Ho pensato di farne un Life, pur non possedendo quella indole artistica che spesso caratterizzano questa sezione. Amo il trekking, le scampagnate nella natura: la fotocamera funge da semplice compagna d’uscite, ed è con questo spirito che spero di riuscire a farvi respirare un po’ di “aria di Cammino”.
Vorrei iniziare con un po' di storia, perché forse non tutti sanno di cosa si tratti:
Santiago de Compostela, è la città capoluogo della Galizia, nel nord-ovest della Spagna, ove è sepolto l'Apostolo San Giacomo.
Dopo la morte e risurrezione di Gesu' Cristo, a San Giacomo venne affidato il compito di evangelizzare la penisola iberica. Durante un suo rientro in patria, fu però catturato, imprigionato e fatto decapitare nel 44 d.C. da Erode Agrippa in Palestina. Su richiesta dei discepoli, venne loro restituito il corpo del martire, che venne riportato nella penisola iberica e sepolto in un luogo sconosciuto.
Circa otto secoli dopo, ad un eremita di nome Pelayo, apparve in sogno un angelo, il quale lo avvisava che nel luogo (un campo) in cui vedeva cascare delle luci intense e simili a stelle, vi era la tomba del martire San Giacomo Apostolo (si presume che da qui: Santiago = S. Giacomo, de Compostela = campo di stelle).
Il ritrovamento diede vitalità e fiducia al popolo iberico, che lo prese come segno divino, riuscendo a fermare e respingere l'avanzata dei mori (mussulmani) che all'epoca stavano conquistando la penisola.
In segno di ringraziamento, Alfonso I il Casto, re delle Asturie e della Galizia, fece costruire un tempio sul luogo del ritrovamento; vi iniziarono così i primi pellegrinaggi spontanei alla tomba di S. Giacomo: chi per ringraziamento, chi per voto.
Inizialmente si trattò di un fenomeno locale, ma ben presto iniziarono ad affluire popoli da tutta Europa; vi sono tracce di partenze dall'Estonia e dalla Turchia. Si trattò di vere e proprie migrazioni della durata di anni.
Così, col passare dei secoli, Santiago de Compostela divenne la destinazione di molti Cristiani; oggi è una citta' con circa 130.000 abitanti, considerata la terza meta piu' importante della Cristianita' dopo Gerusalemme e Roma.
La storia meriterebbe ovviamente una spiegazione meno semplicistica e più accurata: spero lo stesso di essere riuscito ad essere sufficientemente chiaro e preciso.
Cosa rappresenta il Cammino oggi...?
La risposta è soggettiva e senza un apparente comune denominatore: fede, spirito d’avventura, sport, curiosità, ricerca… ne consegue comunque un grande incrocio di razze, culture e religione, senza distinzioni o discriminazioni.
Difficile descrivere cosa si provi durante il cammino: varcare i Pirenei, ammirare grifoni volare a poche decine di metri sopra la testa, attraversare diverse regioni, grandi città oppure semplici paesini e piccoli borghi. Ma soprattutto la gente. Pur essendo un camminatore solitario, mi son trovato a confrontarmi con persone dalla lingua e cultura diverse; a condividere attimi unici, di sofferenza, di tensione ed anche di sconforto, momenti in cui a parlare erano solamente gli sguardi. Ciascuno col suo zaino in spalla… ma anche i problemi di ordinaria quotidianità. A volte sotto il sole torrido, a volte sotto la pioggia torrenziale… per non parlare del dolore, dolore fisico: vesciche e tendiniti per i più, spesso però anche febbre o altro ancora. Qualcuno è costretto alla resa anticipata, chiaramente con tanta amarezza e delusione. Infine l’arrivo. Un’emozione unica, indescrivibile, troppo forte. Difficile trattenere le lacrime. E’ tutto un abbracciarsi, un cercarsi a vicenda, è molta la soddisfazione.
Il rientro a casa diventa la meta successiva, la “El Camino” lascerà un segno indelebile in ciascun pellegrino.
Attrezzatura utilizzata: d80 + 17-35/2.8 + 50/1.4 + 70-300/4-5.6G.

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04/09/2007. Tramonto a San Jean Pied de Port.
Sono arrivato in paese nel tardo pomeriggio a bordo di un trenino locale: dopo esser passato per l’Ufficio del Pellegrino per apporre il timbro di presentazione e partenza sulla Credenziale, documento ufficiale del Pellegrino, ho trovato un’albergue e cenato. Inizio in simpatia: il gestore dell’albergue, vista la mia nazionalità, mi rivolge un sorridente: ”ahi… ahi… Materazzi…”; capisco che un anno non è bastato ad assorbire la sconfitta mondiale…
Il dopo cena lo passo in silenzio in uno dei punti più alti del paesino, gustandomi il tramonto sui Pirenei: domani si inizia. Tappa impegnativa quella pirenaica, oltre 1200 mt di dislivello in salita ed altri 500 circa in discesa, con arrivo a Roncesvalles in Spagna.

