In questa prima esperienza sono andato a ficcare il naso nella bottega del sarto, o meglio sono andato a curiosare nei locali del rione Trinità, una delle 4 contrade del paese di Soriano nel Cimino, mentre con ago e filo si preparano i vestiti per la sagra delle castagne, che si tiene ad Ottobre. Ho avuto anche la fortuna di assistere ad un altro tipo di mestiere, decisamente "out of time"...
Oggi la sartoria viene indubbiamente associata alle nostre mamme o alle nostre nonne ed è sempre più difficile trovare, specie nelle grandi città, chi sappia cucire. Ci si ricordi però dell'importanza che hanno sempre avuto ago e filo: un tempo infatti saper cucire significava potersi vestire (e anche se molti non ci pensano anche oggi è così, sebbene siano cambiati i modi).
Nel 2012 la sartoria è spesso ricondotta alla Haute Couture, alle grandi case di moda in cui esperte mani cuciono i preziosi vestiti che più e più volte hanno reso famosa l'Italia all'estero.
Ma nel mondo "normale", in quella realtà cioé non coperta da fiumi di euro e fama, c'è ancora chi sa cucire? Ci sono giovani che sanno come usare ago e filo o una macchina da cucire? Proprio per questo motivo mi sono affacciato in una taverna di una contrada che per l'evento dell'anno, per la sagra, realizza un corteo storico con decine e decine di figuranti che sfilano per le vie del paese con i vestiti da loro realizzati.
Entro in uno stanzone che durante la sagra, per quelle 2 settimane cruciali dell'anno, ospita le tavolate di turisti e paesani che mangiano i piatti tipici. Stasera però i tavoli sono uniti, c'è di tutto dappertutto, drappi, mantelli, vesti, tessuti. Sotto le luci al neon tutte le sere della settimana queste persone dedicano il loro tempo alla creazione di questi abiti e l'attività è fervente:

La manualità la fa da padrona, tutti si danno da fare, i fili scorrono rapidamente e gli attrezzi del mestiere sono decisamente lontani da quell'high tech cui siamo oggi abituati. Eh già qui non c'è un'app che ci aiuti a cucire, qui servono mani esperte che sappiano come far entrare ed uscire dai tessuti ago e filo:






Le attività non si fermano mai, i tavoli sono pieni di attrezzi da lavoro e tessuti:

L'unico strumento tecnologico è la macchina da cucire, usata col solo scopo di velocizzare il lavoro. Quanti di noi dentro casa hanno quella "della nonna", che ormai ha preso tanta di quella polvere che sembra aver cambiato colore? Quanti saprebbero davvero ancora usarla? Non basta "schiacciare il pedale", il tutto deve sempre fare i conti con la manualità di chi la usa:


Come in una catena di montaggio, un capo viene preparato e poi viene passato a macchina:

Certo però... anche la migliore macchina da cucire... messa nelle migliori mani... può dare, è proprio il caso di dirlo, del filo da torcere e lasciare con qualche grattacapo:


Quando credevo di aver visto tutto sull'attività che si svolge in questo rione, quando pensavo di mettere via la macchina fotografica, entra una persona che inizia a fare un lavoro molto particolare... Non ha a che fare con ago e filo, di colpo si cambia tema. Mentre le attività sartoriali continuano, questi si avvicina a dei sottili ramoscelli secchi ed inizia a piegarli, a sagomarli. Con mani sapienti, fil di ferro, pinze e tanta pazienza, inizia a costruire una gabbietta, sempre per il corteo storico:




In queste poche ore ho potuto toccare con mano due realtà che sono decisamente fuori dal comune contesto metropolitano. Giovani ragazze che cuciono vestiti d'epoca, mani forti e sapienti che modellano ramoscelli secchi per creare antiche gabbie. In questo poco tempo ho potuto vedere come lavorano le mani, come il saper fare qualcosa sia ancora fondamentale.
Come già detto non c'è app o video o byte che possa aiutarci a cucire un vestito, ago e filo si muovono non grazie ad uno smartphone o ad un tablet. Quelle dita che oggi sempre di più fanno dei ripetuti "touch and go" sui telefoni di nuova generazione, reggono un ago, mettono il filo nella sua cruna e lo spingono nei tessuti per dar loro una taglia, una forma, un modo di essere. Molte di queste persone conoscono i social network per fama, così come gli smartphone. Saremmo spinti dal marketing a ritenerli dei "fuori dal mondo", eppure ognuno di noi quando assiste al corteo storico, non può fare a meno di sognare i tempi che furono e che rivivono in questi costumi.
In questa realtà, dove occorre saper fare qualcosa, non serve a niente avere 1000 contatti al giorno, non importano statistiche virtuali o tutto ciò che sparisce se disgraziatamente salta la corrente o si scarica la batteria. L'unica "retina" che serve è quella dell'occhio, affinché sappia farsi affidabile guida per le mani...
Grazie a Rosa Maria, Annalisa, Valeria, Riccardo, Francesco, Francesco.