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16ale16
Piccolo reportage di viaggio di una cittadina famosa in tutta Italia. Nel poco tempo a disposizione per catturare la cittadina, ho curiosato tra le vie del centro alla ricerca dei simboli classici della Orvieto nota a tutta la nazione.
Orvieto si trova nella parte bassa dell'Umbria al confine con la provincia laziale di Viterbo ed è arcinota per essere la città del duomo, dei pozzi e della ceramica.

BENVENUTI AD ORVIETO
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Risalendo le strade che portano al centro città si inizia ad intravedere l'imponente struttura del duomo, davvero molto grande. Le difficoltà fotografiche sembrano quelle di Vienna, dove Stephansdom è piazzato anch'esso in una piazza molto stretta e fotografarne la facciata per intero è impresa ardua. Rispetto alla capitale austriaca però Orvieto ha una piazza rettangolare che se da un lato non ti permette di allontanarti dal duomo a dovere perché "corta", è decisamente molto larga e non mancano ovviamente le botteghe che da subito richiamano alla ceramica locale:
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I turisti, immancabilmente giapponesi, restano a bocca aperta davanti ad una facciata molto ricca ed imponente e non si può fare a meno di trovare gente con la macchinetta fotografica rivolta verso l'alto, nel tentativo di "domare" la facciata:
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Questa chiesa è famosa tanto per la facciata, estremamente ricca, sfarzosa e decorata in ogni suo punto:
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che per la sua colorazione bianca e nera dei muri:
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Percorrendo gli stretti vicoli del paese si incontrano diverse botteghe che espongono i prodotti tipici di questa cittadina, tra cui la lavorazione del cuoio:
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Il vicolo più famoso per le botteghe, quello storico dove gli artigiani operavano da sempre è Via Mangoni, dover però tra vecchi simboli di antichi lavori:
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si trovano purtroppo segni decisamente kich e di gusto anche abbastanza discutibile, considerando il contesto in cui sono inseriti:
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Ma Orvieto è anche la Torre del Moro, dove, salendo una lunga scala, si gode di una vista dall'alto che ci fa respirare tutta l'atmosfera del piccolo paese. Si riesce finalmente a vedere il duomo nella sua interezza e tra i tetti delle case e le colline intorno, si apprezza in pieno l'atmosfera orvietana:
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Scendendo dalla torre e ci si rimmerge nei vicoli dove si viene catturati dagli sgargianti colori delle ceramiche esposte:
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Percorrendo una breve distanza si arriva a Piazza del Popolo, dove spicca l'omonimo palazzo. E' sabato ed è giornata di mercato, la piazza è quindi popolata dai banchi e dagli ombrelloni degli ambulanti:
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Questo palazzo è stato sede di un centro congressi fino al 1989 ed oggi non è visitabile. Colpisce però la sua facciata con merlature ghibelline e la geometria delle sue rampe di scale e le particolari finestre:
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La zona più antica del paese è nota come zona della Cava, con immancabili richiami alle antiche botteghe di un tempo:
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In questa area si trova il pozzo della Cava, scavato nel tufo e profondo 36 metri. La visita all'interno di questo sito mostra in tutta la sua profondità questa cavità:
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Ma a proposito di pozzi, ad Orvieto si trova il più famoso Pozzo di San Patrizio. Attorno a questo pozzo sono legate anche delle leggende, fatto sta che è stato costruito del sedicesimo secolo quando il papa si rifugiò ad Orvieto dopo il sacco di Roma. L'accesso all'acqua, spettacolare opera di ingegneria, è fornito da due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e servite da due diverse porte, che consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta, senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all'unica via che saliva al paese dal fondovalle:
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Man mano che si scende si incontrano le persone che risalgono usando l'altra rampa che ogni tanto sbucano dalle aperture delle rampe stesse:
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Arrivati sul fondo del pozzo non si può non alzare lo sguardo guardando quella luce verso cui ci si dirigerà per risalire.
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DAP
ciao Ale.buongiorno,due parole prima di alzare la serranda..........la luce Ale !,la prima cosa che ho notato.....la luce,questo momento del giorno non è proprio adatto ad un "Fotografo"......questa è la luce per i turisti,o questa o niente............la prima Ale,la facciata del duomo,và bene l'effetto luce ma il duomo di Orvieto meriterebbe più nitidezza,bilanciamento nei contrasti chiaroscuri e brillantezza nelle cromie,e le tesserine d'oro dei mosaici?...........serenamente Ale,il resto delle immagini lo trovo ,come dire!?...frettoloso?poco approfondito nell'approccio alle inquadrature?!la seconda per esempio,è "vuota",la brocca a sx parte del duomo a dx e al centro di mezzo frame uno stradone mezzo bruciato vuoto...............alcune altre sono inquadrature troppo somiglianti alla stessa visione normale e naturale di "uno sguardo comune"....non vedo proiettato negli scatti un bello sguardo Fotografico,non basta la sgrandangolata col punto di ripresa basso o il rubinetto(???)in primo piano.....ma quell'ora del giorno Ale,se puoi evitala.....e tutto secondo me ovviamente!!!!!!!!
doc1974
QUOTE(DAP @ Jul 19 2012, 08:05 AM) *
ciao Ale.buongiorno,due parole prima di alzare la serranda..........la luce Ale !,la prima cosa che ho notato.....la luce,questo momento del giorno non è proprio adatto ad un "Fotografo"......questa è la luce per i turisti,o questa o niente............la prima Ale,la facciata del duomo,và bene l'effetto luce ma il duomo di Orvieto meriterebbe più nitidezza,bilanciamento nei contrasti chiaroscuri e brillantezza nelle cromie,e le tesserine d'oro dei mosaici?...........serenamente Ale,il resto delle immagini lo trovo ,come dire!?...frettoloso?poco approfondito nell'approccio alle inquadrature?!la seconda per esempio,è "vuota",la brocca a sx parte del duomo a dx e al centro di mezzo frame uno stradone mezzo bruciato vuoto...............alcune altre sono inquadrature troppo somiglianti alla stessa visione normale e naturale di "uno sguardo comune"....non vedo proiettato negli scatti un bello sguardo Fotografico,non basta la sgrandangolata col punto di ripresa basso o il rubinetto(???)in primo piano.....ma quell'ora del giorno Ale,se puoi evitala.....e tutto secondo me ovviamente!!!!!!!!

critiche giuste ma allora chiedo agli esperti fotografi come fate a fare un reportage che racconti quello che un visitatore medio può incontrare in una città come Orvieto se capitate nella città nelle ore centrali della giornata? evitate di fare le foto? oppure cercate di farle lo stesso stando maggiormente attento alla composizione?
16ale16
QUOTE(DAP @ Jul 19 2012, 08:05 AM) *
ciao Ale.buongiorno,due parole prima di alzare la serranda..........la luce Ale !,la prima cosa che ho notato.....la luce,questo momento del giorno non è proprio adatto ad un "Fotografo"......questa è la luce per i turisti,o questa o niente............la prima Ale,la facciata del duomo,và bene l'effetto luce ma il duomo di Orvieto meriterebbe più nitidezza,bilanciamento nei contrasti chiaroscuri e brillantezza nelle cromie,e le tesserine d'oro dei mosaici?

come prima considerazione lasciami dire che non essendo fotografo di professione, non posso scegliere i posti in base al tempo, spesso mi devo adattare a dove mi trovo quando mi ci trovo. Magari a poter fare quello che mi pare con la fotografia, quando mi pare wink.gif Sarebbe sicuramente tutto diverso. Ad Orvieto ero turista dal punto di vista della luce, arrivato col treno e col treno tornato indietro. Piuttosto che non scattare preferisco combattere con una luce difficile, portando fuori la macchina fotografica ugualmente.
Quando c'è una luce del genere, l'unica strada è quella di far capire che fa caldo, sfruttando inquadrature che siano appunto rigide. Se dovessi scattare solo quando c'è luce buona, la fotografia sarebbe come la caccia: avrebbe la sua stagione autunnale e basta...

