Si tratta di un concetto che detto sinceramente non mi è ben chiaro. So che si verifica quando si chiude troppo il diaframma. Ho letto diversi commenti su vari forum dove molti dichiarano di non chiudere mai il diaframma oltre ad f/11 su DX per evitare la rifrazione e il calo di nitidezza.
Nelle vacanze di natale sono stato a Parigi e con questo concetto in mente ho fatto alcune foto notturne su cavalletto ad f/11. Poi però la curiosità di verificare lo stesso scatto fatto ad f/16 ed f/22 con calma a casa mia mi ha spinto a scattare ulteriori foto a tali diaframmi. E per fortuna dico oggi!!!! Molti di questi scatti fatti teoricamente solo per curiosità, sono diventati lo scatto scelto. Peccato che la maggioranza di questi scatti siano stati fatti ad f/16 mentre quelli ad f/22 sono pochissimi.
La maggioranza degli scatti in questione sono fatti con il Tokina 12-24 f/4 DX2 che ha un diaframma costituito da 9 lamelle dritte. Scattando tra f/16 ed f/22 le luci (per esempio dei lampioni) escono con 18 raggi a forma di stella, effetto che non è possibile ottenere con diaframmi più aperti. Tutto questo l'ho scoperto per caso (e per fortuna che ho voluto soddisfare una curiosità).
Un esempio tra tutti:
http://www.flickr.com/photos/alexseventyse...157632765322423
Questa foto al Moulin Rouge l'avevo scattata ad f/8 e ad f/11 ma poi (quasi x gioco) ho voluto scattarla anche ad f/16 per vedere questo famoso calo di nitidezza. Inutile dirvi che poi a casa le due "ufficiali" le ho scartate subito perchè intorno ai lampioni c'era il classico alone di luce che non formava la "stella".
Ora che mi si è aperto un mondo scoprendo che su cavalletto ottengo risultati migliori usando diaframmi chiusi da f/16 in su, cosa devo sapere riguardo la rifrazione (che non ho capito bene cosa sia)?
Grazie.