto del mondo e nemmeno divulgata?
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perchè in italia si fa ancora ricerca pura???

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Perchè poter studiare pittura e non fotografia nelle accademie delle belle arti?
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dico la mia da 'gnorante quale sono: quanta differenza ci sarebbe (1-2 esami?) meriterebbe un corso suo? Siamo sicuri che già non la si insegni (oggi intendo)?
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e sempre secondo voi è possibile imparare da autodidatta senza perdersi per strada?
>>>
credo di poter dire con certezza ( e vale in tutti i campi chi è in gamba/ha telento, lo è e lo si vede!!)
Puoi laurearti cum lode ma magari come pittore o scultore proprio non c'azzecchi!
Forse lo hai già esposto tu all'inizio: base culturale + buon apprendistato = buone-possibilità-di diventare-un-professionista. Non nel senso che lavora e basta di fotografia, lo fa anche il fotografuccio del mio paesino, ma nel senso di competenze realmente acquisite anche teoriche.
Poi se un bravo fotografo (cerco di risponderci all'ultima domanda sugli italiani) affermato nel mondo lo è perchè ha frequentato una buona scuola: mah, male non gli ha fatto. Sulla necessità sarei incerto. Non è una materia (a mio parere, e in analogia all'ingegnere o al medico o al giurista) così "critica" che richiede una verifica istituzionale da parte di terzi necessaria per l'abilitazione alla professione. Si potrebbe altresì dire che l'artista licenziato alle Belle Arti dovrebbe stare nelle stesse condizioni del fotografo. Forse e probabilmente l'unica differenza attuale è che un fotografo (tolto i laureati in varie discipline) non possono insegnare la materia o materie "affini".

bella riflessione che hai stimolato, comunque!!
a_pelle
Carissimo Carlo, grazie...
riprendo...

Non è una materia (a mio parere, e in analogia all'ingegnere o al medico o al giurista) così "critica" che richiede una verifica istituzionale da parte di terzi necessaria per l'abilitazione alla professione. Si potrebbe altresì dire che l'artista licenziato alle Belle Arti dovrebbe stare nelle stesse condizioni del fotografo.


Scienze Politiche richiede una verifica istituzionale...??? per che cosa???
e Lettere Moderne e antiche???
Prova pensare alla fotografia anche in termini di televisione e cinema...
Non sarà complicata come ingegneria e/o medicina però da studiare ce ne...
Quella che ho frequentato erano 5 anni + 2 di master... io ho un bachelor in General Photography and Light Design... solo 2 anni... non ho fatto gli altri tre per il semplice motivo che erano per quelli che volevano intraprendere l'insegnamento e/o specializzarsi in Chimica e/o Ottica fotografica...
Dubbio amletico.... Anche volendo, chi metteresti ad insegnar fotografia in un ipotetico ateneo?

unsure.gif unsure.gif unsure.gif

Un vero peccato...

Ciao



photoart2000
QUOTE(a_pelle @ Sep 22 2008, 08:35 PM) *
..
Non sarà complicata come ingegneria e/o medicina però da studiare ce ne...



Si scrive ce n’è
Prima di studiare fotografia, quei cattivoni mi hanno fatto studiare l’italiano
smile.gif
carlo.dainese
QUOTE(photoart2000 @ Sep 23 2008, 03:34 AM) *
Si scrive ce n’è
Prima di studiare fotografia, quei cattivoni mi hanno fatto studiare l’italiano
smile.gif



grazie photoart200 per il contributo attivo rolleyes.gif
carlo.dainese
riprendo nello spirito di un ragionamento aperto che vuole non criticare sterilmente ma contribuire a fare luce sull'argomento.

QUOTE(a_pelle @ Sep 22 2008, 08:35 PM) *
Scienze Politiche richiede una verifica istituzionale...??? per che cosa???
e Lettere Moderne e antiche???