Sullo scatto di apertura, vista l'enorme difficoltà di gestire il sole che stava salendo dietro al duomo, l'unica cosa che ho provato a fare è stata quella di colorare con una diagonale di flare, sfruttando le ben note caratteristiche del 20 in questo contesto (stessa cosa la ritrovi in altra forma nella 3, con l'arcobaleno in basso a sinistra).
Sulla nitidezza della facciata, onestamente non capisco la richiesta, dal momento che il fuoco è sulla facciata, non ci sono altri elementi in mezzo che possano occluderla. Sulla "brillantezza nelle cromie": i colori ce li fa vedere il sole, se il sole sta alle spalle è un po' difficile vedere colori accesi. .. Se carico la saturazione rischio di ottenere qualcosa di tremendamente finto, nel senso, quale luce carica così tanto i colori, se la luce è alle spalle? wink.gif
Non capisco poi il bilanciamento dei chiaro scuri. La sua luce è uniforme, è in ombra, quindi non ci sono chiari e scuri... mi spieghi meglio cosa
dovrebbe essere bilanciato meglio? smile.gif
Se da questa inquadratura riesci a discernere le tesserine d'oro dei mosaici, considerando anche i 72dpi e gli 800 pixel di lato, complimenti... io non le vedo biggrin.gif


QUOTE(DAP @ Jul 19 2012, 08:05 AM) *
...........serenamente Ale,il resto delle immagini lo trovo ,come dire!?...frettoloso?poco approfondito nell'approccio alle inquadrature?!la seconda per esempio,è "vuota",la brocca a sx parte del duomo a dx e al centro di mezzo frame uno stradone mezzo bruciato vuoto...............alcune altre sono inquadrature troppo somiglianti alla stessa visione normale e naturale di "uno sguardo comune"....non vedo proiettato negli scatti un bello sguardo Fotografico,non basta la sgrandangolata col punto di ripresa basso o il rubinetto(???)in primo piano.....ma quell'ora del giorno Ale,se puoi evitala.....e tutto secondo me ovviamente!!!!!!!!


Sulla seconda siamo d'accordo, la piazza era vuota e l'idea, come scritto nel testo era quello di descrivere la "strettezza" (termine orribile) della piazza. Sono anche io d'accordo sul fatto che non essendoci carovane di turisti in mezzo o gente, al centro è un po' vuota. Di bruciato comunque non c'è niente

Sulle altre onestamente non mi ci trovo, ad esempio la 4 e la 5: tu il duomo di Orvieto generalmente lo vedi così?
La 6: le vetrine con le maschere di cuoio sono generalmente in questa posizione?

7 ed 8 rientrano in una inquadratura più classica, anche perché se facessi tutto in diagonale sarebbe una montagna russa e non un reportage...

La 9 è dal basso, con la triangolazione betty boop, cavaliere, cane sul piano vicino e lo spettatore della scena, sfocato sul retro. Direi che non è frettolosa, anzi decisamente ricercata, proprio per introdurre la triangolazione di cui sopra. Guarda anche gli occhi di betty boop, che rimandano al cavaliere, sono l'inizio del percorso che ti riporta verso il cane

La 10 è il paginone centrale, che generalmente in un reportage è la pagina di respiro e non può essere stravolgente. Si rientra in un contesto statico, di ripresa di fiato per chi guarda, pronti a cambiare pagina.
Pagina che si cambia col piano americano al turista che guarda le ceramiche, anche qua con il taglio ricercato, aspettando che il tizio si abbassasse.
Dopo questa entri nel dettaglio delle ceramiche che sta guardando, con un particolare delle stesse, in cui in basso ho inserito un cucchiaio che, se ci fai caso, fa da guida verso quelli disposti tutti nella stessa posizione, solo di questo infatti si vede il manico. Anche qua, dire che è frettolosa, mi sembra strana, visto che i cesti me li sono spizzati quasi tutti e poi ho piazzato così a mano il cucchiaio, non avendo modo di averne uno "naturalmente".
La sgrandangolata, per usare un tuo termine, col rubinetto in primo piano, richiama la luce di cui si parlava prima, se ci fai caso c'è anche la goccia. Non c'è una nuvola in cielo, ho inserito, tutt'altro che frettolosamente, un elemento come l'acqua, a goccia per carità (un piccolo simbolo).
Inoltre la piazza era tutta piena di ombrelloni e quindi non c'era modo di beccare il palazzo se non da qua. Avrei potuto fare la foto da turista, frettolosa, puntando e basta al palazzo, ho cercato di dare un piano in più, inserendo a sinistra la fontanella, con la goccia

La 14 e la 15: il palazzo è famoso per la merlatura e le finestre. Nella 14 ti inserisco la via di lettura in diagonale, nella 15 ti metto invece la geometria (col limite offerto dal recupero prospettico di Photoshop). Forse nella 14 avrei potuto mettere una statua, che era presente, in primo piano, ma avrei introdotto un elemento nero (questo era il colore) e poi avrei staccato troppo dalle merlature, oggetto per cui il palazzo è appunto famoso.

16: elemento verticale nero che divide due soggetti posti su una diagonale. Elemento orizzontale sotto al vaso che invece rende staticità. Inoltre la scritta sul cartello è funzionale al racconto, dal momento che guida verso via della cava.

La foto dall'alto del pozzo della cava: c'è un solo punto da cui scattare, quello. Se devo parlare del pozzo, non posso non scattarla. Già vista, già pubblicata, già tutto, ma non si può fare diversamente

Stessa cosa per la prima della serie di san patrizio, con la chiusura che è fatta con la macchina a terra, perché è sicuramente più inviatante guardare verso l'altro col 20, introducendo linee prospettiche convergenti a forma cilindrica (è circolare il pozzo) piuttosto che fare una foto al fondo del pozzo stesso, con la ringhiera metallica.

QUOTE(doc1974 @ Jul 19 2012, 08:47 AM) *
critiche giuste ma allora chiedo agli esperti fotografi come fate a fare un reportage che racconti quello che un visitatore medio può incontrare in una città come Orvieto se capitate nella città nelle ore centrali della giornata? evitate di fare le foto? oppure cercate di farle lo stesso stando maggiormente attento alla composizione?

Vedi, al tua domanda è più che lecita. Focca la bindella della bislacca, possibile che io, povero impiegato, che faccio sacrifici per comprare un giocattolo come una reflex con ottiche e tutto il cucuzzaro, se c'ho tempo solo d'estate me la devo dare sui denti perché la luce fa schifo?
Io ho una mia teoria, legata a diversi corsi e all'esperienza sul campo. In studio la luce te la fai te e con le difficoltà del caso sia ben inteso, puoi ottenere tutti gli effetti che vuoi. Te la canti e te la suoni esattamente come vuoi. All'aperto è il sole che comanda. E allora?
Se puoi, cerca di alzarti presto d'estate per carità e usa una luce migliore, ma se non puoi hai 2 strade:
1. scatti lo stesso
2. non fai niente

sinceramente? Io esco con la macchina, me la vado a cercare la sfida, cercando di lavorare appunto magari col flare, con il senso di caldo, ecc ecc. Esci, buttati nella mischia, scontrati e scornati con la realtà, sbaglia o azzecca, ma non aspettare di avere il servizio della vita per postare qualcosa o peggio ancora per uscire. Un commento positivo o negativo qua non te cambia niente, sono pareri, quindi studati un attimo la fotografia e cerca di avere un'idea STRUTTURATA su come lavorare, esci e prova.
Poi fai vedere il reportage o le foto a chi preferisce stare a casa "perché la luce fa schifo" wink.gif
L'unico modo che hai per fare qualcosa è d'estate? Esci e fai quello che puoi... vorrà dire che National Geographic non ti chiamerà mai per delle foto, ma tanto cocco bello... damme retta... se te fai la reflex per questa finalità, allora me sa che c'è qualcosa da rivedere...

