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Forty
Chiedo venia per la domanda probabilmente banale, ma sto cercando di capire da cosa si differenzia un obiettivo micro da uno standard?
Ho scaricato il PDF della Nikon sull'argomento, ma devo dire che al momento ho ancora più confusione in testa.

Ad esempio non capisco cosa cambia nel mio 28-105 quando sposto l'interruttore su MACRO, è solo una questione di fuoco ravvicianato o c'è anche altro?

Altro dubbio è il fattore di ingrandimento. Non capisco a cosa si riferisca.

E poi, le lenti usate in un obiettivo standard sono le stesse di un micro? L'obiettivo micro utilizzato per riprese non macro che risultati offre?

Se qualcuno mi aiutasse a capirci qualcosa gliene sarei davvero grato.

grazie.gif

Antonio

__Claudio__
QUOTE(Forty @ Feb 19 2006, 08:03 PM)
Chiedo venia per la domanda probabilmente banale, ma sto cercando di capire da cosa si differenzia un obiettivo micro da uno standard?
Ho scaricato il PDF della Nikon sull'argomento, ma devo dire che al momento ho ancora più confusione in testa.

Ad esempio non capisco cosa cambia nel mio 28-105 quando sposto l'interruttore su MACRO, è solo una questione di fuoco ravvicianato o c'è anche altro?

Altro dubbio è il fattore di ingrandimento.  Non capisco a cosa si riferisca.

E poi, le lenti usate in un obiettivo standard sono le stesse di un micro? L'obiettivo micro utilizzato per riprese non macro che risultati offre?

Se qualcuno mi aiutasse a capirci qualcosa gliene sarei davvero grato.

grazie.gif

Antonio
*



Alla tua prima domanda rispondo così: molte ottiche usurpano il nome "macro". Questa caratteristica infatti significa che l'obiettivo permette un rapporto di riproduzione 1:1. Questo significa che un centimetro nel reale verrà riprodotto con la stessa grandezza sulla pellicola/sensore.
Non so quale sia il rapporto di ingrandimento che il tuo 28-105 permette, quello di cui sono certo è che non arrivi a tanto. Con questo credo di aver risposto anche alla tua seconda domanda.
Non so cosa vuol signficare: "sono le stesse". Se intendi se sono costruite allo stesso modo (cristallo ottico) la risposta è sì. Se ti riferisci invece allo schema ottico la risposta è ovviamente no. Ogni ottica ha il "suo" schema ottico per lavorare al meglio.
L'obiettivo micro lavora benissimo a qualsiasi distanza, anche all'infinito.
logon
QUOTE(__Claudio__ @ Feb 19 2006, 08:32 PM)
Alla tua prima domanda rispondo così: molte ottiche usurpano il nome "macro". Questa caratteristica infatti significa che l'obiettivo permette un rapporto di riproduzione 1:1. Questo significa che un centimetro nel reale verrà riprodotto con la stessa grandezza sulla pellicola/sensore.
Non so quale sia il rapporto di ingrandimento che il tuo 28-105 permette, quello di cui sono certo è che non arrivi a tanto. Con questo credo di aver risposto anche alla tua seconda domanda.
Non so cosa vuol signficare: "sono le stesse". Se intendi se sono costruite allo stesso modo (cristallo ottico) la risposta è sì. Se ti riferisci invece allo schema ottico la risposta è ovviamente no. Ogni ottica ha il "suo" schema ottico per lavorare al meglio.
L'obiettivo micro lavora benissimo a qualsiasi distanza, anche all'infinito.
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Non solo gli obiettivi macro sono caratterizzati dall'asseza o quasi di distorsione, in quanto sono usati anche per la riproduzione di documenti, quadri etc.
Forty
Grazie Claudio per la tua risposta (e grazie per la passione che mi hai trasmesso per la camera oscura, sto cercando di reperire il materiale - usato - che hai indicato). guru.gif

Quello che non capisco è questo.
Se il rapporto di riproduzione è pari alle dimensioni effettive della realtà che si fotografa, questo rapporto potrà funzionare solo ad una certa distanza, o mi sbaglio?
Cioè se fotografo il mio gatto a 1 mt con il 60 micro o con altro obiettivo a 60 mm alla stessa distanza non micro, che differenze avrò nelle due foto?
Oppure il micro è da considerare tale per le sole riprese macro e quindi ravvicianate?

Il micro ha dunque uno schema ottico più complesso e prezioso?