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05/09/2007. Tappa 01: San Jean Pied de Port-Roncesvalles, km. 25
Le condizioni meteo sono perfette, ed è una fortuna: da altri pellegrini vengo a sapere che chi era partito due giorni prima, era stato costretto a saltare la “via Alta” causa forte pioggia e nebbia prendendo l’alternativa via del fondovalle, meno impegnativa ma sicuramente meno spettacolare.

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06/09/2007. Tappa 02: Roncesvalles-Larrasoana, km. 28
Sveglia all’alba e colazione. Si parte a rilento: la tappa di ieri si sente nelle gambe e mettersi in moto è dura, comunque domina l’entusiasmo. Appena fuori Roncesvalles ci vien ricordato quanto manca… non resta che augurare “buen camino”.

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08/09/2007.Tappa 04: Cizur Menor-Lorca, km 34
Pamplona, prima grande città affrontata, è alle spalle. Ci aspetta “l’Alto del Perdon”, a 740 slm: non sarà particolarmente impegnativa, ma al quarto giorno di cammino si comincia a dosare le forze. Le vesciche mietono le prime vittime; molto importante la scelta delle scarpe, dei calzini, che devono essere già state provate e spremute a casa prima della partenza.
Il panorama è meraviglioso, le condizioni meteo pure, non potrebbe andare meglio.

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08/09/2007. Tappa 04: Cizur Menor-Lorca, km 34
L’arrivo affaticato di Daniel (Germania) sull’Alto del Perdon: mio compagno di viaggio per alcuni giorni, sarà costretto a rallentare il passo restando indietro.

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08/09/2007. Tappa 04: Cizur Menor-Lorca, km 34
Puente la Reina. Storico ponte romanico costruito nel XI secolo per facilitare il transito dei pellegrini. Questa località è punto d’incrocio di un altro Cammino, l’Aragonese, provenienti da Somport (situato proprio sulla frontiera con la Francia) che qui si congiunge al Francese divenendo uno solo.

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10/09/2007. Logrono.
Arrivo in solitaria. Logrono è una bella cittadina basca, piuttosto movimentata; poi ne capirò le ragioni: un attentato dell’Eta avvenuto un paio di giorni prima tiene la città sulle spine. Incontrerò nei giorni seguenti alcuni pellegrini che racconteranno l’avventura non troppo piacevole di aver attraversato la città tra i cordoni della Polizia, essendo avvenuto nel pieno centro.
L’albergue è piuttosto affollato; vengo sistemato in mansarda, assieme ad altri: va bene tutto, basta avere una doccia ed un posto dove riposare. Comunque son tranquillo: la salute regge bene, le gambe pure, nessun tipo di dolore.

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11/09/2007. Tappa 07: Logrono-Azofra, km 35
Sole & caldo torrido. Fondamentale avere sempre con sé acqua a sufficienza, una delle prime cose che s’imparano al Cammino.

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12/09/2007. Tappa 08: Azofra-Villamajor del Rio, km 34
Tra Azofra e Santo Domingo de la Calzada

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12/09/2007. Tappa 08: Azofra-Villamajor del Rio, km 34
Ringrazio Helma (Olanda) per questo scatto: ho deciso di postarla anche se non è scattata con una Nikon, ma è uno scatto che rende l’idea del Cammino; dimenticavo, quello sono io. Lo zaino carico ma entro i 10kg, compreso di caricabatteria e plasticane 70-300 (prestatomi da Andrea “Sangria” qui del forum, che ringrazio e saluto con l’occasione), mentre nel marsupio tenevo la d80 col 17-35 innestato e 50ino in disparte. Difficile trovare altri con una reflex al Cammino, vengono preferite le compatte per ovvie ragioni di peso ed ingombro.

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14/09/2007. Tappa 10: San Juan de Ortega-Burgos, km 28
Colazione ad Ages.

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14/09/2007. Tappa 10: San Juan de Ortega-Burgos, km 30
Arrivo in solitaria alla cima Sierra de Atapuerca (1.060 mslm).

