Ciao Campanelli-no! (e ciao Enrico e Dnovantagirl...)
Per cominciare, sì, sei scusata per avermi chiamato in causa... per stavolta!

Per quel che invece riguarda "l'oggetto del contendere", premetto che
tutto quello che dirò è (come sempre) soltanto la mia personalissima opinione, e come tale, appunto, opinabile... e che sono in massima parte in pieno accordo con Enrico. Succede piuttosto spesso, ma per qualche strana ragione non mi preoccupa...

Poiché la tua "missiva" è piuttosto lunga e complessa, "disseminerò" le mie risposte lungo il testo del tuo post.
QUOTE(Campanelli-no @ Jul 5 2010, 03:45 PM)

Colleghi del forum,
mi capita sovente di confrontarmi con un amico “pittore” in discorsi/discussioni senza fine, che spesso scivolano miseramente nella gazzarra verbale, senza che io ne riesca a trarre – almeno – una morale della favola.
...E già qui mi trovo a chiedermi
"Quale 'morale' riconosceresti come tale, e/o di che 'morale della favola' stiamo parlando?"... Perché ce ne sono diverse, dipende da quale contesto assumi per la discussione.
QUOTE(Campanelli-no @ Jul 5 2010, 03:45 PM)

La base della discussione è l’arte “fotografica”, che viene messa a confronto con quella “pittorica”, ogni qual volta io gli mostro le mie foto.
Di recente, ho mostrato al Tipo un tentativo di close-up fatto (con lenti addizionali, che ancora non padroneggio) ad un fiore, ma un pò fuori fuoco.
- Questa foto è da buttare, dico io
- È perché ti perdi in inutili tecnicismi, risponde lui.
- Ma, ma…. Una macro fuori fuoco è una foto OGGETTIVAMENTE sbagliata. È quasi una contraddizione.
- Tu non vedi “oltre”: questa foto, ritagliata, è una bellissima macchia di colore che può diventare “altro”… (bhè la foto non era a tal punto fuori fuoco, eh… )
E alla via così. Si finisce in un mondo oscuro dove non esistono i mostri del fotografo (neofita, aggiungerei), come luci dure, cieli bruciati, visi sottoesposti, micromosso, orizzonti storti, etc.….
Il fatto è che, secondo me,
voi due non vi siete accordati prima su un contesto comune di lettura, su parametri comuni di valutazione, e su scopi comuni dell'opera.

Per te, quella foto è da buttare perché
non corrisponde a ciò che volevi ottenere. Per lui non è da buttare, perché
ci vede comunque delle cose... e non gli importa un fico secco del fatto che corrispondano o no a quello che tu volevi che fosse.
E, bada bene, la diatriba si svolge sul piano della
comunicazione, e degli
scopi che l'opera si prefigge. Quando dici
"Una macro fuori fuoco è oggettivamente sbagliata", stai facendo riferimento
allo scopo che per te ha una macro... e certamente QUELLA macro. Ma il tuo amico
non vede quello scopo... ne vede
un altro, per il quale il fatto che sia o meno perfettamente a fuoco è ininfluente (almeno secondo lui).
Ai miei occhi, c'è anche una certa
confusione sul significato di "tecnicismo", nel senso che tu e lui attribuite a questa parola significati diversi... e, certamente, diversi entrambi da quello che gli attribuisco io. Salta fuori molto chiaramente nel paragrafo successivo...
QUOTE(Campanelli-no @ Jul 5 2010, 03:45 PM)

E avanti io a spiegare che esistono “generi” (tristi griglie, comunque) nei quali un fori fuoco può essere un virtuosismo, una licenza poetica, ma altri in cui il dettaglio è imprescindibile.
Insomma, un disastro: la fotografia ne esce relegata alla sfera del possibilismo, le mie foto a ciofeche e io non riesco a far passare un solo concetto di quelli che ho in testa e che ritenevo incontrovertibilmente validi.
E questo perché, come dicevo, non avete un "terreno comune" su cui muovervi. Il
concetto stesso di "immagine" che avete è diverso, diversissimo, quasi agli antipodi, e questo al di là dei mezzi usati per realizzarla e delle differenze intrinseche fra essi...
Il fuori fuoco (per restare con il tuo esempio) può essere tutto ciò che dici, e anche altro. Ma, per me, la vera misura di ciò che è è semplicemente il risultato che ottiene.
Se è funzionale alla trasmissione del concetto/significato/chiamalocomevuoi dell'opera, allora è "giusto", altrimenti è "sbagliato"... un "errore", se vogliamo.
Non esiste, per me, che sia "giusto" o "sbagliato" a prescindere, per default, per partito preso...
QUOTE(Campanelli-no @ Jul 5 2010, 03:45 PM)