E' vero che hanno istituito il SiSsa per insegnare ma appunto 5 anni per dare un "minimo" background solido e per poter poi appunto insegnare.
QUOTE(a_pelle @ Sep 22 2008, 08:35 PM) *
Prova pensare alla fotografia anche in termini di televisione e cinema...

beh non c'è il DAMS ad esempio??
QUOTE(a_pelle @ Sep 22 2008, 08:35 PM) *
Non sarà complicata come ingegneria e/o medicina però da studiare ce ne...

non è questione di complessità... ma di responsabilità attiva (che poi ci siano mille situazioni particolari sono d'accordo. Penso d'altro canto alla fotografia legale ("forensic"), però ci si specializza - nelle forze dell'Arma /FFOO credo -. Poi ammetterai che premesso che non si finisce mai di imparare, pur specializzandosi, occorre dare un limite tangibile allo studio di base (ecco i 3/5 anni, dove poi uno ci mette pure quasi il doppio!!)

QUOTE(a_pelle @ Sep 22 2008, 08:35 PM) *
Quella che ho frequentato erano 5 anni + 2 di master... io ho un bachelor in General Photography and Light Design... solo 2 anni... non ho fatto gli altri tre per il semplice motivo che erano per quelli che volevano intraprendere l'insegnamento e/o specializzarsi in Chimica e/o Ottica fotografica...

appunto, confermi ciò che ho scritto.

QUOTE(a_pelle @ Sep 22 2008, 08:35 PM) *
Dubbio amletico.... Anche volendo, chi metteresti ad insegnar fotografia in un ipotetico ateneo?

Mah, potersti dirci tu che tipi di materie c'erano (pur se un pò di tempo fa) nel biennio che hai frequentato. Di conseguenza potrebbero andare dei professionisti del settore?


a riciao.
Carlo
photoart2000
QUOTE(carlo.dainese @ Sep 23 2008, 09:06 AM) *
grazie photoart200 per il contributo attivo rolleyes.gif


Contributo attivo è quasi tautologico, infatti è difficile che esistano contributi passivi wink.gif
Forse volevi scrivere contributo costruttivo.?
davidebaroni
QUOTE(a_pelle @ Sep 20 2008, 11:29 PM) *
... non riesco a capire che diamine stai dicendo...
...si vede che o non mi spiego in modo sufficientemente chiaro, o che di quel che dico "selezioni" solo una parte, come facciamo tutti. smile.gif

Da quello che leggo non hai fatto altro che ribadire che la fotografia deve esser insegnata...
Allora era come dice Quelo... "La seconda che hai detto"! biggrin.gif
No. Non è necessario. Non sto affatto dicendo che "la fotografia deve essere insegnata". Sto dicendo che, se si vuole, la si può imparare. Ognuno insegna qualcosa, e impara qualcos'altro... "Eu sou discipulo que aprendo/e mestre que dou liçao", come dice un canto della Capoeira brasiliana... "Sono discepolo che apprende/e maestro che dà lezione". OGNI cosa può essere fonte di apprendimento... se si vuole imparare.

Sei uno studioso di semantica/semiologia? con inclinazioni filosofiche e zen? Figata... piacere di conoscerti... (prima però ci dobbiamo chiarire)
No, sono (attualmente...) uno psicologo clinico con una specifica formazione nella comunicazione. Ma sono soprattutto una persona curiosa, da cui l'interesse per lo Zen e per tante altre cose. E con lo Zen sono d'accordo anche là dove dice "Se incontri il Budda, uccidi il Budda!".

Domanda personale...
Vado per metafora... Dall'alto della tua conoscenza... ora che sai tutte le regole del gioco... vuoi forse dirmi che non c'è stato qualcuno che "t'ha mostrato..." la via per arrivarci?
Ci sono state persone che mi hanno mostrato delle cose. La via per arrivarci, no. Quella me la sono sempre dovuta trovare da me... perché, come tutti, avevo bisogno della "mia" via per arrivarci; ma anche perché imparare una cosa nel campo X non mi serve a niente, IMHO, se poii non faccio le connessioni con i campi Y e Z e... Per esempio, la psicoterapia mi ha insegnato moltissimo sulla fotografia, e la programmazione strutturata di computer mi ha insegnato molto sulla psicoterapia (e quindi, di riflesso, sulla fotografia), ed entrambe mi hanno insegnato molto sulla musica, che a sua volta mi ha insegnato molto sul linguaggio, e quindi sulla fotografia... Mi spiego?