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15/09/2007. Tappa 11: Burgos-Castrojeriz, km 40
Arrivano le famose e temute “mesetas” (= altipiano). 200km così, o comunque poco e nulla se non i paesetti che s’incontrano.
Con questa tappa posso dire che ha avuto il “mio cammino”. Dopo 10 giorni e 300km alle spalle, ero convinto di essere ben rodato e decido di darci dentro allungando le tappe. Infatti nei successivi cinque giorni macinerò circa 200km assieme a Deniss, un ragazzo estone: ma la pagherò subito. Oggi stesso comincerò a soffrire di una forte tendinite che mi accompagnerà fino all’arrivo a Santiago. Forse il cambio di calzatura (da scarpone a sandalo… forse il fatto di aver passeggiato a zonzo per Burgos in lungo e largo il pomeriggio/sera precedente con le ciabattine…) fatto sta che a nulla serviranno le pastiglie antidolorifiche, il giorno di riposo a Leon (20/09), la visita in ospedale ad Astorga il (22/09); non conoscevo la tendinite, quanto dolore ho sofferto..!

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15/09/2007. Castrojeriz, la Collegiata.
Arrivo a Castrojeriz: sembra un paese da film western e non vorrei dire un’eresia, ma mi sembra di aver letto da qualche parte che film del genere in effetti siano stati girati da queste parti, ma non ne son certo.
Lo ammetto: se non fosse stato per Deniss, mi sarei fermato una decina di km prima, ad Hontanas, per il dolore e la paura (non l’avevo mai avuta la tendinite), ma avevamo in scaletta di lasciarci alle spalle l’altipiano in 5 giorni e la media doveva essere questa. Molti pellegrini saltano la tratta Burgos-Leon (le 200km di mesetas appunto) ritenendola una cosa folle. In estate il clima è torrido, secco e ventoso con notevole escursione termica tra giorno e notte, ma anche con improvvisi e violenti temporali. Eppure anch’io condivido quanto riportano le guide: non farle non ha senso, sono meravigliose, e se un giorno avessi voglia di respirare aria di Cammino, rifarei proprio questa tratta.

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16/09/2007. Tappa 12: Castrojeriz-Fromista, km 25
Alba dall’Alto de Mosterales. In lontananza si intravede Castrojeriz. Un’alba che ricorderò per sempre, primo per lo spettacolare paesaggio, secondo per essere arrivato in cima con estrema fatica. Sarà la tappa più corta dell’altipiano; inoltre, sto lentamente imparando a “curarmi”: massaggio all’alba, tarda mattinata, metà pomeriggio e sera, alternando Voltaren, Bengay e crema all’arnica oltre che pastiglie antidolorifiche (3 al giorno). Conosco la sofferenza, capisco improvvisamente quelli che avevo visto rallentare nei giorni precedenti e piangere dal dolore. “Ma chi te lo fa fare…” mi dicevo… eppure qualcosa mi spingeva oltre, a non mollare mai.

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16/09/2007. Tappa 12: Castrojeriz-Fromista, km 25
Tipico terreno delle mesetas.

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16/09/2007. Fromista.
Interno della chiesa di San Martin, uno dei più spettacolari esempi del romanico spagnolo. Faceva parte di un monastero fondato nel 1066.

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16/09/2007. Fromista.
In queste zone è facile vedere cicogne nidificare sui tetti di case e chiese.

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18/09/2007. Tappa 14: Calzadilla de la Cueva-Burgo El Ranero, km 38
Dopo la terribile tappa di ieri (37km di pioggia), finalmente torna il sole ed anche il buon umore; la tendinite ormai è come lo zaino, c’è ma non ci faccio caso; certo, con le dovute cure del caso. Comunque arrivare a Burgo El Ranero è fondamentale per l’umore: significa essere riusciti a tenere il ritmo prefissato ed arrivare a Leon nei tempi stabiliti. Mancano solo 37km, e domani ce la farò ad arrivare a Leon.

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23/09/2007. Tappa 18: Astorga-Rabanal del Camino, km 21
Sono solo. A Leon avevo deciso lo stop di un giorno, con la speranza che la tendinite allentasse la morsa, mentre Deniss proseguiva per la sua strada. Mi arriveranno sue notizie; anche lui colpito da tendinite, arriverà a Santiago il 29/09, un giorno prima di me.
Lo stop non ha portato i risultati sperati; sono arrivato ad Astorga cotto, dopo appena 17km, percorsi stringendo i denti. Sono preoccupato perché si comincia ad intravvedere la catena montuosa con l’alta vetta Cruz de Hierro, al quale seguirà una impegnativa discesa di quasi 1.000 mt di dislivello; l’umore è veramente messo alle stretto.
Sento finalmente parlare italiano dopo molti giorni… mi avvicino, scambiamo un po’ di battute. Fortuna vuole che uno di loro presumo sia medico… mi chiede spiegazione delle bende che avevo sotto le ginocchia… rispondo, spiego… mi chiede di fare dei movimenti specifici tastando la parte interessata… infine mi dice: “Ascolta, hai una fortissima infiammazione al tendine… stai attento a non fare infezione altrimenti ti ci vorranno mesi a rimetterti…”. Ho capito. Vado in ospedale. Esito dei medici: stop assoluto per tre giorni. “Tre giorni… non se ne parla…”. Decido quindi di fermarmi, ma per oggi e basta. Proseguo domani, facendo un’altra tappa breve.

