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89stefano89
salve gente!!!
allora vi pongo il mio quesito....
una mia amica per causa di un lavoro decismanete poco stimolante e per una famiglia che la incoraggia piuttosto poco si ritrova ad avere davvero poca autostima di se! spesso non riesce a reggere il confronto con i suoi capi e colleghi...
ora per natale, mi piacerebbe regalarle un libro su questi argomenti!!
avete consigli? ce ne sono molti ma non avendone mai letti di questo tipo mi chiedevo se qualcuno ne conoscesse di "buoni"

grazie
gattomiro
QUOTE(89stefano89 @ Dec 13 2010, 11:02 AM) *
salve gente!!!
allora vi pongo il mio quesito....
una mia amica per causa di un lavoro decismanete poco stimolante e per una famiglia che la incoraggia piuttosto poco si ritrova ad avere davvero poca autostima di se! spesso non riesce a reggere il confronto con i suoi capi e colleghi...
ora per natale, mi piacerebbe regalarle un libro su questi argomenti!!
avete consigli? ce ne sono molti ma non avendone mai letti di questo tipo mi chiedevo se qualcuno ne conoscesse di "buoni"

grazie

Salve a te, Stefano.

Sarò drastico, ma sono fortemente convinto che i libri, in casi come questo, lascino il tempo che trovano. Mi spiego meglio: sono conscio del potere che può avere il pensiero di un essere umano sulle persone, tanto da cambiarne la vita, ed i libri sono preziosi anche per questo motivo: contengono, in molti casi, il pensiero di uomini illuminati che segnano le coscienze irreversibilmente e possono, così, indurre un mutamento radicale nel comportamento di un individuo. Ed è in questo senso che interpreto la nota espressione: "questo libro ha cambiato la mia vita"...
Ma l'incontro con questi libri è, il più delle volte, casuale, e non presuppone intermediari. E poi ritengo che i vari testi sull'autostima e la percezione del sé, che circolano in libreria da parecchi anni, raggiungano l'unico scopo di ingrassare il portafogli di chi li ha scritti.

Nel caso della tua amica, al contrario, ritengo più opportuno indirizzarla verso un bravo psicoterapeuta, tenendo comunque presente l'importanza fondamentale che riveste l'affetto di un amico e delle persone a lei più vicine, soprattutto con l'approssimarsi delle festività che, notoriamente, possono incidere negativamente sull'umore già precario di un individuo.

Scusa la franchezza, ma su queste cose sono piuttosto intransigente.

Saluti
Alessandro
89stefano89
lo ho pensato anche io! solo che, visti anche i portafogli magri, ho pensato a questa soluzione provvisoria!!!
lei obiettivamente non ha problemi solo che sin da piccola, i suoi genitori le hanno incuccato paure per ogni cosa che non esistono! adesso se ne rende conto ma alla fine... dentro di se sente ancora la voce dei suoi che la spaventano!
per fare un esempio banale banale: lo sport, spesso facciamo qualche attivitá assieme in cerca di qualcosa che le piaccia!
bicicletta: paranoiata dalle cadute, superato questo problema, paranoiata dalle malattie per il freddo
treking: paranoiata dal freddo, sudore. paura dei cani
e piu´ in generale paura di affaticarsi, a casa sua esiste una strana concezione della fatica, vale a dire se ti affatichi poi ti ammali!
sostanzialmente quando le viene il mal di testa, soffre di emicrania, vomita e sta male tutta la notte. un paio di volte é accaduto dopo un giretto in bici o dopo una giornata pesante, e subito a puntare il dito che lei non puo affaticarsi se no vomita e sta male!

davidebaroni
Ciao Stefano!
Concordo con Alessandro: non esistono "manuali" su questi temi... Non che funzionino, almeno! wink.gif
E dico questo anche se, ai miei clienti, capita che dia da leggere dei libri... ma di solito sono accuratamente scelti sulla base dell'individuo a cui sono destinati, ovvero sono quei libri che, a mio parere, costituiscono una metafora a cui quella specifica persona ha probabilità di rispondere positivamente, soprattutto nel contesto di una terapia psicologica. smile.gif

