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16ale16
Questo reportage è il primo di una serie di servizi che vengono dedicati ai mestieri. Mi voglio focalizzare su quello che le persone fanno, sui loro gesti, indipendentemente da cosa stanno facendo.
In questa prima esperienza sono andato a ficcare il naso nella bottega del sarto, o meglio sono andato a curiosare nei locali del rione Trinità, una delle 4 contrade del paese di Soriano nel Cimino, mentre con ago e filo si preparano i vestiti per la sagra delle castagne, che si tiene ad Ottobre. Ho avuto anche la fortuna di assistere ad un altro tipo di mestiere, decisamente "out of time"...

Oggi la sartoria viene indubbiamente associata alle nostre mamme o alle nostre nonne ed è sempre più difficile trovare, specie nelle grandi città, chi sappia cucire. Ci si ricordi però dell'importanza che hanno sempre avuto ago e filo: un tempo infatti saper cucire significava potersi vestire (e anche se molti non ci pensano anche oggi è così, sebbene siano cambiati i modi).

Nel 2012 la sartoria è spesso ricondotta alla Haute Couture, alle grandi case di moda in cui esperte mani cuciono i preziosi vestiti che più e più volte hanno reso famosa l'Italia all'estero.
Ma nel mondo "normale", in quella realtà cioé non coperta da fiumi di euro e fama, c'è ancora chi sa cucire? Ci sono giovani che sanno come usare ago e filo o una macchina da cucire? Proprio per questo motivo mi sono affacciato in una taverna di una contrada che per l'evento dell'anno, per la sagra, realizza un corteo storico con decine e decine di figuranti che sfilano per le vie del paese con i vestiti da loro realizzati.

Entro in uno stanzone che durante la sagra, per quelle 2 settimane cruciali dell'anno, ospita le tavolate di turisti e paesani che mangiano i piatti tipici. Stasera però i tavoli sono uniti, c'è di tutto dappertutto, drappi, mantelli, vesti, tessuti. Sotto le luci al neon tutte le sere della settimana queste persone dedicano il loro tempo alla creazione di questi abiti e l'attività è fervente:


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La manualità la fa da padrona, tutti si danno da fare, i fili scorrono rapidamente e gli attrezzi del mestiere sono decisamente lontani da quell'high tech cui siamo oggi abituati. Eh già qui non c'è un'app che ci aiuti a cucire, qui servono mani esperte che sappiano come far entrare ed uscire dai tessuti ago e filo:

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Le attività non si fermano mai, i tavoli sono pieni di attrezzi da lavoro e tessuti:

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L'unico strumento tecnologico è la macchina da cucire, usata col solo scopo di velocizzare il lavoro. Quanti di noi dentro casa hanno quella "della nonna", che ormai ha preso tanta di quella polvere che sembra aver cambiato colore? Quanti saprebbero davvero ancora usarla? Non basta "schiacciare il pedale", il tutto deve sempre fare i conti con la manualità di chi la usa:

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Come in una catena di montaggio, un capo viene preparato e poi viene passato a macchina:

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Certo però... anche la migliore macchina da cucire... messa nelle migliori mani... può dare, è proprio il caso di dirlo, del filo da torcere e lasciare con qualche grattacapo:

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Quando credevo di aver visto tutto sull'attività che si svolge in questo rione, quando pensavo di mettere via la macchina fotografica, entra una persona che inizia a fare un lavoro molto particolare... Non ha a che fare con ago e filo, di colpo si cambia tema. Mentre le attività sartoriali continuano, questi si avvicina a dei sottili ramoscelli secchi ed inizia a piegarli, a sagomarli. Con mani sapienti, fil di ferro, pinze e tanta pazienza, inizia a costruire una gabbietta, sempre per il corteo storico:

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In queste poche ore ho potuto toccare con mano due realtà che sono decisamente fuori dal comune contesto metropolitano. Giovani ragazze che cuciono vestiti d'epoca, mani forti e sapienti che modellano ramoscelli secchi per creare antiche gabbie. In questo poco tempo ho potuto vedere come lavorano le mani, come il saper fare qualcosa sia ancora fondamentale.
Come già detto non c'è app o video o byte che possa aiutarci a cucire un vestito, ago e filo si muovono non grazie ad uno smartphone o ad un tablet. Quelle dita che oggi sempre di più fanno dei ripetuti "touch and go" sui telefoni di nuova generazione, reggono un ago, mettono il filo nella sua cruna e lo spingono nei tessuti per dar loro una taglia, una forma, un modo di essere. Molte di queste persone conoscono i social network per fama, così come gli smartphone. Saremmo spinti dal marketing a ritenerli dei "fuori dal mondo", eppure ognuno di noi quando assiste al corteo storico, non può fare a meno di sognare i tempi che furono e che rivivono in questi costumi.

