QUOTE(simone_chiari @ Mar 14 2011, 01:56 PM)

bisogna sapere se hanno più urgenza di fondi o di generi di prima necessità...... il problema è che per questi ultimi c'è un problema (scusa il gioco di parole) di logistica con tutti i mezzi di trasporto fuori uso.
Simone
QUOTE(Franco_ @ Mar 14 2011, 03:44 PM) *
Non sarebbe male se nei prossimi mesi acquistassimo qualcosa, da un semplice filtro, ad un flash o un obiettivo... meglio, molto meglio che inviare qualche soldo che sa tanto, troppo, di elemosina.
Non vorrei essere frainteso, non voglio togliere nulla alla dignità di altri popoli colpiti da catastrofi, ultimi gli haitiani che letteralmente non hanno di che mangiare, la situazione del Giappone è diversa.
credo che abbiate ragione entrambi.
in tali situazioni, poi emergono alcuni paradossi: è vero che la popolazione haitiana vive condizioni di indigenza maggiori, rispetto a quella giapponese, ma il terremoto (io ho vissuto quello dell'80 - che come intensità non è paragonabile, ma come effetti ci si avvicina) è un'esperienza che demolisce più dentro che fuori.
Mi spiego meglio: tutti i danni evidenti di crolli e devastazione - non parlo delle perdite umane, che appartengono ad una categoria differente - lasciano sgomenti per non sapere bene nemmeno da che parte cominciare, poi però, un pò alla volta la ricostruzione comincia; quello che non si può ricostruire è quello che ti si rompe dentro: ognuno di noi considera la propria casa un luogo sicuro, un rifugio accogliente dove ripararsi dalle intemperie atmosferiche o sociorelazionali. Durante e dopo un terremoto ti rendi invece conto che quel luogo sicuro, mentalmente consolidato, può addirittura diventare una trappola mortale.
E' destabilizzante da matti.
Forse - tornando al paradosso - ma siamo sulla speculazione spinta, in questo senso, gli effetti della distruzione e della precarietà che ne deriva (per quanto il popolo giapponese abbia imparato a convivere con i terremoti) dal punto di vista psicologico potrebbe essere maggiormente sentito, proprio perchè dimostra la maggiore fragilità dei contesti cui erano abituati, rispetto a condizioni di vita più "arrangiate".
io ho intenzione di continuare a comprare prodotti giapponesi (oltre che nikonista, sono felice possessore di un CR-V Honda), ma far arrivare laggiù un segnale di vicinanza, oltre che di riconoscenza per i llivelli di eccellenza che hanno saputo raggiungere in tanti ambiti, mi sembra importante.
scusate la prolissità.
ciao