La fotografia è divertimento, c'hai tempo solo d'estate? E vabbè, esci con la macchina, scatta ma cerca di fare qualcosa di non frettoloso, per tornare alle parole precedenti. Pensa a strutturare qualcosa (io mi sono girato il cucchiaio nella foto di cui sopra) per intenderci, ho aspettato di avere il piano americano con la giusta posizione del turista, mi sono studiato il palazzo del popolo e avendo visto che è famoso per le merlature quelle sono andato a riprendere. Poi può piacere o no, ci puoi riuscire o no, qua ti possono scrivere qualsiasi stupidaggine o la verità pura, ma tu HAI FATTO QUALCOSA.

Se mi permetti una citazione, si dice che chi sa fa, chi non sa insegna. Sulle varie esperienze che ho avuto in anni di fotografia c'è sempre il teorico, quello che ha letto qualcosa (magari non capendoci niente) e scrive per sentito dire o per citazioni dotte (ripeto senza neanche sapere cosa sta dicendo), poi c'è chi si sporca le mani, chi esce per strada, chi va a cercarsi i guai, le situazioni anche difficili. Ma se contro tutte le difficoltà del caso, comunque strutturi il tuo lavoro, se ti basi su un'idea, un progetto, una scaletta, un modo di lavorare che non sia casuale, allora hai fatto bingo!
Le foto possono piacere o non piacere, sperando che ti arrivino commenti sensati da parte di chi SA LEGGERE cosa hai fatto (altra cosa molto rara), ma tu hai FATTO qualcosa. Da casa sò tutti bravi:"Secondo me dovevi, secondo me era meglio... ecc ecc", ma quanti di quelli che ti rispondono così veramente poi sanno, ripeto, sporcarsi le mani?

Occhio eh, non fraintendiamo, non c'è polemica con nessuno in particolare, è solo per presentarti il pubblico, l'audience. Questa è la verità di chi ti guarda, uno spaccato del pubblico ma a 360°, vale a dire che sempre, ovunque e dovunque ci sarà quello che veramente ne sa qualcosa, e l'accademico pseudo esperto o peggio ancora sedicente/autoeletto esperto che ti dirà la sua. A questo puoi solo rispondere avendo dalla tua un percorso che hai seguito.

La foto in strada è tosta, veramente tosta, devi capire cosa sta accadendo, ti devi accontentare delle luci e devi interagire con le persone... riuscirci è tutt'altro che scontato, ma se resti a casa perché "la luce fa schifo", allora amico mio, metti una bella inserzione della sezione dell'usato e goditeli con altro!
DAP
QUOTE(doc1974 @ Jul 19 2012, 08:47 AM) *
critiche giuste ma allora chiedo agli esperti fotografi come fate a fare un reportage che racconti quello che un visitatore medio può incontrare in una città come Orvieto se capitate nella città nelle ore centrali della giornata? evitate di fare le foto? oppure cercate di farle lo stesso stando maggiormente attento alla composizione?

ciao doc....una "cautelata" risposta stavo già inserendola nel commento che hai letto ma poi ho preferito rinunciare per timore di incomprensioni sempre sull'uscio di un comunicare virtuale.......fammi dire subito che chi ti risponde non si ritiene "un esperto fotografo"anche per il semplice motivo che tante e tante volte molte delle mie ciambelle spesso vengono senza buco, ma un sanguigno appassionato si,a cui piace esprimersi attingendo dalla propria esperienza più o meno comune a tanti con l'innocua ambizione che possa essere di contributo,quello stesso che molte volte ho accolto documentandomi e leggendo esperienze di altri.........ok doc!!il mio passo che dicevo prima e che poi ho preferito evitare riguardava la mia personalissima opinione sull'utilizzo finale del lavoro fatto,io ritengo che un confonto libero,amichevole,costruttivo e sincero come tutti auspichiamo si possa avere in questo forum e soprattutto non ci scordiamo tra fotografi ,con diverse esperienze a più livelli ma tutti fotografi... possa farci esprimere nella consapevolezza che ciò che ci interessa vedere o presentare ad altri sia un lavoro fatto da poter essere apprezzato su basi fotografiche ove sono inclusi quei parametri che fanno differenziare il livello di conoscenza fotografica da un "visitatore fotografico medio"come citi tu per rendere l'idea,...per concludere......le foto si fanno sempre ,come e dove e quando si possono fare e per i motivi propri più svariati,...è per me normale che quando poi si presentano ad una platea di osservatori del settore le criticità da migliorare vengono fuori....come quelle da apprezzare certamente.......cosa farei io in simili condizioni?!non è facile a dire....magari farei le stesse foto e me le terrei nel mio album dei ricordi di viaggio,oppure mi sforzerei ancora per capire quali sono quelle particolari condizioni da assumere per evitare inevitabili problemi,avrei ritratto solo una parte del duomo,avrei scelto quale, avrei giocato sulle geometri e colori avrei in qualche modo trovato come fare una buona foto comunque anche senza pretendere il duomo intero se poi ,con l'intenzione da farla vedere ad una selva di fotografi, sarebbe venuta venuta un immagine opaca,poco leggibile non dettagliata....insomma il come e cosa è un pour parlè un pò campato in aria,l'importante è che certe criticità vengano considerate,certi fattori vengano valutati per poi muoversi di conseguenza .....lavoro dopo lavoro,valutazione dopo valutazione.........ho scritto questo pensiero tra un clinte e un altro,tra una fototessera e un ritiro di foto,visto l'argomento sprero tanto che non si legga traccia da interpretare come un polemico saccente intervento ma che si possa solo capire il mio semplice e amichevole pensiero espresso sempre con l'intenzione di contribuire
Negativodigitale
Per quel che può valere, personalmente, sposo le considerazioni di Ale, MA-ANCHE(cit.) quelle di DAP, che non sono inconciliabili per niente.

E questo thread è la conferma di quanto vado dicendo da almeno un paio d'anni o tre, cioè che questa piattaforma e questa sezione in particolare debbano essere più APERTE possibile in modo da accogliere con senso della realtà le proposte fotografiche di tutti.

Mi spiego meglio: questo piccolo-reportage-di-viaggio di Ale è fatto con un certo criterio ma-anche con tutto il bene e con tutto il male di una fotografia amatoriale. Dice Ale "ma io faccio un altro lavoro, a Orvieto ci potevo andare solo quel giorno lì a quell'ora lì", e questo, se da un lato è sacrosanto, dall'altro dà la cifra esatta del lavoro.
Ben altro risultato sarebbe uscito se Ale avesse avuto i mezzi (parlo di disponibilità di tempo, innanzitutto) per frequentare questo luogo in più momenti diversi, in ore diverse, con un approccio più evoluto.
E' un reportage orribile? NO, per me no, anzi, l'autore ha fatto quello che la gran parte di noi avrebbe fatto nelle condizioni date.
Ci sono margini di miglioramento? Certo che si, a me per esempio, non piacciono per niente quelle con fuoco selettivo tipo la 13, stravista e inconsistente.