In questa realtà, dove occorre saper fare qualcosa, non serve a niente avere 1000 contatti al giorno, non importano statistiche virtuali o tutto ciò che sparisce se disgraziatamente salta la corrente o si scarica la batteria. L'unica "retina" che serve è quella dell'occhio, affinché sappia farsi affidabile guida per le mani...


Grazie a Rosa Maria, Annalisa, Valeria, Riccardo, Francesco, Francesco.
scarpegialle
Ciao Ale,

ti dico subito cosa non mi piace:il tuo avatar!! tongue.gif

secondo me è un buonissimo reportage,hai saputo cucire bene foto e racconto,
hai scelto un buon filo e dei bei "colori",
alla fine è venuto fuori un buonissimo tessuto,
manca forse..(forse..) qualche scatto diverso qualche particolare che potrebbe fare la differenza...il gigliuccio per capirci! biggrin.gif

complimenti

sauro
riccardoal
l ingresso e' quasi una sorpresa...ma e' voluto perche lo hai scritto e lo svolgimento ,come racconto, e' buono per me.........i tagli verticali un po angusti e la PP sul mio monitor un po grigiastra......un paio di scatti particolari per sfocato e inquadratura ( 9 e 11 ottime ) ma le altre le trovo un po anonime.....scorre svogliatamente Alessa......per me ovviamente...
ciao
Riccardo
giodic
Interessante il progetto e bello il reportage a cui, però, manca qualcosa.... non saprei dirti di preciso, forse qualche particolare, qualche immagine ancora più descrittiva.... ma forse è solo perché io sono emotivamente troppo coinvolto in quel mondo, dato che mia madre faceva proprio la sarta.....
Comunque sia, complimenti...... smile.gif

P.S. Svilupperei di più il tema appena accennato sullo stile della seconda foto: il primo piano dei ferri del mestiere e le mani in azione.....
meialex1
L'idea è buona, ma.....
Noto dei tagli troppo estremi, come dice anche Riccardo e il bianco e nero a me risulta con molti "grigi". Non mi convince.........
Rivedrei PP e alcuni scatti.

Parere personale ovviamente.

Ciao
DAP
un buon lavoro e complimenti per l'impegno soprattutto riguardante la parte scritta ma il risultato ottenuto ,per quello che riguarda la mia emotovità fotrografica, è un pò carente sotto il profilo del pathos fotografico.....è,secondo me un pulitino racconto di ciò che fanno in quel posto in quel periodo,una serie di immagini con inquadrature che costringono troppo ad una visione troppo didattica dell'argomento che nella loro stesura e forma potrebbero utilizzarsi in un catalogo promozionale della ditta esecutrice dei lavori,per esempio.
Se quindi l'intenzione era di far partecipi a cosa succede in quel posto,a cosa si fà lì...a mio avviso è un buon lavoro....parere strettamente personale ovviamente
albè
Un buon reportage con molti "tagli" ottimamente ricercati...bravo...ottimo per me.

Ciao Albè
Vincenzo Ianniciello
...premetto che io vado matto per questi reportage...
...l'unico errore - secondo me - commesso è stato quello di una mostra troppo tempestiva!!!...
...mi spiego: hai introdotto in maniera eccellente la serie (e buone pure le didascalie che reputo importanti quanro l'immagine) e ci hai raccontanto che questo lavoro e finalizzato a un evento...bene...eravamo in sartoria, un vestito finito io l'avrei voluto vedere!!!...
...io avrei seguito TUTTO l'evento e poi avrei postato....
16ale16
bene bene, sono contento di vedere movimento su questo servizio biggrin.gif

Dei commenti ricevuti solo un aspetto proprio non condivido, ma lo lascio alla fine wink.gif ve tengo sulle spine...

Vengo subito alla cosa fondamentale, al perché di questo servizio e di altri che vedrete. Il sottotitolo dice "Mestieri di Oggi" e la mia attenzione, filo guida del mio progetto estivo, è legata al lavoro e non al cosa si fa. Quello che voglio far vedere è come si lavora e non per cosa si lavora. E' proprio questa la mia idea, non me ne frega niente di farvi vedere se queste persone stanno cucendo un paio di mutande per un lottatore di sumo (esempio delicatissimo) oppure un vestito per una sgnoccolona che deve andare alla mostra del cinema di Venezia di questi giorni.

