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Michele Volpicella
Volevo riportare qui la mia recente esperienza con lo spettrofotometro Eye-One Pro e il SW ProfileMaker5.
La profilazione delle stampanti è in realtà una disciplina molto complessa che però dà anche grandi soddisfazioni.
La cosa che mi ha sorpreso di più è come tutto sia relativo. Anche per la semplice misurazione di una patch colorata bisogna stabilire llo spettro della luce di riferimento (di solito luce D50) e l'angolo di visione dell'osservatore (2° o 10°).
La creazione del profilo poi richiede di stabilire variabili come lo spettro della luce di osservazione della stampa, l'eventuale compensazione degli sbiancanti ottici, il colore neutro oppure quello della carta, il grado di compressione del gamut (solo su Monaco, un altro SW, non su PM5) e altre opzioni.

La cosa più interessante è lo spettro della luce di osservazione.
L'Eye-One Pro consente infatti di misurare (col software iShare) lo spettro di qualsiasi fonte luminosa.
Sapete cosa ho fatto? ho installato il tutto su un portatile e poi di sera, sono andato in giro a misurare lo spettro di ogni stanza, cucina, tavolo sala, ingresso ecc. Ho ottenuto non solo la temperatura colore, ma anche la forma dello spettro e l'indice di CRI (indice di qualità della luce).
Salvando questi dati è poi possibile costruire un profilo su misura per ogni luce della casa.
le differenze sono enormi: la più difficile era la luce fluorescente (in Italia detta "al neon") della cucina: dei tubi di luce "calda" con un indice CRI di solo 45 che rende tutto difficile. Ho stampato con questo profilo apposito un ritratto delicato della bambina: alla luce del giorno sembra orribile, ma portato in cucina riprende vita e dà la risposta esatta che avevo sul monitor: incredibile!
Ma anche la visione di una foto fatta con profilo D65 o D50, su luce incadescente non è soddisfacente se confrontata con una foto fatta col profilo specifico. In realtà la luce incandescente ha CRI di 98-100 e credo che la faccenda sia un po' più complicata.

Infine la scoperta che "un" profilo contiene in realtà 6 profili!! 3 di input (direzione LAB>RGB cioè verso la stampante) e 3 di output (direzione RGB>LAB cioè verso softproofing su monitor) essendo questi 3: uno Percettivo, uno Colorimetrico e uno di Saturazione che possono essere editati separatamente.

Lo scopo di questo post è solo quello di fare conoscere a molti di voi cose che io stesso ignoravo totalmente fino a poco fa...quando si dice profilare una stampante, ciò che sta dietro al processo è davvero complesso. E' chiaro che altri kit più semplici fanno tutto da soli, però non sono così flessibili.
Io sono agli inizi e di sicuro ho scritto chissà quante inesattezze di cui mi scuso in anticipo! ma sento molta passione per questa tecnologia e spero di sgrezzarmi un po' alla volta.
maxiclimb
QUOTE(Michele Volpicella @ Aug 5 2009, 10:45 PM) *
...Ho stampato con questo profilo apposito un ritratto delicato della bambina: alla luce del giorno sembra orribile, ma portato in cucina riprende vita e dà la risposta esatta che avevo sul monitor: incredibile!


Quindi, quando cambierai le lampade che hai in cucina, dovrai ri-stampare la foto! laugh.gif

Scherzi a parte, ti ringrazio per la tua esperienza e condivisione.
La materia in effetti è molto interessante, tuttavia io per ora ho scelto un approccio più soft e mi limito a stampare le foto con profili standard per luce diurna.
Massimo.Novi
Ciao

Aggiungo qualche commento a questo interessante "hands-on" sulla profilazione stampante.

QUOTE(Michele Volpicella @ Aug 5 2009, 10:45 PM) *
....Ma anche la visione di una foto fatta con profilo D65 o D50..


L'immagine non viene "fatta" con un profilo (a meno di non avere effettivamente fonti di luce a spettro controllato) ma si avranno infiniti spettri a seconda delle condizioni, dei mix e delle zone contenute nella scena ripresa.

Le denominazioni D65 e D50 considerano infatti temperatura colore e spettro di emissione. Di solito si possono avere solo in studio.

Quasi sempre i profili stampante sono creati su D50 in quanto collimano con gli standard di visione industriale. Non ha senso creare N profili per N lampadine in N stanze.

QUOTE(Michele Volpicella @ Aug 5 2009, 10:45 PM) *
...realtà la luce incandescente ha CRI di 98-100 e credo che la faccenda sia un po' più complicata...


I valori CRI indicano la corrispondenza cromatica misurata ma difficilmente sono "oggettivi". Ossia non è detto che un CRI elevato sia piacevole.

QUOTE(Michele Volpicella @ Aug 5 2009, 10:45 PM) *
...essendo questi 3: uno Percettivo, uno Colorimetrico e uno di Saturazione che possono essere editati separatamente.


Le tre serie di valori sono indicative degli intenti di conversione applicabili a quel profilo.

Saluti
Michele Volpicella
Grazie Manovi per le precisazioni.
Sono agli inizi e spero di imparare da te e gli altri "guru" se mi passi il termine usato in modo "simpatetico".
Ora, la foto per la cucina con quella luce terribile (per noi fotografi, per il resto è piacevole) è stato possibile stamparla solo con l'ausilio dello spettro effettivo di quella luce.
Ciao
Massimo.Novi
QUOTE(Michele Volpicella @ Aug 6 2009, 07:47 PM) *
...a foto per la cucina con quella luce terribile ...è stato possibile stamparla solo con l'ausilio dello spettro effettivo di quella luce.
...


Ciao

Se la foto va appesa incorniciata in cucina...ok...ehm... ma spero che non la osserviate sempre e solo con luce artificiale.

Nei musei del resto si misurano gli spettri di emissione o si usano le speciali lampade calibrate per le mostre fotografiche e pittoriche.

Saluti
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