E comunque, stanti così le cose, doveva esimersi dal pubblicarlo? No, per me no, nemmeno per sogno.

smile.gif

Ciao! Paolo

p.s.: aggiungo, brevemente. A mio avviso uno degli errori più grossi del Reportage fatto "alla buona" è quello di pensare fotografare un luogo o un evento quando vogliamo noi, a nostro comodo. Gli eventi, ma anche i luoghi, hanno dei picchi di forza, di energia, di pathos e per fare un bel lavoro bisogna cercare di esser lì proprio in quei momenti. Non c'è scampo.

wink.gif
DAP
QUOTE(16ale16 @ Jul 19 2012, 10:14 AM) *
come prima considerazione lasciami dire che non essendo fotografo di professione, non posso scegliere i posti in base al tempo, spesso mi devo adattare a dove mi trovo quando mi ci trovo. Magari a poter fare quello che mi pare con la fotografia, quando mi pare wink.gif Sarebbe sicuramente tutto diverso. Ad Orvieto ero turista dal punto di vista della luce, arrivato col treno e col treno tornato indietro. Piuttosto che non scattare preferisco combattere con una luce difficile, portando fuori la macchina fotografica ugualmente.
Quando c'è una luce del genere, l'unica strada è quella di far capire che fa caldo, sfruttando inquadrature che siano appunto rigide. Se dovessi scattare solo quando c'è luce buona, la fotografia sarebbe come la caccia: avrebbe la sua stagione autunnale e basta...

Sullo scatto di apertura, vista l'enorme difficoltà di gestire il sole che stava salendo dietro al duomo, l'unica cosa che ho provato a fare è stata quella di colorare con una diagonale di flare, sfruttando le ben note caratteristiche del 20 in questo contesto (stessa cosa la ritrovi in altra forma nella 3, con l'arcobaleno in basso a sinistra).
Sulla nitidezza della facciata, onestamente non capisco la richiesta, dal momento che il fuoco è sulla facciata, non ci sono altri elementi in mezzo che possano occluderla. Sulla "brillantezza nelle cromie": i colori ce li fa vedere il sole, se il sole sta alle spalle è un po' difficile vedere colori accesi. .. Se carico la saturazione rischio di ottenere qualcosa di tremendamente finto, nel senso, quale luce carica così tanto i colori, se la luce è alle spalle? wink.gif
Non capisco poi il bilanciamento dei chiaro scuri. La sua luce è uniforme, è in ombra, quindi non ci sono chiari e scuri... mi spieghi meglio cosa
dovrebbe essere bilanciato meglio? smile.gif
Se da questa inquadratura riesci a discernere le tesserine d'oro dei mosaici, considerando anche i 72dpi e gli 800 pixel di lato, complimenti... io non le vedo biggrin.gif
Sulla seconda siamo d'accordo, la piazza era vuota e l'idea, come scritto nel testo era quello di descrivere la "strettezza" (termine orribile) della piazza. Sono anche io d'accordo sul fatto che non essendoci carovane di turisti in mezzo o gente, al centro è un po' vuota. Di bruciato comunque non c'è niente

Sulle altre onestamente non mi ci trovo, ad esempio la 4 e la 5: tu il duomo di Orvieto generalmente lo vedi così?
La 6: le vetrine con le maschere di cuoio sono generalmente in questa posizione?

7 ed 8 rientrano in una inquadratura più classica, anche perché se facessi tutto in diagonale sarebbe una montagna russa e non un reportage...

La 9 è dal basso, con la triangolazione betty boop, cavaliere, cane sul piano vicino e lo spettatore della scena, sfocato sul retro. Direi che non è frettolosa, anzi decisamente ricercata, proprio per introdurre la triangolazione di cui sopra. Guarda anche gli occhi di betty boop, che rimandano al cavaliere, sono l'inizio del percorso che ti riporta verso il cane

La 10 è il paginone centrale, che generalmente in un reportage è la pagina di respiro e non può essere stravolgente. Si rientra in un contesto statico, di ripresa di fiato per chi guarda, pronti a cambiare pagina.
Pagina che si cambia col piano americano al turista che guarda le ceramiche, anche qua con il taglio ricercato, aspettando che il tizio si abbassasse.
Dopo questa entri nel dettaglio delle ceramiche che sta guardando, con un particolare delle stesse, in cui in basso ho inserito un cucchiaio che, se ci fai caso, fa da guida verso quelli disposti tutti nella stessa posizione, solo di questo infatti si vede il manico. Anche qua, dire che è frettolosa, mi sembra strana, visto che i cesti me li sono spizzati quasi tutti e poi ho piazzato così a mano il cucchiaio, non avendo modo di averne uno "naturalmente".
La sgrandangolata, per usare un tuo termine, col rubinetto in primo piano, richiama la luce di cui si parlava prima, se ci fai caso c'è anche la goccia. Non c'è una nuvola in cielo, ho inserito, tutt'altro che frettolosamente, un elemento come l'acqua, a goccia per carità (un piccolo simbolo).
Inoltre la piazza era tutta piena di ombrelloni e quindi non c'era modo di beccare il palazzo se non da qua. Avrei potuto fare la foto da turista, frettolosa, puntando e basta al palazzo, ho cercato di dare un piano in più, inserendo a sinistra la fontanella, con la goccia

La 14 e la 15: il palazzo è famoso per la merlatura e le finestre. Nella 14 ti inserisco la via di lettura in diagonale, nella 15 ti metto invece la geometria (col limite offerto dal recupero prospettico di Photoshop). Forse nella 14 avrei potuto mettere una statua, che era presente, in primo piano, ma avrei introdotto un elemento nero (questo era il colore) e poi avrei staccato troppo dalle merlature, oggetto per cui il palazzo è appunto famoso.

16: elemento verticale nero che divide due soggetti posti su una diagonale. Elemento orizzontale sotto al vaso che invece rende staticità. Inoltre la scritta sul cartello è funzionale al racconto, dal momento che guida verso via della cava.

La foto dall'alto del pozzo della cava: c'è un solo punto da cui scattare, quello. Se devo parlare del pozzo, non posso non scattarla. Già vista, già pubblicata, già tutto, ma non si può fare diversamente

Stessa cosa per la prima della serie di san patrizio, con la chiusura che è fatta con la macchina a terra, perché è sicuramente più inviatante guardare verso l'altro col 20, introducendo linee prospettiche convergenti a forma cilindrica (è circolare il pozzo) piuttosto che fare una foto al fondo del pozzo stesso, con la ringhiera metallica.
Vedi, al tua domanda è più che lecita. Focca la bindella della bislacca, possibile che io, povero impiegato, che faccio sacrifici per comprare un giocattolo come una reflex con ottiche e tutto il cucuzzaro, se c'ho tempo solo d'estate me la devo dare sui denti perché la luce fa schifo?
Io ho una mia teoria, legata a diversi corsi e all'esperienza sul campo. In studio la luce te la fai te e con le difficoltà del caso sia ben inteso, puoi ottenere tutti gli effetti che vuoi. Te la canti e te la suoni esattamente come vuoi. All'aperto è il sole che comanda. E allora?
Se puoi, cerca di alzarti presto d'estate per carità e usa una luce migliore, ma se non puoi hai 2 strade:
1. scatti lo stesso
2. non fai niente

sinceramente? Io esco con la macchina, me la vado a cercare la sfida, cercando di lavorare appunto magari col flare, con il senso di caldo, ecc ecc. Esci, buttati nella mischia, scontrati e scornati con la realtà, sbaglia o azzecca, ma non aspettare di avere il servizio della vita per postare qualcosa o peggio ancora per uscire. Un commento positivo o negativo qua non te cambia niente, sono pareri, quindi studati un attimo la fotografia e cerca di avere un'idea STRUTTURATA su come lavorare, esci e prova.
Poi fai vedere il reportage o le foto a chi preferisce stare a casa "perché la luce fa schifo" wink.gif
L'unico modo che hai per fare qualcosa è d'estate? Esci e fai quello che puoi... vorrà dire che National Geographic non ti chiamerà mai per delle foto, ma tanto cocco bello... damme retta... se te fai la reflex per questa finalità, allora me sa che c'è qualcosa da rivedere...