Quello che a me interessa è far vedere passi salienti dell'attività lavorativa. La scelta del bianco e nero infatti non è casuale ed è orientata proprio a questo. Non voglio darvi il "contentino" dei colori e ce n'erano eh... rossi, gialli e celesti a go go eppure io ho voluto nasconderli. Perché? Perché voglio che ci si soffermi sui gesti, sulle mani, sull'operatività, senza pensare al lavoro finito o al materiale.

Mi ricollego anche ad un altro aspetto che era stato indicato: le inquadrature spinte. Eh già, sono chiuse proprio per quanto detto prima. Ti levo i colori per non farti guidare da questi, mi focalizzo sulla gestualità e per farlo stringo e... ahò STRINGO in maiuscolo. Prendete la prima della macchina da cucire: lascio la faccia solamente, taglio via la testa. Ok Nuovi Linguaggi del Reportage, sì copio lo ammetto, facendo un taglio netto della testa. Mi serve solo il viso, l'espressione. Non inclino il piano, ma mamma mia quanto ne ero tentato, ed espongo per le alte luci (sì nuovamente nuovi linguaggi del reportage). La luce, il bianco, finisce sulle mani, che guarda caso sono proprio c'è la gestualità.

Ci sono altri due servizi che posterò che racconteranno altre realtà con le loro peculiarità, sempre in modo completamente distaccato dal singolo lavoro. Ad esempio vi poterò nella bottega di un fabbro, ma che cambia se fa un cancello, una ringhiera o altro? E' un fabbro a prescindere da cosa sta facendo.
Ecco perché in questo servizio non ci sono vestiti finiti, ma chi se ne frega, sono le loro mani, i loro gesti che guidano il servizio. Prendete la 2: un metro a fuoco, la persona nello sfocato in cui non si capisce assolutamente COSA stia cucendo, ma si capisce benissimo che STA CUCENDO. Ecco, questo mi serve in questo servizio, nel mestiere di oggi.
Non mi serve sapere oggi cosa stanno facendo, mi piace far vedere COME.

Prendiamo la 4, ancora nuovi linguaggi del reportage, con una quinta sfocata con gli occhi che portano alle mani a fuoco e col filo che, guarda ancora una volta il caso, nella conversione tende al bianco su sfondo scuro. Là voglio portarti, a sta tizia che sta scucendo un'impuntura perché adesso passerà alla cucitura vera e propria. E sapete quell'oggetto cos'è? E' quel capo che indossa nella seconda delle due foto sui grattacapi della macchina da cucire, che quindi col ciufolo che esce dalla macchina da cucire, ma appunto perché non me ne frega niente del COSA, vi guido alla problematica di questo lavoro data dal dubbio, dal "com'è?"

Non c'è altro motivo nei miei scatti e nelle mie inquadrature, il COME lo rappresento solo così. Non è una storia con un capo e una coda, manco per niente, è una descrizione di COME oggi si fa un mestiere.

Varie volte le mie foto di chiusura sono state con un senso di fine, di arrivederci, di "nnamo a casa che amo finito" ma sta volta no. La gabbietta mica è finita, i vestiti mica sono finiti ma è stato esaurito il racconto di COME LAVORANO.

Il tutto è per avere, oltre che una linea guida, anche per fare qualcosa di diverso, di insolito. Tanti reportage che ho fatto hanno un inizio ed una fine. Questi no, perché il cardine su cui poggiano TUTTI sulla stessa idea.

E' una scelta forte, di posizione, ma non si può fare sempre la stessa cosa. Qua si parla del COME, la storia la lascio alla fantasia di chi guarda... sognate pure su cosa diventeranno...

Obiezione che può essere mossa (fico eh, me la canto e me la suono biggrin.gif ) è sul testo. Ci avevo pensato tantissimo se parlare effettivamente di questi abiti storici, cioè di descrivere il fine del loro cucire. Sì questo effettivamente può essere fuorviante... Infatti stavo valutando anche di eventualmente cambiarlo, ma non credo questo abbia influenzato più di tanto i giudizi precedenti da quello che ho letto.

