QUOTE(Cesare44 @ Feb 7 2013, 11:07 AM)

Gian Carlo, mi dispiace contraddirti, ma la tridimensionalità nell'arte figurativa è stato uno dei problemi maggiormente affrontati nella ricerca di trasferire dal piano bidimensionale di una tela l'immagine reale percepita dall'occhio umano.
Senza dilungarmi, e da profano quale sono, cerco di spiegarmi:
pensa agli affreschi bizantini di San Vitale a Ravenna, dove i personaggi raffigurati sono posizionati frontalmente e non c'è nessuna percezione di profondità.
Al contrario, facendo un salto di quasi un millennio, arriviamo al Brunelleschi, che da scultore e architetto, realizzò la prospettiva lineare, segnando il confine tra la pittura medievale e quella rinascimentale. Altro grande maestro nell'arte della fuga prospettica, Piero della Francesca solo per rimanere ai primi che mi vengono in mente.
Come vedi, niente di nuovo o di inventato, semmai una riscoperta mutuata dalla ricerca pittorica ed artistica di sempre.
ciao
non solo, sono molti i fattori che concorrono alla percezione della tridimensionalità, un altro parametro importante a mio avviso, i passaggi tonali che scaturiscono dal gioco di luci ed ombre.
ciao
Ho visto tante obiezioni a quanto ho detto, cercherò allora di spiegarmi meglio, sapendo di essere in netta minoranza, almeno credo
finchè parliamo di prospettiva, effetto prospettico, di stacco dei primi piani dallo sfondo, allora siamo d'accordo.
Gli studi sulla prospettiva risalgono al primo rinascimento, su questi concetti non ci sono dubbi, che questa sia una tecnica usata da centinaia d'anni nel disegno e nella pittura non ci piove.
Negli anni 70 è iniziata poi la progettazione al computer (Autocad 3D), ricordo i disegni del piping negli impianti in assonometria che servivano ad evitare interferenze che, con il tecnigrafo erano ovviamente inevitabili o quasi. Ma quel 3D, una sorta di acronimo di tridimensionale, non era altro che una rappresentazione prospettica o quasi della realtà.
Ma ci fu e c'è tutt'ora anche il cinema e la televisione che, grazie agli occhialini o altri artifici, permetteva una simulazione della 3a dimensione e lì devo dire che la simulazione della 3a dimensione c'è davvero.
In fotografia, come nel disegno e nella pittura invece dobbiamo, a mio parere, restare al concetto di prospettiva o effetto prospettico, non possiamo andare oltre, sarebbe una mistificazione.
Faccio un esempio banale: se un'auto va fortissimo posso dire che "vola", sapendo che non è affatto vero, volano solo gli aerei, elicotteri, uccelli, ecc.
La tridimensionalità appartiene agli oggetti che hanno 3 dimensioni (statue, edifici, persone, ecc.) o a quelle particolari tecniche, soprattutto cinematografiche di cui parlavo sopra che riescono a simularla veramente, un'immagine fotografica (o pittorica) invece potrà, razionalmente parlando, avere un effetto prospettico bellissimo, questo grazie ad un grandangolare o ad una particolare ripresa, questo effetto potrà essere ulteriormente potenziato da un bel sfuocato cremoso, ecc. (quindi trovo giustissima la osservazione che questi effetti si ottengono con grandangolari luminosi usati a tutta apertura e dintorni), ma finisce quì, è semplicemente un bellissimo effetto prospettico.
Tridimensionale, è un termine che in fotografia è sbagliato usare, le immagini su un piano sono sempre bidimensionali, che poi si usi impropriamente ci può stare, ma è come dire che
- una bellissima donna è una dea,
- un'auto o una moto vola,
- un posto bellissimo è un paradiso.
Si dice.... ma si sa benissimo che non è così
Quì si può ben capire cosa razionalmente si può definire tridimensionale
http://it.wikipedia.org/wiki/Tridimensionalit%C3%A0scusate la mia ortodossia...