Sempre le vicende cruente, e drammatiche, perfino spaventose
non e’ questione di credere o no…ma i chiodi e le spine del crocefisso sono tremendi
e mi prende sempre la voglia di toglierli .Subito!!

Il dolore e la sofferenza sembrano un viatico da celebrare, quasi da desiderare, per sperare nella salvezza.
E' questo e’ il lato piu’ duro da affrontare….mentre la parte gioiosa, luminosa, la resurrezione, il paradiso, sono sempre una cosa poco descritta, poco rappresentata.
Ma allora un credente che si rivolge alla religione per chiedere la grazia, la fine della sofferenza
….e’ un debole oppure ha la forza della fede?
Questi pensieri mi sono venuti visitando un luogo strano…strano per me,
tetro a prima vista, carico di misticismo, buio, a tratti inquietante.
Ci sono andata per curiosita’…non per fede…
Ero incuriosita dai racconti che me ne avevano fatto.
E’ il Santuario delle Grazie.


Entrando il buio e’ incombente.
poi dalle pareti cominciano ad emergere le statue.
Sono tutte ex-voto. In legno e cera, con abiti originali dell’epoca. A cominciare dal ‘400.

Fotografo a fatica, con il cavalletto ma senza flash.
E senza lampo di misurazione per la messa a fuoco. Voglio essere discreta e il meno visibile possibile. faccio sempre molta fatica a fotografare In chiesa


Impiego tanto tempo per ogni soggetto…e mi ritrovo, per questo, a fissare le statue a lungo..
Se subito mi sembrano spaventose, ceree, quasi cadaveri imbalsamati, dopo un po’ acquistano una loro “umanita’” quasi tenera….
L’occhio si e’ abituato all’oscurita’, i particolari or sono piu' visibili

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Quelli che mi sembravano fiori e foglie disposti in ghirlanda si rivelano mani, occhi, piedi, seni,
membra umane, pure i bubboni della peste ci sono….disposti a ghirlanda sulle colonne, ovunque.
Tanti piccoli puttini e angeli nelle file inferiori, sono i bambini guariti, o nati, per intercessione celeste.


Le statue raccontano le vicende tragiche, per cui la grazia e’ stata concessa.
Sotto ognuna di esse una scritta con le parole di chi e’ stato graziato.
Mi soffermo nel leggerle, e ne scopro la tenerezza della fede di chi le ha poste li’…
Prima di andarmene vedo sul soffitto il coccodrillo. Una leggenda dice che due barcaioli ne furono assaliti, e invocando la vergine riuscirono ad ucciderlo, e a farlo qui esporre.
Non credo sia plausibile, quanto piuttosto il fatto che un animale forse fuggito da uno zoo, e che incarnava un po’ il drago e un po’ il male, custodito ed incatento dentro una chiesa forse faceva
meno paura.

Le sofferenze altrui, egoisticamente, consolano le nostre, ma contemporaneamente ci inducono alla comprensione.

Qando esco tornando al sole credo di aver capito il messaggio di quel posto strano…
Riuscire a conquistare la fede e’ gia’ una grazia, e quando la si ottiene, non si prega piu’ per se stessi..ma per gli altri.
Bianca