La fotografia è divertimento, c'hai tempo solo d'estate? E vabbè, esci con la macchina, scatta ma cerca di fare qualcosa di non frettoloso, per tornare alle parole precedenti. Pensa a strutturare qualcosa (io mi sono girato il cucchiaio nella foto di cui sopra) per intenderci, ho aspettato di avere il piano americano con la giusta posizione del turista, mi sono studiato il palazzo del popolo e avendo visto che è famoso per le merlature quelle sono andato a riprendere. Poi può piacere o no, ci puoi riuscire o no, qua ti possono scrivere qualsiasi stupidaggine o la verità pura, ma tu HAI FATTO QUALCOSA.

Se mi permetti una citazione, si dice che chi sa fa, chi non sa insegna. Sulle varie esperienze che ho avuto in anni di fotografia c'è sempre il teorico, quello che ha letto qualcosa (magari non capendoci niente) e scrive per sentito dire o per citazioni dotte (ripeto senza neanche sapere cosa sta dicendo), poi c'è chi si sporca le mani, chi esce per strada, chi va a cercarsi i guai, le situazioni anche difficili. Ma se contro tutte le difficoltà del caso, comunque strutturi il tuo lavoro, se ti basi su un'idea, un progetto, una scaletta, un modo di lavorare che non sia casuale, allora hai fatto bingo!
Le foto possono piacere o non piacere, sperando che ti arrivino commenti sensati da parte di chi SA LEGGERE cosa hai fatto (altra cosa molto rara), ma tu hai FATTO qualcosa. Da casa sò tutti bravi:"Secondo me dovevi, secondo me era meglio... ecc ecc", ma quanti di quelli che ti rispondono così veramente poi sanno, ripeto, sporcarsi le mani?

Occhio eh, non fraintendiamo, non c'è polemica con nessuno in particolare, è solo per presentarti il pubblico, l'audience. Questa è la verità di chi ti guarda, uno spaccato del pubblico ma a 360°, vale a dire che sempre, ovunque e dovunque ci sarà quello che veramente ne sa qualcosa, e l'accademico pseudo esperto o peggio ancora sedicente/autoeletto esperto che ti dirà la sua. A questo puoi solo rispondere avendo dalla tua un percorso che hai seguito.

La foto in strada è tosta, veramente tosta, devi capire cosa sta accadendo, ti devi accontentare delle luci e devi interagire con le persone... riuscirci è tutt'altro che scontato, ma se resti a casa perché "la luce fa schifo", allora amico mio, metti una bella inserzione della sezione dell'usato e goditeli con altro!

Ale.......ho timore di riconoscere un tono con il quale mai vorrei interloquire.........tutto il discorso che fai sul tempo a disposizione,sulla passione fotografica,sul meglio fare la foto che non farla,sulla macchina acquistata con sacrifici e relegata a scattare solo nelle migliori condizioni ec ecc è un discorso che non riguarda il mio pensiero espresso nel mio primo intervento che e, nello specifico, in due righe testimonio nella la risposta a Doc..........ci mancherebbe!pensare di fare foto,divertirsi al proprio hobby preferito,dare sfogo alla propria passione solo in determinate circostanze,no è certamente il mio modo di pensare......im maniera forse più incisiva la sostanza è(sempre secondo il mio modestissimo punto di vista) che se volevi far vedere le foto che hai scattato Orvieto,se volevi semplicemente faci vedere quello che hai combinato a Orvieto,se volevi semplicemente condividere questa tua uscita fotografica con altri amici appassionati di fotografia,non sarò certo io a non apprezzare questo tuo lavoro fotografico e con esso tutto il tuo intimo impegno nel fare bene e mettiamoci anche la sudata inevitabile......il mio era ed è il semplice genuino parere su "un risultato fotografico a prescindere"...ed ora che ho letto,credo anche di interpretare il perchè sul risultato fotografico che io deduco dalla spiegazione di certi scatti come quello quello del rubinetto in primo piano dove tiri in ballo una cercata attenzione sulla goccia e carenza di nuvole o sulla ricercata composizione dei mestoli colorati quando anche se li avessi fotografati senza tutta quell'attenzione sarebbe stata sempre una "bella" foto di mestoli colorati aprescindere da diagonali o percorso visivo o il mestolo di cui strategicamente si vede solo il manico.........il Duomo,come faccio a parlare di contrasti o di tesserine d'oro dei mosaici o dei cromatismi dei materiali usati?,ne parlo proprio perchè non li vedo!!!!!da fotografo come te non posso apprezzare una foto del duomo di orvieto così fatta,ma era la sola condizione per farla la foto!!!!!!!pazienza!è una tua scelta quella di far vedere cosa ad un fotografo!!!.........Ale,io non sono un esperto fotografo,sono un forte appassionato che proprio per la sua passione vede il bello in tutte le foto del mondo anche in quelle dei meno esperti perchè fare foto è una comunione con il mondo prima di tutto e merita tutto il rispetto per chi si cimenta in questo......il resto sono solo espressioni di pensiero che potrebbero solo essere utili a migliorarci le prossime volte,tutto quà....niente altro.........ciao
16ale16
QUOTE(Negativodigitale @ Jul 19 2012, 11:49 AM) *
...[omissis]

Ciao! Paolo

p.s.: aggiungo, brevemente. A mio avviso uno degli errori più grossi del Reportage fatto "alla buona" è quello di pensare fotografare un luogo o un evento quando vogliamo noi, a nostro comodo. Gli eventi, ma anche i luoghi, hanno dei picchi di forza, di energia, di pathos e per fare un bel lavoro bisogna cercare di esser lì proprio in quei momenti. Non c'è scampo.

wink.gif

questo Paolo sarebbe il sogno smile.gif In tutto quello che mi sono studiato sui libri e tutti i prof di cui ho fatto corsi, hanno sempre detto una cosa: "non puoi vincere sul luogo e sul tempo" e questo è quanto purtroppo o per fortuna condiziona la foto di strada.
Un'altra persona MOLTO ESPERTA DI FOTOGRAFIA DI REPORTAGE mi disse: "Sai che sarebbe bello? Potersi portare dietro il cielo perfetto, quello con le nuvolette".

Eh già, magari a poter fare tante cose... Le tue parole sono il senso del reportage: vuoi un certo livello? Beh non te salvi, o ce stai in certi momenti e tempi o non ce stai... SACROSANTO

Come c'è scritto nel sottotitolo si tratta di un piccolo reportage, sminuito dall'autore proprio per consapevolezza delle limitazioni stesse del contesti di scatto... Quello avevo come slot temporale... o questo o cicca.
E allora, meglio salire sulla sella di un cavallo che comunque prova a seguire una via, un'idea, una struttura di lavoro, piuttosto che fare foto "tanto per" o peggio ancora non scattare per niente.

La foto di strada è tosta, come più volte detto, ti fa sporcare le mani, il fotografo che cerca qualcosa, che va a scavare, che "naviga" nel nulla e nel tutto al contempo, cercando di staccare una storia da un mondo che va avanti da sé e senza di lui.

