QUOTE(Marco Senn @ Dec 29 2010, 09:33 PM)

Nel manualetto del 16-35 c'è una tabella delle pdc alle varie focali e distanze. Secondo il manuale a f/16 con la maf a 0.5m lo spazio a fuoco è da 0.35 a 1.53 metri. Solo a f/22 è da 0.32 a infinito.
A 0.35m anche a f/22 è 0.27m - 0.70m
Solo con la maf su infinito a f/22 è 0.51m - infinito...
Tutto ciò non cozza un pò con il concetto d'uso dell'iperfocale????
Illuminatemi senza litigare se possibile
La distanza iperfocale, H, è calcolabile dal quadrato della lunghezza focale, F, diviso il prodotto dell'apertura, f, e del cerchio di confusione, CdC:
H = F²/(fxCdC)
Se focheggiamo a tale distanza H,
avremo tutto in campo nitido tra H/2 e infinito (il piano di messa a fuoco è però SOLO alla distanza H).
Il valore del CdC dipende dal formato (APS, FX, 6x6, ecc.). Se assumiamo per il formato FX il valore
convenzionale di 0,033 mm (1/30 mm; taluno preferisce usare il valore di 0,030 mm), la distanza H è facilmente calcolabile alle varie lunghezze focali e diaframmi con la formula che ti ho dato.
Supponiamo che stai a 16 mm e f/16. Su FX il CdC vale 0,033 mm e dunque
H = 16²/(16 x 0,033) = 485 mm = 48,5 cm.
Avrai quindi un campo nitido che si estende tra 48,5/2 = 24,25 cm e infinito.
Alla focale 35 mm le cose cambiano:
H = 35²/(16 x 0,033) = 2320 mm = 2,3 m.
Avrai quindi un campo nitido che si estende tra 2,3/2 = 1,15 m e infinito.
Su DX puoi assumere un valore del CdC proporzionalmente più piccolo, e dunque uguale a 0,033/1,5 = 0,022 mm (questo perché l'immagine proiettata dall'obiettivo sul supporto sensibile va ingrandita 1,5 volte di più per ottenere una stampa di stesse dimensioni).
Se ripeti i calcoli fatti sopra, puoi trovare il valore della distanza iperfocale su APS-C.
Tieni conto però che a quei diaframmi (f/16 o f/22) l'ottica comincia a perdere risolvenza e contrasto per via della diffrazione. E dunque la nitidezza complessiva dell'immagine può risentirne negativamente (soprattutto su stampe "grandi").