Ti riscrivo e ti rimando, con qualche riveduta, quello che m'hai scritto...

"La Fotografia (comunicazione), in generale, ha dei precisi meccanismi. E NON li impari sui libri... o almeno, non solo sui libri. Il fatto stesso che tu non veda le similitudini strutturali, che tu non capisca l'importanza (o l'analogia con la "lingua") dei vari aspetti della "formazione del fotografo" (di cui ho parlato...***) mi dice che non ne sei nemmeno consapevole. Niente di male, per carità... Sei in ottima e numerosa compagnia."

Diciamo la stessa cosa...

La mia "Fotografia" ha tutte quelle sfumature che tu m'hai descritto...

..."Chi le insegna, le leggi della comunicazione, le sue dinamiche, la sua modulazione, come funziona? Chi le insegna agli aspiranti fotografi?
Nel caso della fotografia, si lavora sul "canale" della visione, sul senso della vista.
C'é qualcuno che si preoccupa di insegnare, ESPERENZIALMENTE, come funziona la percezione visiva? La neurologia dell'apparato visivo? I principi di organizzazione percettiva del campo visivo? Il "linguaggio" della comunicazione visiva? Qualcuno si preoccupa di far SPERIMENTARE agli aspiranti fotografi l'effetto percettivo ed emotivo della variazione delle proporzioni, della luminosità, del contrasto, del tipo di colore, delle dominanti, eccetera? Così che SAPPIANO cosa fanno, quando impostano uno scatto in un determinato modo? E così che SAPPIANO cosa fare, quando vogliono trasmettere una data sensazione/emozione/messaggio/quel che é?"

E non e certo da autodidatti (come li intendo io) che li impari...
(Se poi, per autodidatta intendi un individuo che si spinge oltre l'insegnamento del docente... mi trovi d'accordo...)
Bene, se tutte queste cose "ci sono", nella tua formazione fotografica, ottimo. Ma "saperle" intellettualmente non ti aiuterà a portare quelle conoscenze nella tua pratica fotografica... Se invece ci sono per apprendimento diretto, pragmatico ed esperienziale, magari non sarai in grado di "spiegarle" in termini accademici, o di far riferimento alle teorie di Tizio e di Caio, ma le saprai usare, che per me è quello che conta.

***Ti posso solo dire che le prime lezioni sono state le più interessanti...
"Senza luce, non vedi!" La prefazione è durata circa 4 settimane... siamo partiti da quella che sembrava una battuta di scarso spirito accademico/educativo, a trattati di semantica, di semiologia, fisica, chimica, ottica, anatomia umana, neurologia (semplificata), filosofia, matematica, geometria e geometria solida (e se non ricordo male pure i logaritmi), psicologia, marketing, media, arte e similitudini con la pittura (sezione aurea ect)... ed era solo la prefazione...
Johannes Itten, Bertrand Russell, Mikel Dufrenne e Dino Formaggio, Ernst Gombrich Julian Hochberg Max Black solo per citarne alcuni che sicuramente conosci... (sai chi è J.Itten?) li abbiamo dovuti studiare e non erano/ sono testi " semplici"... (ricordo un certo J.J. Gibson... in uno di questi testi (Dufrenne /Formaggio o Ernst Gombrich... forse?) l'autore lo prendeva ad esempio... ma chi cavolo è sto J.J. Gibson mi chiedevo... James Jerome Gibson me lo sono dovuto andar a cercare da solo...per capire che cavolo voleva dire l'altro)
Il tutto condito da un esercizio straordinario... fotografar sedie con una macchina di plastica con un otturatore a molla.
Lascio a te valutare la qualità l'esercizio.
Ecco, per me, in tutto questo, l'esercizio era l'unica cosa che contava, ed era di assoluta qualità. Dopo di ché avrei fatto in modo che foste VOI ALLIEVI a "codificare" l'apprendimento a modo vostro, e vi avrei "forzato" a "contare" soltanto su quello che VOI avevate appreso dall'esperienza. Vi avrei forse "guidato", mediante domande accuratamente mirate, a prendere in considerazione cose che stavate sottovalutando, o a ridimensionare cose a cui stavate dando eccessiva importanza... e forse, se fossi stato fortunato, le vostre esperienze avrebbero invece fatto cambiare la MIA visione e conoscenza di queste cose. Quando vado in aula a tenere lezione, il mio intento é quello di essere quello che impara più di tutti...

