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fra_bruni
Per chi sperava fosse un test, mi dispiace deluderlo!!! messicano.gif

Chiedo lumi, invece, su come si comporta rispetto ai suoi fratelli di pare focale. Tralasciando il fatto che logicamente non arriva a f2.8 quanto è effettivamente meno tridimensionale una stessa foto scattata con questo vetro rispetto, per esempio, al suo fratellone 14-24?
La "tridimensionalità", cioè, quello che intendo io, la proprietà di una lente di "staccare" il soggetto, dipende solamente dall'apertura o entrano in gioco anche schemi ottici etc...?


Grazie...
Francesco
Luigi_FZA
Per parlare di tridimensionalità, io includerei, tra le "variabili", tipo di sensore e distanze tra sensore, soggetto/oggetto in primo piano e sfondo.
pes084k1
QUOTE(fra_bruni @ Feb 14 2013, 01:08 PM) *
Per chi sperava fosse un test, mi dispiace deluderlo!!! messicano.gif

Chiedo lumi, invece, su come si comporta rispetto ai suoi fratelli di pare focale. Tralasciando il fatto che logicamente non arriva a f2.8 quanto è effettivamente meno tridimensionale una stessa foto scattata con questo vetro rispetto, per esempio, al suo fratellone 14-24?
La "tridimensionalità", cioè, quello che intendo io, la proprietà di una lente di "staccare" il soggetto, dipende solamente dall'apertura o entrano in gioco anche schemi ottici etc...?
Grazie...
Francesco


La "tridimensionalità", attributo relativamente immisurabile, è generalmente considerata collegata al macrocontrasto e all'enfasi delle frequenze medio basse (Indice di Qualità o che dir si voglia). Queste due qualità sono tecnicamente in un certo contrasto: uno dei trucchi per incrementare l'IQ, che è una grandezza normalizzata al macrocontrasto, può essere quella di ridurre il macrocontrasto stesso. Gli attuali Nikon AFS hanno un IQ generalmente elevato ma macrocontrasto piuttosto ridotto, anche per l'elevato numero di vetri, anche poco trasparenti, come gli asferici riportati in plastica. I Leica hanno elevati entrambi i parametri, Zeiss punta a macrocontrasto e risolvenza, come i buoni vecchi Nikkor AI/AIS/AFD, Voigtlander invece a IQ e risolvenza. La tridimensionalità non è quindi legata allo "stacco" di fuoco della grande apertura, anzi il contrario. Un'ottica ultradefinita sul piano focale, ma che sfoca rapidamente e bene a grande apertura, fornisce sempre un'immagine piuttosto piatta e "secca". La tridimensionalità richiede quindi una certa PDC e anche una certa "tenuta" del fuori fuoco.
Il 14-24 ha una fama di elevata tridimensionalità, tecnicamente il 16-35 VR, che è maggiormente brillante (macrocontrastato) e meno arrotondato sui dettagli potrebbe esserlo di più. Gli scatti fatti da me e i campioni su Internet non mi consentono di accertarlo. Il Planar ZF 50 1.4 è un'altra lente considerata tridimensionale, per una certa combinazione di fattori. Essendo la tridimensionalità un parametro troppo elusivo e in assoluto non qualificante l'informazione trasferita al sensore, sconsiglio di perderci tempo.
Immagini "tridimensionali" possono essere realizzate con film a bassi ISO e forte acutanza (Velvia 50, TMax 100, Pan F, Delta 100, Adox CMS 20 con adatti sviluppi) o giocando sui contrasti in PP (Topaz Detail 3 consente un elevato controllo di tutti i parametri coinvolti).