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23/09/2007. Rabanal del Camino.
L’interno della chiesa.

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24/09/2007. Tappa 19: Rabanal del Camino-Ponferrada, km 33
Vetta Cruz de Hierro, 1505 mslm, la cima più alta di tutto il Cammino. Arrivo in cima con ovvia soddisfazione, partendo alle 6 da Rabanal.

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24/09/2007. Tappa 19: Rabanal del Camino-Ponferrada, km 33
Curiosa segnaletica al rifugio di Manjarin.

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24/09/2007. Tappa 19: Rabanal del Camino-Ponferrada, km 33
Alla ripida discesa su pietra, ritenuta pericolosa in caso di pioggia, segue un sali/scendi più morbido e piacevole.

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25/09/2007. Tappa 20: Ponferrada-Ruitelan, km 44
Tappa pianeggiante, tempo splendido. Decido di avvicinarmi il più possibile alla catena dominata dal O’Cebreiro, l’ultima salita (piuttosto temuta) del Cammino, in modo da affrontarla domani con il bel tempo. Riuscirò nell’intento, arrivando e fermandomi in un albergue a 10km dalla cima, dopo una dura e lunga giornata di cammino.

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26/09/2007. Tappa 21: Ruitelan-Triacastela, km 30
Verso la cima del O’Cebreiro. Qui inizia un’ulteriore avventura, scaturita da un inaspettato problema legato alla carta di credito: è improvvisamente fuori uso…! Impossibile effettuare prelievi, ne bancomat ne carta di credito (ho entrambi sulla stessa card). Mi vengono richiesti i secondi codici… e dove li trovo..? E’ tutto a casa, ma abito solo. Beh, cammino e intanto penso. La Provvidenza non tarda a farsi avanti: raggiungo una coppia di ragazzi italiani, romani; spiego amareggiato la situazione, e scopro che hanno avuto lo stesso problema con la Postepay, ma che ad uno dei due si era poi sbloccato. Mi presterà i soldi per tornare a casa (avevo in tasca una trentina di €, mancavano 150km a Santiago ed avevo il viaggio di rientro ancora da organizzare…) mentre un mio amico dall’Italia gli fa la ricarica… il cammino è anche questo. Come si chiamava: Angelo ovviamente...

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27/09/2007. Tappa 22: Triacastela-Portomarin, km 42
Indicazione degli ultimi 100km.
Quanto odio gli imbecilli che imbrattano…!

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28/09/2007. Tappa 23: Portomarin-Melide, km 33
Partenza nella nebbia.

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30/09/2007. Tappa 25: Arca-Santiago de Compostela, km 17
Ultima tappa. Alle 5 sono in piedi, alle 6 in cammino. Mi sembra di essere un corridore del Giro all’ultimo giorno di gara, quando i conti ormai son fatti e si affronta la passerella finale… non saprei proprio come descrivere questi momenti. 17km in silenzio, solo, sotto la pioggia. Mi gusto ogni attimo, passo dopo passo. La tendinite..? Sempre presente, ma non ci faccio caso.
Questo è il Portico della Gloria, all’interno della Cattedrale, posto all’ingresso principale. Il Cammino finisce ufficialmente varcando questa soglia. Son rimasto un bel pezzo fermo senza oltrepassarla; farlo significava dar fine a quest’avventura meravigliosa, destinata a restare indimenticabilmente nella mente e nel cuore, oltre che cambiarmi la vita.
Atti finali del Cammino: la presentazione all’Ufficio del Pellegrino per l’ultimo timbro da apporre sulla Credenziale e ritirare la Compostela (documento che attesta il pellegrinaggio). Poi la S. Messa del Pellegrino che si svolge quotidianamente alle ore 12.00. All’inizio della funzione vengono lette la località di partenza e la nazionalità di ciascun pellegrino che si è presentato entro le ore 11 del giorno presso l’Ufficio del Pellegrino ritirando la Compostela; chi arriva oltre tale ora, verrà menzionato nella S. Messa delle ore 12 del giorno successivo.

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30/09/2007. Piazza del Obradoiro – Cattedrale di Santiago.
Spero che quanto sopra sia stato di gradimento, e per eventuali informazioni di chi fosse interessato all’esperienza o altro resto a disposizione via mp, rispondo appena riesco.
Grazie
daniele