..."all'inizio del mio percorso formativo in psicoterapia" ci sarà stato "Qualcuno me l'ha mostrato, ed io l'ho trovato da solo!"
Per arrivare dove sei qualcuno t'ha "aperto le porte"... come è successo a me... e come me anche tu sei entrato da solo... qualche compagno di "viaggio" è rimasto in dietro altri m'hanno lasciato indietro o hanno scelto altre "porte"... ma il mio viaggio è cominciato con una "guida" ed è quella che ci deve essere stata anche alla tua partenza.
Nessuno mi ha aperto le porte a nulla. Mai, nella mia vita. Le porte mi sono state MOSTRATE, mi é stato fatto notare che c'erano. Ma aprirle... ed entrarci... beh, questo l'ho sempre dovuto fare da solo. smile.gif

Sono d'accord con te che l'"Autodidatta" deve esser un individuo che ha fame di sapere...
Bene! Ma per me esiste una differenza fondamentale fra "sapere" e "conoscere". Sapere è un esercizio intellettuale. Conoscere è basato sull'esperienza. Non mi interessa tanto "sapere"... ma "conoscere" sì, eccome. Quindi, per me, l'autodidatta è affamato di esperienza.

"Fare esperienza diretta di ciò che si apprende." ma come ho detto e qui insisto, deve esserci una guida sotto forma di insegnante e/o docente.
Quando vivevo in Messico, avevo notato che tanti, in una certa regione, si salutavano, o si rivolgevano agli altri, chiamando l'altro "maestro". "Hola, maestro!"... Un giorno chiesi a un messicano la ragione di questo, e lui mi guardò come si guarda un bambino un po' tardo e mi disse: "Perché da tutti si impara!"... Grande lezione, che non ho mai più dimenticato. smile.gif
Le lezioni, per me, sono semplici input. E TUTTO può essere un input utile. Dipende da come IO lo elaboro... E se IO vado in giro con occhi ed orecchie ben aperti, disposto all'apprendimento, degli input ne ho migliaia al giorno, da chiunque. Quindi, in senso stretto, non vedo la necessità di un "insegnante" istituzionalizzato...


Di coseguenza la fotografia deve esser insegnata all'universita o nelle accademie... Un linguaggio,
quello della fotografia, troppo importante per relegarlo in un angolino.
Se la fotografia venisse insegnata all'Università come tante altre discipline, non servirebbe a nulla, IMHO. Penso a come viene insegnata la psicologia, perché ne ho esperienza diretta... Per quella che é appunto la mia esperienza diretta, il nostro sistema scolastico (e anche tutti gli altri con cui sono entrato in contatto) sono strutturati non per insegnare agli allievi A pensare, ma per insegnar loro COSA pensare.
Grazie, ma non sono interessato. smile.gif


Quando ci si vede???
Mah? Chi vivrà, vedrà...

Ciao
Alberto


Ciao,
Davide

carlo.dainese
QUOTE(photoart2000 @ Sep 23 2008, 12:53 PM) *
Contributo attivo è quasi tautologico, infatti è difficile che esistano contributi passivi wink.gif
Forse volevi scrivere contributo costruttivo.?



