Ciao a tutti, sarei curioso di conoscere la vostra opinione su un argomento che da tempo sostengo, e che è una delle mille sfaccettature dell'annoso dibattito sul passaggio al digitale. La tesi che sostengo è che per le Case produttrici si siano aperte le porte di un buisness senza precedenti per la commercializzazione dei corpi macchina. Mi spiego meglio: L'attrezzatura minima per la fotografia tradizionale era composta da un obiettivo, una pellicola e un corpo macchina. Nello specifico, quello che determinava la qualità di un negativo era la bontà dell'ottica e la qualità della pellicola montata; il corpo macchina, anche il più costoso, svolgeva la funzione di prendere la mira, aprire l'otturatore ed impressionare la pellicola. Acquistando un ottimo corpo solido e funzionale, si era al sicuro per anni, limitandosi ad aggiornare se necessario il parco ottiche e ad acquistare di volta in volta la pellicola più opportuna.
Con l'avvento del digitale è magicamente scomparsa la pellicola, e con essa la separazione fra supporto di memorizzazione e supporto di acquisizione. La luce che attraversa l'obiettivo va oggi ad impressionare un sensore, che, a differenza delle vecchie pellicole, è integrato nel corpo macchina, e da esso inscindibile. Questo fa si che tecnologie sempre più all'avanguardia e la continua ricerca immettano sul mercato sensori di qualità sempre maggiore, con possibilità di sviluppo che al momento appaiono enormi. Il risultato è che, per aggiornarsi e disporre di una tecnologia sempre migliore, non possiamo far altro che cambiare il corpo macchina con una frequenza che, una volta, avremmo definito da pazzi. E tutto questo si traduce, oltre che in gioia per i nostri occhi ogni volta che apriamo la scatola della nuova D700 di turno, in enormi guadagni per le Case Costruttrici.