I miei dubbi nascono dal fatto che mi piace fotografare da vicino i dettagli delle cose, ma non trovo il motivo di acquistare il micro se non nella possibilità di focheggiare da vicino.

Forty
QUOTE(logon @ Feb 19 2006, 08:36 PM)
Non solo gli obiettivi macro sono caratterizzati dall'asseza o quasi di distorsione, in quanto sono usati anche per la riproduzione di documenti, quadri etc.
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Perfetto, questo non lo avevo capito, o meglio non ne avevo compreso quale potesse essere l'uso concreto dell'obiettivo.

Però, in considerazione di ciò che ha detto Claudio, l'assenza di distorsione è di pari importanza con il fattore di ingrandimento?

nonnoGG
QUOTE(Forty @ Feb 19 2006, 08:53 PM)
Perfetto, questo non lo avevo capito, o meglio non ne avevo compreso quale potesse essere l'uso concreto dell'obiettivo.
.....


Il selettore "macro" del 28-105 (che puoi utilizzare solo da 50 a 105 mm, ti consente di mettere a fuoco soggetti posti a distanze inferiori a 50 cm.

Se ti interessa approfondire l'argomento, ti suggerisco di leggere anche quì , trovi molte informazioni utili.

Un ottimo testo, della ed. Reflex, autore John Shaw è "Guida Completa alla Macrofoto". Si legge come un romanzo ambientato nella natura, dove l'autore svela tutti i segreti spiegando per filo e per segno le leggi dell'ottica, la cui conoscenza è essenziale per incamminarsi nel meraviglioso mondo della macrofotografia.

nonnoGG
logon
QUOTE(Forty @ Feb 19 2006, 08:53 PM)
Però, in considerazione di ciò che ha detto Claudio, l'assenza di distorsione è di pari importanza con il fattore di ingrandimento?
*


Penso proprio di si.
Vedi le ottiche micro o macro che dir si voglia sono ottiche specialistiche e di uso scientifico, progettate apposta per avere una resa ottimale alle brevi distanze di messa a fuoco (rapporto 1:1 e oltre) e a diaframmi chiusi.
Riguardo alla assenza di distorsione ritengo sia essenziale, in quanto consente perfette riproduzioni degli oggetti fotografati. wink.gif
matteoganora
Un ottica micro (o macro) che spinge fino a RR 1:1, ha uno schema ottico di per se simile ad altre ottiche, ma con una sostanziale differenza, specie se si parla dei micro Nikkor.

Infatti, il RR così spinto si ottiene con un ottica normale aggiungendo dei tubi di prolunga, allontanando così lo schema ottico dal piano pellicola.
Questa stessa cosa avviene nei micro, che traslano il gruppo ottico sempre più lontano dal piano sensibile, arrivando così alla riproduzione macro, che avviene ad una distanza di messa a fuoco di 0.219m (misurata dal piano sensibile al soggetto).

Quindi, se usiamo un'ottica macro a distanze di 1 metro, si comporterà esattamente come un qualsiasi altro 60mm.
Spingendoci sempre più vicino, entreremo in modalità macro. Proprio per l'effetto di questa sorta di allontanamento del gruppo dal piano sensibile avremo un calo di luminosità, che i micro Nikkor segnalano (il diaframma minimo a RR 1:1 è infatti f5.6, e non f2.8), e una diminuzione della focale percepita, sembrerà infatti di lavorare con un 50 se usiamo il 60micro f2.8 e con un 90 e usiamo il 105microf2.8.
Anche questo effetto è dovuto all'allontanamento dal piano sensibile.
__Claudio__
QUOTE(Forty @ Feb 19 2006, 08:47 PM)
........Quello che non capisco è questo.
Se il rapporto di riproduzione è pari alle dimensioni effettive della realtà che si fotografa, questo rapporto potrà funzionare solo ad una certa distanza, o mi sbaglio?
Cioè se fotografo il mio gatto a 1 mt con il 60 micro o con altro obiettivo a 60 mm alla stessa distanza non micro, che differenze avrò nelle due foto?
Oppure il micro è da considerare tale per le sole riprese macro e quindi ravvicianate?

Il micro ha dunque uno schema ottico più complesso e prezioso?