Il punto su cui non sono d'accordo sono le conversioni. Ricontrollate la calibrazione del monitor, perché a parte la penultima dove mi serve tenere la foto sul grigio per via di quanta pelle c'è (e quindi mi tengo in sesta zona), le altre mi sembrano tutt'altro che piatte...
riccardoal
Alessa' e so arcicontento che tu abbia assunto una posizione...segno che credi in cio che fai e lo pensi......che sperimenti nuovi modi di fotografare ed attrarre l attenzione....e che non hai intenzione di soddisfare la curiosita di chi osserva e lamenta il fatto che non si vede il frutto del lavoro finito di sartoria..... lo accetto perche hai deciso cosi'.....pero' se proprio puntualizzi il fatto che il centro dell attenzione sono le mami ed i gesti come gli strumenti in inquadrature strette allora ti dico che mi sarebbe piaciuto l eccesso......il taglio stetto solo sulle mani che tengono il tessuto mentre l ago della macchina frulla in mosso quasi impazzito......le forbici che tagliano il tessuto con un lento movimento ( mosso )...allora si che ti verrei dietro......e per questo ti ho scritto che per me scorre svogliatamente.....e' difficile Ale......maledettamente difficile e spesso ci si accorge delle cose guardando il lavoro degli altri e non il proprio.......pero' e' bello anche solo parlarne...del resto siamo sul photolab.......
ciao Alessa
Riccardo
16ale16
QUOTE(riccardoal @ Aug 29 2012, 06:05 PM) *
Alessa' e so arcicontento che tu abbia assunto una posizione...segno che credi in cio che fai e lo pensi......che sperimenti nuovi modi di fotografare ed attrarre l attenzione....e che non hai intenzione di soddisfare la curiosita di chi osserva e lamenta il fatto che non si vede il frutto del lavoro finito di sartoria..... lo accetto perche hai deciso cosi'.....pero' se proprio puntualizzi il fatto che il centro dell attenzione sono le mami ed i gesti come gli strumenti in inquadrature strette allora ti dico che mi sarebbe piaciuto l eccesso......il taglio stetto solo sulle mani che tengono il tessuto mentre l ago della macchina frulla in mosso quasi impazzito......le forbici che tagliano il tessuto con un lento movimento ( mosso )...allora si che ti verrei dietro......e per questo ti ho scritto che per me scorre svogliatamente.....e' difficile Ale......maledettamente difficile e spesso ci si accorge delle cose guardando il lavoro degli altri e non il proprio.......pero' e' bello anche solo parlarne...del resto siamo sul photolab.......
ciao Alessa
Riccardo


non ho idea di che differenza faccia non stare su photolab biggrin.gif biggrin.gif

Per la scelta delle inquadratura estreme ci avevo pensato, come no, però poi ho desistito per non fare solo dettagli. Un servizio solo al gesto sarebbe stata più un manuale di istruzioni, mentre invece mi sono voluto dirigere verso le persone che fanno qualcosa. Non mi interessa far vedere chi taglia come tiene le mani, mi interessa far vedere piuttosto che tiene una stecca di legno per andare dritta.
O ancora, per scucire, mi fa piacere far vedere il gesto compiuto dalla persona.

quando scrivevo che voglio mostrare il COME e non il COSA ovviamente mi riferivo anche alla persona che lo fa e non solo alla parte della persona, ovvero le mani.

ma che ce stanno altre sezioni oltre photolab? Me sò perso qualcosa?
riccardoal

ma che ce stanno altre sezioni oltre photolab? Me sò perso qualcosa?
[/quote]

eccerto ci sono quelle conviviali.....incontriamoci...sushi bar e tematiche
Negativodigitale
Letto tutto e visto tutto. Ti sei scelto un bel compito, difficile.

Sul modo col quale lo stai lavorando, beh, a me, per esempio, quella dello sfocatone non mi sembra poi questa rivoluzione, è un modo come un altro per disincagliarsi da una scena che non offre chissà che se non la propria prudente anima descrittiva. Lo sfocato sulla Singer come pure quello sulla quota 100 del banco di lavoro sono nè più nè meno ciò che sarebbe venuto in mente a ciascun fotografo mediamente scafato ...

Lo ripeto, il compito è difficile perchè non c'è un evento e non c'è "nulla di che da raccontare", però, secondo me, qua dovevi essere proprio ortodosso del tutto, cioè dovevi evitare ammiccamenti da "tutta apertura" e limitarti a ... descrivere.

Paolo
16ale16
Ciao Paolo e grazie del commento. Penso che se fossi stato ortodosso sarei stato un po' troppo banale. Sì ho cercato del pepe in una situazione ed un contesto talmente pacifico che non ce n'era per niente. Se ci fai caso le 4 del tizio che lavora i giunchi sono meno eccentriche, per così dire, visto che ciò che stava facendo era decisamente più accattivante.

Certo non mi sono inventato niente di particolare, ho i miei linguaggi, ho i miei riferimenti, ma come detto c'era anche poco margine per poter esagerare. Difficile contesto? Ammazza quanto è vero, ma le sfide mi piacciono tantissimo e mettermi nei guai è la cosa che mi riesce meglio di tutte le altre wink.gif

Questo è stato il primo servizio della serie estiva e mi è servito parecchio per capire poi molto su come approcciare agli altri, che comunque hanno molta più verve per la natura stessa ripresa.