E' difficile ma non impossibile. Se ad esempio non rispondi potrebbe trattarsi di un contributo passivo. wink.gif Ma non è un invito a non rispondere. Magari vista la tua precisione nell'intervenire in questa discussione potresti dirci almeno la tua in merito.
photoart2000
QUOTE(carlo.dainese @ Sep 23 2008, 05:14 PM) *
E' difficile ma non impossibile. Se ad esempio non rispondi potrebbe trattarsi di un contributo passivo. wink.gif Ma non è un invito a non rispondere. Magari vista la tua precisione nell'intervenire in questa discussione potresti dirci almeno la tua in merito.




Il non rispondere è per definizione assenza di contributo (attenzione: non assenza di informazione) e quindi non è contributo passivo.

Per il resto
Beh la mia sul tema del thread è molto prossima a quella di Twinsouls, per cui non sono intervenuto per non ripetere a pappagallo opinioni già espresse.

Una sola considerazione generale:
Il livello dell'università in Italia, sia dal punto organizzativo che didattico e tra i fanali di coda europei, tranne rare eccezioni.
Eppure assistiamo ad un flusso costante d'emigrazione di nostri ricercatori d'eccellenza.
La ricerca è autodidattica per antonomasia.
Per cui possiamo trarne le opportune deduzioni.
a_pelle
QUOTE(photoart2000 @ Sep 23 2008, 03:34 AM) *
Si scrive ce n’è
Prima di studiare fotografia, quei cattivoni mi hanno fatto studiare l’italiano
smile.gif


... l'è dura... sono sempre stato un somaro in Italiano...sigh wacko.gif pc_scrive.gif
Spero di ricordarlo la prossima volta... Il bello è che cerco sempre di aggirarlo il "ce n'è"...
rolleyes.gif
daniele.arconti
Mi intrometto nella discussione! L'Italia è purtroppo un paese dove si bada al sodo, nel senso riduttivo del termine!
Scusate il paragone, ma basta andare in un qualsiasi supermercato francese e vedere l'enorme varietà di prodotti che esiste. Ti basta andare in un supermercato italiano e capire che siamo una nazione talmente povera...

Io vedo un livellamento verso il basso di ogni forma di insegnamento, arte, etc...
Per fare un'altro esempio: una mia amica rumena è entrato ieri al conservatorio di Torino e su 8 ammessi 4 erano stranieri. Mio nipote abita in Colombia e a 5 anni parla 4 lingue. I nostri ragazzi a malapena parlano l'italiano.

Siamo noi che limitiamo i nostri ragazzi! Non insegnano fotografia nelle università perché nessuno la vuole imparare!
Siamo un paese che bada al sodo.....
Il fotografo non è un lavoro serio! Se all'università esistono corsi specifici dedicati al "PROFITTO" si capiscon tante cose.

UN CONSIGLIO PER TUTTI! ANDATEVI A VEDERE COSA SIGNIFICA LA PAROLA "NICHILISMO" e capirete come stiamo messi.

Ci basta vedere la TV per capire il livello culturale di un paese come questo. I valori, il garbo, l'educazione sono cose noiose. La fotografia non è tale se non sciocca...

daniele.arconti
Forse ho scritto male il primo esempio. L'esempio non era riferito ai prodotti alimentari nello specifico, ma alla mentalità "limitata" di tanti italiani. Siamo abitudinari, facciamo, compriamo e diciamo sempre le stesse cose.
_Led_
QUOTE(daniele.arconti @ Sep 24 2008, 12:26 AM) *
Mi intrometto nella discussione! ...


Si, ma non lasciamoci abbattere troppo dall'amarezza... wink.gif

Del fatto che la fotografia debba o meno essere insegnata nelle università sono più d'accordo con Davide.

Sul perché NON sia insegnata ho già detto la mia.
Non sto a motivarla perché in passato se ne parlò già ampiamente (mi par di ricordare).

QUOTE(photoart2000 @ Sep 23 2008, 05:37 PM) *
Una sola considerazione generale:
Il livello dell'università in Italia, sia dal punto organizzativo che didattico e tra i fanali di coda europei, tranne rare eccezioni.
Eppure assistiamo ad un flusso costante d'emigrazione di nostri ricercatori d'eccellenza.
La ricerca è autodidattica per antonomasia.
Per cui possiamo trarne le opportune deduzioni.