I miei dubbi nascono dal fatto che mi piace fotografare da vicino i dettagli delle cose, ma non trovo il motivo di acquistare il micro se non nella possibilità di focheggiare da vicino.
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Andando nell'ordine delle tue domande: Se fotograferai il tuo gatto a 1mt. con il micro otterrai la stessa identica foto che otterresti con altra ottica usata alla stessa focale e alla stessa distanza. Le cose quando cambiano? Cambiano quando tu vorrai avvicinarti per riprendere un particolare del tuo gatto (es. un occhio) e con un ottica NON a questo deputata non riuscirai a farlo perchè la sua distanza minima di messa a fuoco NON te lo consentirà. Questa pratica invece potrai attuarla con il Micro Nikkor perchè attraverso un particolare elicoide di messa a fuoco di cui è dotato, ti permetterà tale avvicinamento. Come è possibile questo? E' possibile perchè per aumentare il R.di R. è necessario allontanare il complesso delle lenti dal piano di messa a fuoco. Con ottiche normali questo è possibile solo dotandosi di particolari tubi di prolunga che interposti fra obiettivo e corpo macchina ti consentiranno questo allontanamento. Con il Micro Nikkor invece, data la costruzione particolare di cui sopra, i tubi non sono necessari almeno fino al RR pari a 1:1. Oltre questo limite che si raggiunge a circa 22 cm misurati dal piano pellicola al soggetto (non quindi dalla lente frontale che si posizionerà ben più vicino) anche con il Micro sono necesari i tubi (o il soffietto).
A quella distanza quindi il rapporto 1:1 ti permetterà di imprimere sulla pellicola/sensore, un soggetto alla stessa grandezza che è nel reale. ES.: se un pelo del tuo gatto è lungo 1cm, sul supporto si formerà un immagine del pelo di gatto lunga 1cm.
Forty
grazie.gif grazie.gif grazie.gif

a tutti per le esaurienti spiegazioni.

Ora mi è tutto più chiaro.

Approfondirò il tema con le letture che mi avete consigliato.

A presto.

Antonio

anselmoferrari
una precisazione
per consuetudine si identificano come Macro tutte le ottiche che permettono di fare riprese ravvicinate anche se non arrivano al rapporto 1/1; in genere tutte le ottiche che nettono a fuoco a una distanza inferiore ai 50 cm.
Le ottiche Micro sono invece quelle che generalmente arrivano al rapporto 1/1 e che, soprattutto, sono ottimizzate per le riprese a corta e cortissima distanza, quindi destinate a un uso più specialistico anche se in genere hanno ottime prestazioni a tutte le distanze di ripresa; le loro facali sono in genere 50/60 mm e 90/105 mm; inoltre sono sempre ottiche fisse e non zoom ( esisteva una volta un'ottica Minolta a ingrandimento variabile che però mi sembra di ricordare non poteva riprendere all'infinito ed era dedicata alla sola riproduzione a distanza ravvicinata - non so se esiste ancora ).
Le Macro invece sono ottimizzate quasi sempre per un uso a media e lunga distanza e permettono la funzione Macro come opzione in più: sono quasi sempre ottiche zoom.
Non per nulla il Nikkor 60 si chiama Micro e non Macro e i tutti i listini dei principali produttori esistono obiettivi Micro.
In definitiva micro e macro sono due termini che col tempo hanno assunto significati diversi.
Saluti
Anselmo
__Claudio__
QUOTE(anselmoferrari @ Feb 25 2006, 11:29 AM)
una precisazione
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In definitiva micro e macro sono due termini che col tempo hanno assunto significati diversi.
Saluti
Anselmo
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Perdonami Anselmo ma se si deve precisare bisogna farlo in modo "preciso" wink.gif
Micro e macro hanno significato diverso.
Intanto l'unica marca che chiama i suoi macro :"micro" è, per quanto ne sappia, solo Nikon. Sia Canon che le maggiori case di ottiche universali li denominano macro. Immagino che Nikon abbia mutuato questo modo di chiamare i suoi obiettivi dalla tradizione che vanta nella costruzione di ottiche per microscopi.
Venendo poi alla differenza che c'è, perchè c'è, tra micro e macro tralasciando il modo di chiamarli di ciascuna casa, la codifica comune per i macro vuole che si chiamino tali tutti quegli obiettivi che arrivano ad un rapporto di riproduzione che va da 1:2 e fino a 5:1. Dopo questa soglia si entra nella categoria micro fino a RR di 20:1. Oltre quest'altra soglia si entra nella VERA microfotografia e che di solito si esegue con particolari apparecchiature.
La vezzosa mania di mettere il suffisso macro a una moltitudine di ottiche che tali non sono, fa parte di quella strategia di marketing che serve alle case per richiamare l'attenzione su una possibilità che in realtà quelle ottiche non hanno. Uno specchietto per le allodole insomma, con tutto il rispetto per le allodole. biggrin.gif
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