Premesso che lui non è un ignorante, di arte ne capisce e di pittura ne fa di belle,
che io sono una neofita alle seconde armi, e non ho la cultura – ad esempio – di Enrico Maddalena o Davide Baroni (solo per citare due utenti del forum che stimo e con i quali ho avuto dei bellissimi scambi di idee da cui imparare e che mi scuseranno per essere chiamati ad esempio), che, probabilmente, una insicurezza di base mi impedisce di scattare in libertà e mi aggrappo troppo a quelli che vengono definiti – appunto e in modo non troppo lusinghiero – tecnicismi,...
Premesso che sono d'accordo con Enrico quando dice che non si dovrebbe mai guardare alla fotografia con gli occhi del pittore e alla pittura con gli occhi del fotografo, mi permetto di suggerire che:
- la questione "tecnicismi" è, come ho già scritto, un "falso problema": osserva la cosa da un altro punto di vista. Questi "tecnicismi" non sono nient'altro che
analoghi della pennellata/colpo di spatola/sfumatura eccetera del pittore:
artifici retorici "non verbali", per così dire, che sono (o dovrebbero essere) semplicemente
funzionali all'espressione desiderata dall'autore. Sono
modalità espressive che vanno
apprese e padroneggiate, e nulla più (o nulla meno). E non facciamo confusione fra "tecnica" e "tecnologia": una cosa è il mezzo (la tecnologia), e un'altra il "come si usa quel mezzo" (la tecnica).
Mi permetto di spiegarmi con una analogia "musicale".
Hai presente "Shine on you crazy diamond", il brano dei Pink Floyd? Bene, la prima nota che Gilmour suona con la chitarra è un
sol, ma non un sol "semplice": ci arriva
dal fa, con un rapidissimo
bending (in altre parole, colpisce la corda avendo il dito sul capotasto del fa, e istantaneamente "tira" la corda fino a farla suonare un sol). E' "giusto" o "sbagliato"? Beh,
questo è un APPROCCIO "sbagliato". Se lo ascolti con l'approccio di un chitarrista "classico" alla Segovia, potrebbe sembrarti "sbagliato". Un chitarrista flamenco farebbe una cosa leggermente diversa, ma non lo troverebbe COSI' "sbagliato". Un
bluesman lo troverebbe giustissimo... Ma
tutti questi "sbaglierebbero", perché nessuno di loro
si spoglierebbe dei "panni" a cui è abituato, e giudicherebbero/valuterebbero quella nota (e il modo in cui viene suonata) dal LORO punto di vista.... che NON é quello di chi la suona, né quello del "pubblico": è solo, questo sì, un inutile "tecnicismo" razionale e "di genere", che cerca di dire
"una nota di chitarra va suonata in questo modo, e solo in questo modo"... Fa' una prova. Prendi una chitarra e suona il sol "secco", e senti come cambia l'effetto. Poi fallo con un "legato" dal fa al sol, e senti di nuovo la differenza. E poi fallo con il
bending, poi colpendo la corda ad ogni nota, poi... Alla fine ti sarà chiaro il MOTIVO di quel
bending, che è un motivo essenzialmente espressivo. Non è "giusto" o "sbagliato"... è così. E sarà la tua esperienza diretta a dirtelo.
Spero di essermi spiegato... Intendo costituirmi... non fate del male alla mia famiglia!

QUOTE(Campanelli-no @ Jul 5 2010, 03:45 PM)

...mi pongo delle domande:
- quanto è vero che un cielo sovraesposto è oggettivamente un errore? NIENTE è "oggettivamente" un errore... tutto dipende dallo scopo che volevi ottenere.
- Quali sono i punti di contatto tra queste due arti figurative (delle quali la fotografia viene considerata “inferiore”, non da ultimo da HCB – fotografo e pitore-, il quale riteneva che non fosse da considerarsi nemmeno un’arte)? Vedi la risposta di Enrico...
- Come impostereste voi un confronto di questo genere in maniera che possa essere reciprocamente e culturalmente costruttivo? Cercando di imparare dall'altro, di vedere le cose come le vede l'altro... male che vada, potresti scoprire un mondo di cui nemmeno sospettavi l'esistenza. E decidere se, quanto e in cosa ti piace o ti è utile... tenere solo quello che ti è utile, e "immagazzinare" la conoscenza di quella visione per quando ti servirà.
- I pittori/fotografi avevano un flusso creativo differente a seconda di quello che facevano, o questo è un problema che si pone chi osserva a posteriori i loro “prodotti” "I pittori", come "i fotografi", sono due "grandi generalizzazioni". Nella mia esperienza, il "flusso creativo" è individuale e idiosincratico, unico per ognuno, anche se magari con dei punti di contatto. TU, come fai? Come funziona il TUO "flusso creativo"? Una volta scoperto questo, puoi esaminare (e, in una certa misura, imparare...) il flusso creativo di qualcun altro, e incorporare gli eventuali vantaggi nel tuo.
- …….
- Varie ed eventuali la discussione è apertissima
Un saluto a tutti e un grazie in anticipo a chi vorrà sostenere e alimentare l’argomento
ps: si sposti pure al bar se non si considera argomento di livello
L'argomento è di OTTIMO livello... sta' tranquilla, la sezione è appropriatissima.

Ciao,
Davide