QUOTE(efroriz @ Mar 15 2010, 12:52 PM)

Rispiego. Il 18-200 è una di quelle famose lenti che in inglese si dice che "respirano", ovvero cambiano la lunghezza focale effettiva a seconda della distanza di messa a fuoco. In pratica: prendiamo il 18-200, mettiamolo a 18mm e zoomiamo fino a 200. Se stiamo mettendo a fuoco un oggetto vicino, per esempio dall'altra parte di una stanza di normali dimensioni, vediamo che, arrivati intorno ai 135-150mm, anche zoomando ulteriormente non vediamo avvicinarsi di più l'oggetto inquadrato. Entro una certa distanza di messa a fuoco, dunque, il 18-200 non raggiunge davvero i 200mm, ma si ferma intorno ai 135, anche se lo zoomate completamente. Se così non fosse, come ha detto qualcun altro in passato, una lente dalla minima distanza di messa a fuoco così contenuta sarebbe a tutti gli effetti una macro.
Un altro utente, tempo fa, aveva postato un confronto tra il 18-200 e il 55-200 dalla stessa distanza in uno spazio ristretto, e aveva evidenziato molto bene come il 55-200 arrivava nettamente "più lontano" del 18-200, con entrambi gli obiettivi settati a 200mm.
Pertanto il 18-200 può raggiungere effettivamente i 200mm solo se messo a fuoco all'infinito; per distanze più brevi è un 18-135 o al massimo un 18-150.
Per la cronaca, ho letto che anche il nuovo modello del 70-200 è una lente che "respira", e lo stesso sembra valere per il 105 Micro VR.
E' vero, il 70-200VR II sembra soffrire di questo problema, che ne limita la focale massima, quando focheggiato diversamente da infinito, a circa 165mm. Basterebbe questo per farmi propendere verso il "vecchio" 70-200 VR I, che, però, vignetta a f2,8 in FX... Deve essere uno zoom particolarmente difficile, un 70-200 f2,8, perchè sembra che, chi più chi meno, anche i modelli della concorrenza soffrano di difetti simili. Sarebbe bello sapere perchè è così "difficile"...
così come mi incuriosisce sapere perchè praticamente "tutti" i 70-300 oltre i 200mm vedono calare drasticamente le loro prestazioni, almeno quelle strumentali...
Ciao