...a seguire e fotografare il malessere. Sinceramente avrei voluto farne un Life ma le cose che avrei da dire potrebbero innescare discussioni che non voglio assolutamente affrontare in questa sede. Posto solo un po' (tante ) di foto, sperando rendano clima e pensiero.
I commenti, sempre e comunque graditi.

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Grazie per la pazienza.

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Dalla tua pellaccia dovresti far uscire più spesso il reportagista che c’è in te.

Una fotografia non “alla” manifestazione ma “dentro”.
Come se fossimo anche noi lì tra quelle persone con il loro sguardi e le loro parole a comunicarci i singoli drammi personali e sociali che stanno vivendo.
Per questa volta hai abbandonato il bianco e nero. Hai fatto bene! Il colore dà ancora più vita.
Questo è vero reportage

Una mattina, mi son trovato...

Te la correggo io la frase o aspettiamo il passaggio di Stefano?


Scherzi a parte, sono molto contento di vedere questo tuo lavoro. Come dice Valerio, quello che hai dentro (fotograficamente parlando) non lo tiri fuori spesso, ed è un peccato.
Stavolta l'hai fatto e ne è valsa la pena, riuscendo a descrivere con poche foto (e lo so che per te sono già troppe queste... ) l'atmosfera di una mattina di protesta per il lavoro, di chi quel lavoro lo sta perdendo.

E vedo anche un Claudio diverso, non solo per la scelta del colore, che non è del tutto nuova, ma per il modo di stare dentro alla scena, in parte come tuo solito, in parte cercando di isolare alcuni dettagli significativi e che portano un messaggio forte ed evidente, come in questo caso.

Quindi Bravo!!! e lo dico con convinzione essendo tu uno dei primi che mi hanno bastonato su queste pagine, e ti devo molto

Non c'è che dire questi sono i tuoi reportage, il tuo carattere, il tuo modo di essere.
Se non avessi firmato il post lo avrei al 99% accomunato a te.
Una sola cosa manca a mio avviso, ma forse è frutto della situazione che stanno vivendo i manifestanti e non solo, manca lo sguardo, lo sguardo in camera, lo sguardo della fierezza!
Questo è quello che ho avvertito "a pelle" e così l''ho scritta.
Saluti

Ho sempre pensato che quando il cuore batte per una cosa non ci sia niente di meglio che respirarla senza paure e senza freni, anche fotograficamente.

Per me questo è un LIFE con la L maiuscola, chissenefrega se ci scappa qualche discorso nel merito.
Non si può scindere, nemmeno su queste pagine ovattate, la vita reale dalla testimonianza fotografica.

Qua, come foto, Claudio, siamo sul normale ... , ma si sa che quel che conta è ben altro.

Paolo

p.s.: la quarta ... mammamia.

Tranne in una foto ... la quarta foto .... nello sguardo .... la fierezza e la dignità di un popolo di lavoratori ... quello sardo!!

Per me il reportage è quella foto!!

Raffa

Ringrazio davvero tutti, per chi è passato e ha lasciato una sua impressione e per chi è passato e magari si è fermato solo per un attimo a riflettere. In questi casi mi accorgo da solo e solo dopo, di non essere stato purtroppo all'altezza del compito e degli eventi troppo grandi per un amatore quale sono. Vi assicuro che sento queste questioni molto dentro il mio animo e per tradurle in fotografia servirebbe, forse, quel distacco che invece non riesco ad avere.
La mia gioia maggiore è stata quella di poter sedere fra loro ed urlare con loro e per loro.

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e questo spirito esce fuori dalle foto. reportage vero proprio perchè vissuto...
simone

MODERATORIIIIIII!!!! Correggere la frase, please!

Che vuoi Mauri, Claudio ci prova, ma il suo inconscio gli impedisce di scrivere le cose come si deve... E poi con l'età i difetti si accentuano....

Belle le foto, che avevo già visto in anteprima, però secondo me, per un reportage che si rispetti, manca qualche riga di commento. Comunque è anche vero che la fotografia, come le barzellette, quando occorre spiegarla vuol dire che non ha raggiunto il suo scopo... E qui da spiegare non c'è NULLA, a parte far notare il silenzio che i mass media "di regime" creano intorno a queste cose.