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ho acquistato il 105vr micro,
nell'effettuare i primi scatti in manuale, ho notato che inpostata la focale su 2,8..............nel momento in cui si attiva la messa a fuoco automatica,la focale cambia tra 2,8 e 3,5............
la domanda è la seguente:
questa variazione della focale in manuale e' un difetto dell'obbiettivo,oppure e' una caratteristica del 105 micro? (mi sono posto la seguente domanda dopo aver costatato che con altre ottiche questo nn succede)...............spero possiade darmi risposta vi ringrazio anticipatamente.
MICHELE
Gian Carlo F
QUOTE(YOUNG-HERO @ Oct 26 2010, 08:15 PM) *
ho acquistato il 105vr micro,
nell'effettuare i primi scatti in manuale, ho notato che inpostata la focale su 2,8..............nel momento in cui si attiva la messa a fuoco automatica,la focale cambia tra 2,8 e 3,5............
la domanda è la seguente:
questa variazione della focale in manuale e' un difetto dell'obbiettivo,oppure e' una caratteristica del 105 micro? (mi sono posto la seguente domanda dopo aver costatato che con altre ottiche questo nn succede)...............spero possiade darmi risposta vi ringrazio anticipatamente.
MICHELE

non è un difetto, questo ti accade quando metti a fuoco più vicino, è normale in quanto a distanza ravvicinata si allunga la focale, mentre la lente a tutta apertura resta uguale, ergo diminuisce la luminosità smile.gif
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grazie della delucidazione Giancarlo......
nippokid (was here)
La lunghezza focale non si allunga (?), eventualmente si riduce. Aumenta il tiraggio, quello si. E con lui la dispersione di luce e quindi il diaframma equivalente. Sia quello massimo che quello minimo.
Con R:R 1:1 (minima distanza di MaF) mi pare che il 105micro abbia f/5 come apertura massima e f/57 come apertura minima.
In ogni caso non si tratta di un difetto... Pollice.gif

IPB Immagine

dimapant
QUOTE(npkd @ Oct 27 2010, 03:18 AM) *
....... Aumenta il tiraggio, quello si. .....

IPB Immagine


C'è una piccola sprecisione sui termini.
Il tiraggio di un obiettivo è la distanza tra la flangia di attacco posteriore ed il sensore, ed è invariante rispetto alla posizione del gruppo ottico mobile, che si muove cambiando la distanza di messa a fuoco: focheggiando vicino, il tiraggio non cambia, mentre il gruppo ottico si allontana dal piano focale, rispetto alla posizione minima (fuoco all'infinito) ed il flusso luminoso, la quantità di luce per unità superficiale rispetto al fuoco all'infinito, cala, l'esposimetro della fotocamera se ne accorge, ne tiene conto per esporre bene e sopra un certo valore di cambiamento segnala questo calo come se fosse una riduzione del valore del diaframma massimo.

Otticamente, questo fatto di calo di luminosità sul piano focale NON è una riduzione di diaframma massimo, ma agli effetti pratici di esposizione corretta, per l'elettronica di macchina operare così è la via più semplice e precisa ed infatti funziona benissimo.

Questo calo luminoso focheggiando vicino c'è sempre, anche con le ottiche normali, non macro, ma queste si allontanano meno dal piano focale, il calo è minore e non viene considerato nel mostrare i dati sul display, ma c'è, e la fotocamera ne tiene comunque conto.

Saluti cordiali
Gian Carlo F
QUOTE(dimapant @ Oct 27 2010, 06:49 AM) *
C'è una piccola sprecisione sui termini.
Il tiraggio di un obiettivo è la distanza tra la flangia di attacco posteriore ed il sensore, ed è invariante rispetto alla posizione del gruppo ottico mobile, che si muove cambiando la distanza di messa a fuoco: focheggiando vicino, il tiraggio non cambia, mentre il gruppo ottico si allontana dal piano focale, rispetto alla posizione minima (fuoco all'infinito) ed il flusso luminoso, la quantità di luce per unità superficiale rispetto al fuoco all'infinito, cala, l'esposimetro della fotocamera se ne accorge, ne tiene conto per esporre bene e sopra un certo valore di cambiamento segnala questo calo come se fosse una riduzione del valore del diaframma massimo.

Otticamente, questo fatto di calo di luminosità sul piano focale NON è una riduzione di diaframma massimo, ma agli effetti pratici di esposizione corretta, per l'elettronica di macchina operare così è la via più semplice e precisa ed infatti funziona benissimo.

Questo calo luminoso focheggiando vicino c'è sempre, anche con le ottiche normali, non macro, ma queste si allontanano meno dal piano focale, il calo è minore e non viene considerato nel mostrare i dati sul display, ma c'è, e la fotocamera ne tiene comunque conto.