Sto intanto lavorando con altri contatti... non mi fermo più ormai biggrin.gif biggrin.gif
Vincenzo Ianniciello
...il "problema" - secondo me - è che è difficile realizzare un reportage "originale" in una sartoria, specialmente se lo scopo è quello di mettere al centro dell'attenzione il "lavoro"...si taglia, si "imbasta", "si misura, si cuce...possono bastare 5 fotografie???...penso di si...
...poi, sia chiaro, a me piace questo lavoro...
16ale16
QUOTE(Vincenzo Ianniciello @ Aug 30 2012, 10:46 AM) *
...il "problema" - secondo me - è che è difficile realizzare un reportage "originale" in una sartoria, specialmente se lo scopo è quello di mettere al centro dell'attenzione il "lavoro"...si taglia, si "imbasta", "si misura, si cuce...possono bastare 5 fotografie???...penso di si...
...poi, sia chiaro, a me piace questo lavoro...

ed è proprio questo il difficile che ho voluto sfidare.
Vedi, quando ho iniziato a studiare, alla prima mezz'ora di corso, volevo scappare. Ho pensato, vabbè, fa niente, troppo per me. Poi invece arrivando alla fine ho capito che le cose facili quasi non mi piacciono più... Andarsi a cercare una difficoltà, affrontandola con un'idea, un progetto e una base solida su cui basarsi è un bel modo di passare il tempo con la reflex in mano.

La sartoria sì è ripetitiva e banale, infatti gli acuti mancano perché non ci sono proprio stati.

Eppure ti garantisco che quello che ho imparato da questo servizio è stato fondamentale per gli altri... Occhio però, non voglio dire che allora uno va in un contesto impossibile, che non conosce, fa na mezza mXrdina di servizio e poi dice "eh ma era difficile". Occorre avere un'idea, un filo conduttore e delle BASI da mettere in discussione in quanto ci mette in difficoltà... wink.gif
Vincenzo Ianniciello
QUOTE(16ale16 @ Aug 30 2012, 11:49 AM) *
Poi invece arrivando alla fine ho capito che le cose facili quasi non mi piacciono più... Andarsi a cercare una difficoltà, affrontandola con un'idea, un progetto e una base solida su cui basarsi è un bel modo di passare il tempo con la reflex in mano.

Occorre avere un'idea, un filo conduttore e delle BASI da mettere in discussione in quanto ci mette in difficoltà... wink.gif


...credo che questo sia la "filosofia" che accomuna un pò tutti i fotografi che non "scattano tanto per"...
...vabbè...ma questo è un'altro discorso...
...è comunque importante conoscere bene il punto di visto dell'Autore...e tu sei stato molto chiato Pollice.gif
16ale16
QUOTE(Vincenzo Ianniciello @ Aug 30 2012, 12:22 PM) *
...credo che questo sia la "filosofia" che accomuna un pò tutti i fotografi che non "scattano tanto per"...
...vabbè...ma questo è un'altro discorso...
...è comunque importante conoscere bene il punto di visto dell'Autore...e tu sei stato molto chiato Pollice.gif

e spesso in un forum, per iscritto non è facile essere chiari wink.gif
Negativodigitale
Ripasso.
Il pepe lo dovevi cercare in un altro modo, per me. Magari mi sbaglio, ma l'aria che tira è quella (ci son passato tante volte ...) dell' "Oggi arriva il fotografo", tutti a posto, precisi. Se fosse (fosse stato) possibile ci dovresti (saresti dovuto) andare all'improvviso, farli stancare, cercare la marginalità di certi atteggiamenti/contesti. Il pepe non si trova con uno sfocatone, ma nella capacità di una scena banale di diventare interessante (che poi è il gusto di un certo tipo di Fotografia).

Ovvio che se è un lavoro commissionato gli devi dare il meglio tra quello che possono cercare,
ma se è un lavoro per te ... ti chiedo se ti soddisfi.
Mmmhh ... wink.gif

Ciao! Paolo
16ale16
Eh Paolo, fare un'incursione è difficile. Quasi tutti i servizi alla fine si concordano, non è mai possibile sfondare la porta e "SORPRESA!" biggrin.gif
Avevo un contatto ma ovviamente me lo sono dovuto lavorare sia per far venire la gente, infatti questa partecipazione è volontaria, sia per informarli, perché loro stanno chiusi e non fanno entrare facilmente (sai c'è una sorta di segreto di rione per il corteo storico).

Ribadisco poi le problematiche legato al fatto che di pepe ce n'era proprio poco come contesto... :(

Chissà col pittore com'è andata wink.gif
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