Ho apprezzato molto le tue parole, ma non perché mi dici bravo o non bravo, con tutto il rispetto mi interessa anche poco smile.gif , ma perché quando si interloquisce di fotografia con cognizione del contesto, beh come dice Proietti del caffé... a me, me piace! smile.gif
16ale16
QUOTE(DAP @ Jul 19 2012, 12:19 PM) *
Ale.......ho timore di riconoscere un tono con il quale mai vorrei interloquire.........tutto il discorso che fai sul tempo a disposizione,sulla passione fotografica,sul meglio fare la foto che non farla,sulla macchina acquistata con sacrifici e relegata a scattare solo nelle migliori condizioni ec ecc è un discorso che non riguarda il mio pensiero espresso nel mio primo intervento che e, nello specifico, in due righe testimonio nella la risposta a Doc..........ci mancherebbe!pensare di fare foto,divertirsi al proprio hobby preferito,dare sfogo alla propria passione solo in determinate circostanze,no è certamente il mio modo di pensare......im maniera forse più incisiva la sostanza è(sempre secondo il mio modestissimo punto di vista) che se volevi far vedere le foto che hai scattato Orvieto,se volevi semplicemente faci vedere quello che hai combinato a Orvieto,se volevi semplicemente condividere questa tua uscita fotografica con altri amici appassionati di fotografia,non sarò certo io a non apprezzare questo tuo lavoro fotografico e con esso tutto il tuo intimo impegno nel fare bene e mettiamoci anche la sudata inevitabile......il mio era ed è il semplice genuino parere su "un risultato fotografico a prescindere"...ed ora che ho letto,credo anche di interpretare il perchè sul risultato fotografico che io deduco dalla spiegazione di certi scatti come quello quello del rubinetto in primo piano dove tiri in ballo una cercata attenzione sulla goccia e carenza di nuvole o sulla ricercata composizione dei mestoli colorati quando anche se li avessi fotografati senza tutta quell'attenzione sarebbe stata sempre una "bella" foto di mestoli colorati aprescindere da diagonali o percorso visivo o il mestolo di cui strategicamente si vede solo il manico.........il Duomo,come faccio a parlare di contrasti o di tesserine d'oro dei mosaici o dei cromatismi dei materiali usati?,ne parlo proprio perchè non li vedo!!!!!da fotografo come te non posso apprezzare una foto del duomo di orvieto così fatta,ma era la sola condizione per farla la foto!!!!!!!pazienza!è una tua scelta quella di far vedere cosa ad un fotografo!!!.........Ale,io non sono un esperto fotografo,sono un forte appassionato che proprio per la sua passione vede il bello in tutte le foto del mondo anche in quelle dei meno esperti perchè fare foto è una comunione con il mondo prima di tutto e merita tutto il rispetto per chi si cimenta in questo......il resto sono solo espressioni di pensiero che potrebbero solo essere utili a migliorarci le prossime volte,tutto quà....niente altro.........ciao


Dap, se vuoi vedere tesserine di un mosaico, roba da 3 cm, in una foto fatta con un 20mm, a circa 10 metri dalla facciata, in controluce pieno e con un diagonale di flare che macchia la foto, secondo me dovresti rivedere le aspettative da uno scatto del genere. Le pietre del mosaico le vedi col 20 da sotto, con la foto della colonna tortile, non a caso ci stanno tutte e due.

Mi dici che le foto sono belle a prescindere da diagonali o altro? domanda: hai idea di cosa sia una diagonale in fotografia, perché viene inserita in una foto? Se mi permetti un consiglio c'è un libro che si chiama L'occhio del Fotografo di Freeman, di cui sto facendo una lettura critica sul mio blog, che potrebbe aiutarti a capire meglio le linee di forza, i punti, le posizioni dei soggetti e come rendere dinamica una foto che per natura è statica... Di diagonali, era una foto in bianco e nero, ne abbiamo già parlato in un tuo scatto, dove si parlò anche della forza espressiva del bianco in uno scatto monocromatico, se ricordi...
Perché in un mucchio di cucchiai tutti uguali si cerca di trovarne uno che faccia da guida, spezzando una serie? Perché lo si metta in basso per portarti al centro della foto che è tendenzialmente vuoto...
Perché quella foto dei mestoli viene DOPO quella del turista davanti alle ceramiche?
Io non capisco, anzi forse si, perché guardi un reportage dal singolo scatto e basta. Ci sta la critica al singolo scatto, ma un reportage deve essere un racconto, una sequenza di immagini. Poi non si possono fare tutti reportage della vita, non ho bisogno certo di farmelo dire che questo sta sotto e manco poco, al reportage di campo dè Fiori, ma è anche un contesto completamente diverso, quello è un reportage sociale, questo di viaggio.

Boh, negli studi fatti finora io di critiche ad un reportage legate alla "brillantezza nelle cromie" non ne avevo mai sentito parlare, e mi sono fatto spaccare il capello in 4 da chi ci campa a fare il fotoreporter. Parole altisonanti eh, acchiappesche, ma totalmente fuori contesto, considerando anche la foto com'è fatta (a prescindere dal reportage)

Io non ho mai escluso alcun commento negativo, troppi ne ho presi e troppi ancora ne prenderò, ma se circostanziati hanno senso. Ci andrò anche duro, ma secondo me i reportage non li sai leggere. Arrabbiati, bannami, ignorami, fai come vuoi, però se ti devo dare una contro risposta critica sincera, secondo me sui reportage sei un pelino a digiuno ed è una fotografia molto complicata. Un reportage non è una foto dietro l'altra e basta

Sai, un commenti tipo: guarda non è di livello alto (lo so benissimo anche io), ma si capisce il racconto, cosa del paese hai voluto estrapolare (ovvio che in 20 foto non te posso fa vede vita morte e miracoli di un luogo), si vede una struttura (se la si sa individuare), sarebbe stato uno spunto di dialogo, di scambio di opinioni circostanziate sul tema reportage. Ma se mi dici che nell'apertura non ti piace la "brillantezza nelle cromie", ma onestamente... che te devo risponde?
Sai cosa c'è nell'apertura che non va, a volerla cercare? Manca lo spazio per un titolo. Non avevo di meglio e non ho potuto che mettere quella. Questa sarebbe stata una critica spunto di riflessione costruttivo, soprattutto per gli altri che leggono...

Mò incXXXti, viemme a cercà sotto casa, aspettame cor crick de fiat 500 pè cambiamme i connotati, ma io questo penso di quello che hai scritto. C'ho pensato bene se scrivere davvero quello che pensavo, ma poi ho preferito farlo perché sarebbe stato inutile continuare a parlare di fuffa. O lascio stare o ti dico il tutto, la spiegazione del perché non capisco la tua critica, esposta in pubblico e non in MP, è utile anche per chi magari vuole provare ad affrontare la lettura di quello che in italiano si traduce come "racconto per immagini".

E ripeto, non mi devi dire che il reportage ti piace, ma per carità, ma tu in un racconto, che ne so prendi Biancaneve, non puoi dire all'autore: "Mi fa schifo il nome Eolo". Siamo sullo stesso livello, un racconto è scritto a parole, il reportage è scritto con immagini... Biancaneve non ha vinto il nobel per la letteratura e questo reportage non finirà mai su alcuna rivista, ma racconta qualcosa con una sua ben precisa finalità, attraverso un racconto, un flusso.
Occhio, questo non vuole sdoganare qualsiasi sequenza di foto, perché il tutto va strutturato, non vanno messe semplicemente le foto una dietro l'altra, il tutto va inserito in un progetto.

Rileggendo le parole di Paolo si trova il contraddittorio da rerpotage: non è niente di fantasmagorico (dalle sue parole si capisce nettamente e mi sembra più che verosimile), comprensione della struttura realizzata. Ha anche dato un particolare su una foto che a suo avviso è vecchia come concezione e non sballata per "brillantezza nelle cromie". Così si parla di reportage, il resto è fuffa.