Saluti cordiali


infatti, hai meglio precisato il concetto, la lunghezza focale è convenzionalmente la distanza tra centro ottico e piano focale (sensore o pellicola) quando l'obiettivo è posizionato all'infinito, se focheggio vicino questa aumenta, pertanto la luminosità espressa dal rapporto:

Lunghezza focale / Diametro diaframma

assume valori maggiori passando ad es da 2,8 a 3 ( cioè diminuisce ), il diametro del diaframma però resta sempre lo stesso
nippokid (was here)
Ciao,

mi spiace contraddirvi (in parte) e non vorrei farla più difficile di quanto sia in realtà e di quanto "richiesto" dalla discussione.
Non sono certo concetti di mia invenzione, quindi capisco che possiate decidere di "non fidarvi" di quanto scritto...si tratta di tecnica che è giusto approfondire e capire con la propria testa e non di atti di fede..

Posso anche supporre che non abbiate mai utilizzato apparecchi di grande formato a corpi mobili, usando i quali è possibile avere un punto di vista privilegiato sulla "meccanica" della fotografia e fare più facilmente propri i concetti di base della tecnica fotografica. Niente di male, ma spesso un soffietto in azione la racconta meglio di interi volumi di formule matematiche.. smile.gif

Un obiettivo macro usato a distanza ravvicinata, quindi con rapporti di riproduzione elevati, comporta una modificazione piuttosto importante delle distanze reciproche di gruppi e lenti flottanti, arrivando ad avere un assetto meccanico equivalente a quello di un obiettivo utilizzato con l'interposizione di un tubo di prolunga, che, guarda caso, modifica il tiraggio complessivo.

Se è vero che non cambia il "tiraggio meccanico" comunemente inteso, utile solo a determinare la generica compatibilità meccanica di obiettivi e fotocamere generalmente appartenenti a diversi sistemi, cambia eccome il "tiraggio ottico" e con esso anche lunghezza focale (in riduzione) e luminosità equivalente.
A parità di tiraggio infatti il rapporto di riproduzione raggiungibile è inversamente proporzionale alla lunghezza focale.
Anche per questo la riduzione di lunghezza focale viene spesso sfruttata per aumentare il rapporto di riproduzione alle brevi distanze di MaF senza dover aumentare il tiraggio complessivo.

Verissimo che tutti gli obiettivi si comportano grosso modo in modo equivalente, in funzione dello schema ottico utilizzato e degli spostamenti reciproci degli elementi al variare della distanza di ripresa, ma in genere tali modificazioni (in particolare della luminosità) sono di scarsa entità e non sufficienti per comportare una modificazione (compensazione) del diaframma.
Questi cali di luminosità sono eccome una modificazione del diaframma effettivo. Non lo sono dal punto di vista della dimensione del "foro" descritto dalle lamelle del diaframma, ma lo sono dal punto di vista ottico, che è quello che interessa nella pratica fotografica.

Ora, senza farla troppo lunga ed inoltrarmi oltre in concetti vecchi come la fotografia e formule matematiche di cui non ho alcuna padronanza, mi permetto di consigliare qualche lettura che possa aiutare una migliore comprensione degli aspetti sopra accennati.

In ordine sparso, qualche link che mi ero annotato:

- Le formule in fotografia di Michele Vacchiano: http://www.michelevacchiano.com/formule.htm#calcolo
- Un ottimo tutorial di Riccardo Polini alias Tramonto in PDF: http://xoomer.virgilio.it/ripolini/Close_up_Ita.pdf
- Un paio di vecchie discussioni QUI e QUI
- Una recensione del 60 micro in cui si accenna all'interazione tra schema ottico e modificazioni delle lunghezze qui considerate.


Poi, se vorrete, si potrà continuare a parlarne, perché no... smile.gif

IPB Immagine

Gian Carlo F
Non mi sembra il caso discutere tanto su una cosa semplice, diciamo tutti le stesse cose, comunque anche io, come Dimapant, ho sempre letto e sentito parlare di tiraggio come distanza tra piano focale e flangia di attacco degli obiettivi e di lunghezza focale la distanza tra centro ottico e piano focale, quando l'obiettivo focheggia all'infinito.
nippokid (was here)
Beh, Giancarlo, non diciamo la stessa cosa. Forse intendiamo la stessa cosa, ma le parole sono importanti.. smile.gif

L'approfondimento tecnico può essere interessante a prescindere dalla circostanza da cui scaturisce.
Se poi non interessa, fa niente, ma non stupiamoci se poi "f/" viene chiamato "focale" dai nostri "giovani eroi" della fotografia..

A presto rileggerti.. smile.gif
Ciao!

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