A presto telefono.gif

Elio
fra_bruni
QUOTE(pes084k1 @ Feb 14 2013, 02:56 PM) *
La "tridimensionalità", attributo relativamente immisurabile, è generalmente considerata collegata al macrocontrasto e all'enfasi delle frequenze medio basse (Indice di Qualità o che dir si voglia). Queste due qualità sono tecnicamente in un certo contrasto: uno dei trucchi per incrementare l'IQ, che è una grandezza normalizzata al macrocontrasto, può essere quella di ridurre il macrocontrasto stesso. Gli attuali Nikon AFS hanno un IQ generalmente elevato ma macrocontrasto piuttosto ridotto, anche per l'elevato numero di vetri, anche poco trasparenti, come gli asferici riportati in plastica. I Leica hanno elevati entrambi i parametri, Zeiss punta a macrocontrasto e risolvenza, come i buoni vecchi Nikkor AI/AIS/AFD, Voigtlander invece a IQ e risolvenza. La tridimensionalità non è quindi legata allo "stacco" di fuoco della grande apertura, anzi il contrario. Un'ottica ultradefinita sul piano focale, ma che sfoca rapidamente e bene a grande apertura, fornisce sempre un'immagine piuttosto piatta e "secca". La tridimensionalità richiede quindi una certa PDC e anche una certa "tenuta" del fuori fuoco.
Il 14-24 ha una fama di elevata tridimensionalità, tecnicamente il 16-35 VR, che è maggiormente brillante (macrocontrastato) e meno arrotondato sui dettagli potrebbe esserlo di più. Gli scatti fatti da me e i campioni su Internet non mi consentono di accertarlo. Il Planar ZF 50 1.4 è un'altra lente considerata tridimensionale, per una certa combinazione di fattori. Essendo la tridimensionalità un parametro troppo elusivo e in assoluto non qualificante l'informazione trasferita al sensore, sconsiglio di perderci tempo.
Immagini "tridimensionali" possono essere realizzate con film a bassi ISO e forte acutanza (Velvia 50, TMax 100, Pan F, Delta 100, Adox CMS 20 con adatti sviluppi) o giocando sui contrasti in PP (Topaz Detail 3 consente un elevato controllo di tutti i parametri coinvolti).

A presto telefono.gif

Elio


Rileggendo un paio di volte (anche 3 o 4!!!) il tuo discorso mi sembra di capire che, in teoria, anche il 16-35, nonostante sia meno luminoso del 14-24 abbia ugualmente tridimensionalità per i suoi parametri di progettazione.
Restano però da vedere le prove in campo... come si dice: la teoria è una cosa, la pratica...

Grazie per adesso,
Francesco
ang84
Io possiedo il 16-35 ma non lo considero "tridimensionale". Ha un'ottima definizione, questo si, ma non la stessa tridimensionalità che ha il suo fratellone 24-70.
pes084k1
QUOTE(fra_bruni @ Feb 14 2013, 03:05 PM) *
Rileggendo un paio di volte (anche 3 o 4!!!) il tuo discorso mi sembra di capire che, in teoria, anche il 16-35, nonostante sia meno luminoso del 14-24 abbia ugualmente tridimensionalità per i suoi parametri di progettazione.
Restano però da vedere le prove in campo... come si dice: la teoria è una cosa, la pratica...

Grazie per adesso,
Francesco


Può averlo, ma termini come "tridimensionalità", "pop", " bokeh", "morbidezza" dicono tutto e il contrario di tutto. Ho letto dare del "morbido" a ottiche che risolvono centinaia di lp/mm e del "tridimensionale" a ottiche chiaramente "cupe e mosce" per me.
Un'ottica molto nitida e chiusa a sufficienza, una scena poco dettagliata e con colori saturi aumenta la tridimensionalità, una in luce diffusa e con soggetti dettagliati la riduce (loosely speaking). Provate in PP a capire quali sono le doti ch fanno la "vostra" tridimensionalità e poi cercatele negli obiettivi.
Certamente l'apertura max non c'entra. Un superwide a f/2.8 su una scena profonda non è tridimensionale, genera solo un sacco di mezzo sfocato che disturba. A f/5.6-8 si può ragionare, ma lì il macrocontrasto comincia a calare...

A presto telefono.gif

Elio
Kanva
la "tridimensionalità" non è dovuta al valore di F, ma alla plasticità dell'immagine prodotta, e sicuramente l'assenza di distorsione rispetto alla realtà aiuta in questo senso
Gian Carlo F
ogni volta che si usa questo "famigerato" termine escono le definizioni più disparate messicano.gif messicano.gif

mah.... ma perchè non usiamo termini tecnici corretti e comunque valutabili, quali "effetto prospettico" e "qualità dello sfuocato"?

Altrimenti si parla come dei somellier e si va nell'esoterico dove vale tutto ed il contrario di tutto dry.gif
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