Se mi dici che non arriva un messaggio, che non scorre il racconto, che non c'è una scaletta, questi sono tutti commenti rispettabilissimi ed oggetto di dialogo inerente alla sezione, ma così onestamente non posso che risponderti quanto detto, ripeto con la speranza che anche chi altri leggerà il commento, sappia approcciarsi opportunamente a questo genere di foto.

E mò banname pure smile.gif nun m'offendo! smile.gif
Negativodigitale
QUOTE(16ale16 @ Jul 19 2012, 03:45 PM) *
...

E mò banname pure smile.gif nun m'offendo! smile.gif


Bannare? blink.gif
E perchè? hmmm.gif

smile.gif
Paolo
DAP
QUOTE(16ale16 @ Jul 19 2012, 03:45 PM) *
Dap, se vuoi vedere tesserine di un mosaico, roba da 3 cm, in una foto fatta con un 20mm, a circa 10 metri dalla facciata, in controluce pieno e con un diagonale di flare che macchia la foto, secondo me dovresti rivedere le aspettative da uno scatto del genere. Le pietre del mosaico le vedi col 20 da sotto, con la foto della colonna tortile, non a caso ci stanno tutte e due.

Mi dici che le foto sono belle a prescindere da diagonali o altro? domanda: hai idea di cosa sia una diagonale in fotografia, perché viene inserita in una foto? Se mi permetti un consiglio c'è un libro che si chiama L'occhio del Fotografo di Freeman, di cui sto facendo una lettura critica sul mio blog, che potrebbe aiutarti a capire meglio le linee di forza, i punti, le posizioni dei soggetti e come rendere dinamica una foto che per natura è statica... Di diagonali, era una foto in bianco e nero, ne abbiamo già parlato in un tuo scatto, dove si parlò anche della forza espressiva del bianco in uno scatto monocromatico, se ricordi...
Perché in un mucchio di cucchiai tutti uguali si cerca di trovarne uno che faccia da guida, spezzando una serie? Perché lo si metta in basso per portarti al centro della foto che è tendenzialmente vuoto...
Perché quella foto dei mestoli viene DOPO quella del turista davanti alle ceramiche?
Io non capisco, anzi forse si, perché guardi un reportage dal singolo scatto e basta. Ci sta la critica al singolo scatto, ma un reportage deve essere un racconto, una sequenza di immagini. Poi non si possono fare tutti reportage della vita, non ho bisogno certo di farmelo dire che questo sta sotto e manco poco, al reportage di campo dè Fiori, ma è anche un contesto completamente diverso, quello è un reportage sociale, questo di viaggio.

Boh, negli studi fatti finora io di critiche ad un reportage legate alla "brillantezza nelle cromie" non ne avevo mai sentito parlare, e mi sono fatto spaccare il capello in 4 da chi ci campa a fare il fotoreporter. Parole altisonanti eh, acchiappesche, ma totalmente fuori contesto, considerando anche la foto com'è fatta (a prescindere dal reportage)

Io non ho mai escluso alcun commento negativo, troppi ne ho presi e troppi ancora ne prenderò, ma se circostanziati hanno senso. Ci andrò anche duro, ma secondo me i reportage non li sai leggere. Arrabbiati, bannami, ignorami, fai come vuoi, però se ti devo dare una contro risposta critica sincera, secondo me sui reportage sei un pelino a digiuno ed è una fotografia molto complicata. Un reportage non è una foto dietro l'altra e basta

Sai, un commenti tipo: guarda non è di livello alto (lo so benissimo anche io), ma si capisce il racconto, cosa del paese hai voluto estrapolare (ovvio che in 20 foto non te posso fa vede vita morte e miracoli di un luogo), si vede una struttura (se la si sa individuare), sarebbe stato uno spunto di dialogo, di scambio di opinioni circostanziate sul tema reportage. Ma se mi dici che nell'apertura non ti piace la "brillantezza nelle cromie", ma onestamente... che te devo risponde?
Sai cosa c'è nell'apertura che non va, a volerla cercare? Manca lo spazio per un titolo. Non avevo di meglio e non ho potuto che mettere quella. Questa sarebbe stata una critica spunto di riflessione costruttivo, soprattutto per gli altri che leggono...

Mò incXXXti, viemme a cercà sotto casa, aspettame cor crick de fiat 500 pè cambiamme i connotati, ma io questo penso di quello che hai scritto. C'ho pensato bene se scrivere davvero quello che pensavo, ma poi ho preferito farlo perché sarebbe stato inutile continuare a parlare di fuffa. O lascio stare o ti dico il tutto, la spiegazione del perché non capisco la tua critica, esposta in pubblico e non in MP, è utile anche per chi magari vuole provare ad affrontare la lettura di quello che in italiano si traduce come "racconto per immagini".

E ripeto, non mi devi dire che il reportage ti piace, ma per carità, ma tu in un racconto, che ne so prendi Biancaneve, non puoi dire all'autore: "Mi fa schifo il nome Eolo". Siamo sullo stesso livello, un racconto è scritto a parole, il reportage è scritto con immagini... Biancaneve non ha vinto il nobel per la letteratura e questo reportage non finirà mai su alcuna rivista, ma racconta qualcosa con una sua ben precisa finalità, attraverso un racconto, un flusso.
Occhio, questo non vuole sdoganare qualsiasi sequenza di foto, perché il tutto va strutturato, non vanno messe semplicemente le foto una dietro l'altra, il tutto va inserito in un progetto.

Rileggendo le parole di Paolo si trova il contraddittorio da rerpotage: non è niente di fantasmagorico (dalle sue parole si capisce nettamente e mi sembra più che verosimile), comprensione della struttura realizzata. Ha anche dato un particolare su una foto che a suo avviso è vecchia come concezione e non sballata per "brillantezza nelle cromie". Così si parla di reportage, il resto è fuffa.

Se mi dici che non arriva un messaggio, che non scorre il racconto, che non c'è una scaletta, questi sono tutti commenti rispettabilissimi ed oggetto di dialogo inerente alla sezione, ma così onestamente non posso che risponderti quanto detto, ripeto con la speranza che anche chi altri leggerà il commento, sappia approcciarsi opportunamente a questo genere di foto.