Ho l'esempio di un mio collega di università che ora è direttore di uno dei più avanzati centri di ricerca sulle nanotecnologie al mondo (Rice University in Texas).

La materia grigia c'é, ripeto: non abbattiamoci troppo.
daniele.arconti
QUOTE(_Led_ @ Sep 24 2008, 06:22 PM) *
Ho l'esempio di un mio collega di università che ora è direttore di uno dei più avanzati centri di ricerca sulle nanotecnologie al mondo (Rice University in Texas).

La materia grigia c'é, ripeto: non abbattiamoci troppo.


Penso che vedere la realtà in faccia non voglia dire abbattersi! Buttarsi giù vuol dire:
"Non possiamo farci niente, andrà sempre così"

Io non credo in questa cosa, vado avanti per la mia strada nonostante le difficoltà, ma credo anche che questa sia la realtà oggi in Italia.

Sono contento per il tuo amico, ma l'eccezione non fa la regola




nuvolarossa
Profitto!!!
Questa è la parola che stà alla base di tutto in Italia (e purtroppo in buona parte del mondo) ed il recente tentativo di trasformazione delle università pubbliche in istituzioni private fa parte di questa logica... E qui mi fermo perchè altrimenti si scivolerebbe su un campo che porterebbe inevitabilmente alla chiusura di questa interessantissima discussione.
Il punto fondamentale è quello toccato da Davide: Le nostre scuole non insegnano A pensare, insegnano COSA pensare... Se la scuola insegnasse A IMPARARE probabilmente nelle scuole si insegnerebbero molte altre materie (fotografia compresa) che oggi non trovano spazio.
Quindi in un eventuale corso universitario di fotografia in italia non si insegnerebbe A fotografare, ma COSA e COME fotografare. E questo sarebbe castrante per la fotografia stessa...
brata
QUOTE(daniele.arconti @ Sep 24 2008, 12:26 AM) *
Mio nipote abita in Colombia e a 5 anni parla 4 lingue. I nostri ragazzi a malapena parlano l'italiano.

Finalmente ho scoperto il paese dove fioriscono le scuole (o gli asili): la Colombia!! E' possibile arrivare a tanto? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Un minimo di pudore!
daniele.arconti
QUOTE(brata @ Sep 26 2008, 11:33 AM) *
Finalmente ho scoperto il paese dove fioriscono le scuole (o gli asili): la Colombia!! E' possibile arrivare a tanto? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Un minimo di pudore!


Io non ho detto che è Colombiana, ma che abita in Colombia e i suoi genitori, da persone intelligenti hanno saputo insegnarli 4 lingue.
Quindi prima di dire "Un minimo di pudore" leggi bene quello che si scrive.
Io non ho detto che in Colombia ci sono le scuole buone, ma che MIA NIPOTE PARLA 4 LINGUE!

Ho scritto che "noi genitori" limitiamo i nostri figli, quando loro hanno una capacità incredibile, di imparare di pensare, etc.

Lo stesso ti posso dire del figlio di mia cognata, che è rumena. A 3 anni con me (nonostante io parli molto bene il rumeno) siccome sono italiano parla italiano e con i genitori parla rumeno. Tutto questo perché i genitori gli hanno insegnato molto bene le 2 lingue.

Tutto questo è uscito da una discussione sull'insegnamento della fotografia in Italia, ma vedete che in realtà i problemi stanno alla base.

Ripeto, avendo avuto a che fare, nella mia famiglia, con tante culture e modi di pensare diversi, mi sono potuto fare un'idea molto vasta e sono più che sicuro che se non cambia la mentalità dei genitori nei confronti dei figli e dell'insegnamento le cose non cambieranno.

Ovviamente io ho fatto un discorso generale, ma come ho già detto prima l'eccezione non fa la regola. Comunque esistono in Italia realtà diverse da quelle che ho descritto in questa discussione e da quelle bisogna prendere esempio. Pensare che tutto vada bene non ci aiuta a risolvere i problemi!
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