Per inciso... nella mia esperienza personale, un atteggiamento "consolatorio" è rischioso, perché se é vero che sul momento ottiene un effetto benefico sull'umore, a lungo termine se non si fa qualcosa per costruire una VERA autostima (e cioé una stima di sé che sia indipendente dal parere e dalle azioni di altri, chiunque siano) si ricade sempre nel sintomo, prima o poi... al massimo lo si "sposta", ovvero se ne inventa una nuova forma. smile.gif

In ogni caso, so anche che la parola "psicoterapia" (che pure viene da psiché, anima, e therapeia, cura, prendersi cura di, e quindi significa "prendersi cura dell'anima") evoca in molte persone "fantasmi" sgradevoli... quindi, se proprio vuoi un consiglio, NON usarla per proporre alla tua amica un "percorso" di terapia psicologica. smile.gif

In ogni caso, un libro che vedo spesso avere in qualche modo effetti positivi sulle persone é "La mia voce ti accompagnerà", di Milton H Erickson, a cure di Sidney Rosen, ed. Astrolabio... ma ad una condizione. Sono racconti ed aneddoti "didattici", con il commento del curatore. Beh, vanno letti i racconti e tralasciati i commenti... messicano.gif

Ciao,
Davide

PS: leggo ora la tua risposta ad Alessandro... Situazione apparentemente complicata, quella della tua amica. Ma in realtà risolvibilissima... e con molti strumenti diversi, tranne la psicoanalisi.
Ci sono moltissime altre metodologie terapeutiche.
89stefano89
effettivamente anche prendere un appuntamento da uno"strizzacervelli" mette ansia e disagio! daltronde penso che per tutti sarebbe l´ultima spiaggia...

purtroppo per lei vive ancora con i genitori ed é costantemente oppressa da queste falsissime paranoie che mi vien male solo a sentirli parlare certe volte!
davidebaroni
QUOTE(89stefano89 @ Dec 13 2010, 02:16 PM) *
effettivamente anche prendere un appuntamento da uno"strizzacervelli" mette ansia e disagio! daltronde penso che per tutti sarebbe l´ultima spiaggia...

purtroppo per lei vive ancora con i genitori ed é costantemente oppressa da queste falsissime paranoie che mi vien male solo a sentirli parlare certe volte!

Già l'immagine dello "strizzacervelli" non é che aiuti a cambiare le cose, truculenta com'é... biggrin.gif
E poi, quell'immagine è nata per gli psicoanalisti, mentre oggi ci sono una quantità di Scuole centrate sulla struttura del problema che non vanno a "ravanare" più di tanto nella storia del cliente o nei reconditi contenuti dei suo inconscio... del quale, peraltro, hanno un'immagine molto più "positiva" di quella che ne aveva zio Sigmund! wink.gif

Ah, una precisazione: io li chiamo "clienti" anziché "pazienti", perché "paziente", oltre alla pazienza che devono avere con noi terapeuti, implica una []malattia[/i], essendo lo stesso termine indicato per i "pazienti" del medico.
E io non credo che chi va da uno psicologo sia "malata". Certamente non tutta...

Ma quanti anni ha, la tua amica, per vivere ancora con i suoi pur lavorando?

Ciao,
Davide

PS: se vuoi, forse è preferibile continuare questa chiacchierata in MP... il tema è un po', come dire... delicato. smile.gif
89stefano89
ti ringrazio ma a meno che tu non volgia sapere qualcosa di piu´ personale non ci trovo nulla da nascondere!
ha la mia etá 21 anni e purtroppo anche con un ottimo lavoro da soli é impossibile comprare casa o andare in affitto dalle nostre parti..
davidebaroni
Niente di personale, non mi permetterei mai. smile.gif
21 anni sono pochi e tanti allo stesso tempo. Pochi per essere già completamente indipendente economicamente, troppi per essere ancora dipendente affettivamente. smile.gif
In ogni caso, se la tua amica volesse davvero iniziare un percorso personale, se vuoi puoi mandarmi un MP: conosco colleghi in varie parti d'Italia, magari anche "dalle vostre parti", che non so dove sia. wink.gif
Ciao,
Davide
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