E mò banname pure smile.gif nun m'offendo! smile.gif

Ale,perbacco però!!!...crick,sotto casa,banname pure,eddai !!!faccio un altra vita adesso! smile.gif .... senti Ale,avevo cominciato a rispondere,sempre con la motivazione più limpida e genuina che è quella del rapporto e scambio di opinioni tra appassionati della stessa materia,poi ho rinunciato........sicuramente non ci siamo capiti oppure ho preteso una interpretazione del mio pensiero che ora non può venire o non sono stato capace io di farmi capire...ok,non voglio sbilanciare il rapporto interpersonale verso tensioni sciocche e non consone,mi scuso se il mio intervento ti ha fatto mettere di cattivo umore......mi spiace solamente che certi passi del mio commento ti abbiano fatto pensare che abbia bisogno di rispolverare certi parametri fotografici che oggi ,Ale ,scorrono nel mio sangue al posto delle piastrine..........dai, alla prossima e sempre sinceramente,....ciao
riccardoal
ciao Alessa'
approfitto della discussione ( in senso ciarliero ) per intromettermi con un paio di considerazioni......
concordo con te che la foto di strada sia dura da performare e per tutti i motivi del mondo perche ,per quanto ci si possa preparare per fotografare un evento o un sito, sono mille le variabili con cui poi ci si scontra all atto pratico....per te questo di Orvieto e' stato un momento ( credo obbligato ) all interno di un discorso didattico che hai seguito o ancora segui.....ti sei posto delle regole che sono poi il filo conduttore del racconto fotografico ( reportage ) ben fatto e probabilmente questo ti ha un po vincolato nella ricerca forsennata degli scatti giusti ed appropriati che poi e' tipica dei momenti fotografici in cui il tempo e' tiranno.....questo per dire che dovendo dar spazio alle regole imposte ( che condivido ) si perde un po di vista cio che ci accade intorno...ovvio aprire con il duomo...Orvieto e' il duomo come Orvieto e' il pozzo di S Patrizio e ritengo tu abbia gestito il tutto nel miglior modo che ti era dato al momento...il racconto e' piacevole...la luce quella che hai trovato....hai inseritoi flare con giudizio ed abilita....quello che a me invece non piace molto e' l utilizzo delle ottiche.....non so se il 20 era l unico grand angolo disponibile ma questo era un reportage ( turistico lo hai scritto tu ) in cui dare ampio spazio all utilizzo di vetri wide.....molti degli scatti ne risentono e specialmente quelli dei pozzi in cui qualche buona sgrandangolata non avrebbe guastato......e credo questo sia un aspetto altrettanto importante per il buon fine di un reportage......
aoh e mo nun me banna a me
ciao Alessa'
16ale16
QUOTE(riccardoal @ Jul 19 2012, 07:27 PM) *
ciao Alessa'
approfitto della discussione ( in senso ciarliero ) per intromettermi con un paio di considerazioni......
concordo con te che la foto di strada sia dura da performare e per tutti i motivi del mondo perche ,per quanto ci si possa preparare per fotografare un evento o un sito, sono mille le variabili con cui poi ci si scontra all atto pratico....per te questo di Orvieto e' stato un momento ( credo obbligato ) all interno di un discorso didattico che hai seguito o ancora segui.....ti sei posto delle regole che sono poi il filo conduttore del racconto fotografico ( reportage ) ben fatto e probabilmente questo ti ha un po vincolato nella ricerca forsennata degli scatti giusti ed appropriati che poi e' tipica dei momenti fotografici in cui il tempo e' tiranno.....questo per dire che dovendo dar spazio alle regole imposte ( che condivido ) si perde un po di vista cio che ci accade intorno...ovvio aprire con il duomo...Orvieto e' il duomo come Orvieto e' il pozzo di S Patrizio e ritengo tu abbia gestito il tutto nel miglior modo che ti era dato al momento...il racconto e' piacevole...la luce quella che hai trovato....hai inseritoi flare con giudizio ed abilita....quello che a me invece non piace molto e' l utilizzo delle ottiche.....non so se il 20 era l unico grand angolo disponibile ma questo era un reportage ( turistico lo hai scritto tu ) in cui dare ampio spazio all utilizzo di vetri wide.....molti degli scatti ne risentono e specialmente quelli dei pozzi in cui qualche buona sgrandangolata non avrebbe guastato......e credo questo sia un aspetto altrettanto importante per il buon fine di un reportage......
aoh e mo nun me banna a me
ciao Alessa'

Eh no. e mò te banno!! laugh.gif

Scherzi a parte... sull'apertura sono stato anche io, nel rispondere a DAP, che non è la foto più giusta perché manca dello spazio sopra. Generalmente dovrebbe esserci dello spazio per un titolo, una scritta, un testo, insomma uno spazio che qua manca. Lo so, purtroppo non avevo altro. Avevo la foto che ho usato come paginone centrale, che ho preferito mettere là, perché veramente ampia e di respiro.
Sulla scelta di cosa c'è in apertura. Ecco qua si potrebbe fare moltissime considerazioni. Veri corsi dicono che il reportage dovrebbe avere come foto di apertura il biglietto da visita del servizio, qualcosa che catturi, che "acchiappi". Io onestamente non ce l'ho da questo viaggio. Ero in difficoltà per questo servizio e allora sono andato su un classico, scelta questa che non è molto originale, ma certo è un ripiego di facile ritrovo. Eh già, quando non ce l'ho mi appoggio ai classici, sai tipo il prezzemolo che sta bene quasi dappertutto smile.gif

Sull'uso delle focali, beh qua ci sono due fattori: il primo è l'inclinazione personale, l'altro è questo rapportato al contesto. Non nego di avere avuto non poche difficoltà ad Orvieto nei vicoli tremendamente stretti e corti, ma soprattutto vuoti. Ahò manco io dopo pasta e fagioli faccio sparì la gente così. E allora sai perché spesso non ho allargato troppo? Per non dare senso di vuoto. L'area pedonale era veramente triste, si è popolata un po', ma veramente un po', a ridosso dell'ora di pranzo, ma non da permetterti chissà cosa, anche perché poi il già fastidioso sole era a picco...

Come grandnagoli, io su pellicola avevo il 18, su D700 ho preferito il 20. E' bello largo e difficile da usare se non lo si contestualizza opportunamente. Come altri pezzo uso il 28-70 (e guai a chi me lo tocca smile.gif ) coadiuvato dal 35/2.
Come inclinazione personale ho un feeling pazzesco col 20 e col 50/14.8 (non citato nei pezzi corti) e ho visto, anche confermato da critiche durante i corsi, che spesso la mia tendenza è di stringere. Sarà che mi piace molto la tecnica dei nuovi linguaggi del reportage, me ne sono innamorato, così come quel genio della Lange nella sua celeberrima foto. Sebbene le due cose possano sembrare distanti, io sono un amante del "fill the frame" e in una sola grande, mitica, splendida, espressivissima foto e nei nuovi linguaggi del reportage si trovano tutte e due.

Onestamente anche Paolo mi aveva commentato qualche servizio indicando questa cosa, inizio a credere che quindi sia proprio un mio timbro. Vedila così, non lo faccio apposta, quindi se una cosa viene spontanea forse fa parte della persona stessa.

Rifletto sempre meno e agisco sempre più d'istinto, macchina sempre in mano e occhio attento...

Il contesto è stato tutt'altro che facile per via del pochissimo tempo, della luce e della pochissima gente (perché quando ti sporchi le mani coi reportage sociali, cavolo staccarsi dalla gente è tosta...).

Grazie del tuo commento wink.gif
riccardoal
Grazie del tuo commento wink.gif
[/quote]

grazie a te per l onesta.
ciao
Negativodigitale
QUOTE(16ale16 @ Jul 19 2012, 10:31 PM) *
...
inizio a credere che quindi sia proprio un mio timbro. Vedila così, non lo faccio apposta, quindi se una cosa viene spontanea forse fa parte della persona stessa.
...


Questo è ampiamente sottoscrivibile. Quando, per fare certi lavori, ti viene spontaneo di portarti dietro certe lenti, vuol dire che con quelle sai di poter fare il (tuo) massimo. Io, per quel che può valere, per certe cose non mi separerei mai dal 17-35, insostituibile.
smile.gif
Ciao! Paolo
riccardoal
QUOTE(Negativodigitale @ Jul 20 2012, 12:11 PM) *
Questo è ampiamente sottoscrivibile. Quando, per fare certi lavori, ti viene spontaneo di portarti dietro certe lenti, vuol dire che con quelle sai di poter fare il (tuo) massimo. Io, per quel che può valere, per certe cose non mi separerei mai dal 17-35, insostituibile.
smile.gif
Ciao! Paolo


e io dal 14-24 col quale ormai ho un affinita incredibile anche se lo uso poi su DX
16ale16
trovare il giusto feeling con una lente o un set di lenti è fondamentale. Molto dipende dal genere che si fa, molto dipende anche dalla persona.
Sono anzi contento di vedere che spesso i miei "gusti" o le mie abitudini, sono nettamente diverse da tanti altri. Vuol dire che si faranno servizi diversi, altrimenti se è sempre tutto uguale, sai che noia!!
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