QUOTE(Domenico-F @ Sep 1 2013, 05:07 PM)

1) Differenze esistono nella trasmissione: più lenti ci sono e, in misura minore, peggiore è il trattamento antiriflesso, meno luce arriverà al sensore.
2) Le foto saranno simili, con differenze riguardo soprattutto alla distorsione e alle tolleranze sulle focali.
3) Non è vero in generale e neanche frequente. Date le pratiche commerciali, di solito magari a f/4 vince il 2.8, ma il resto è un terno al lotto. Anzi, a causa dell'ottimizzazione ottica attuale (minimi quadrati, mimimax,...), un'ottica mediamente migliora a TA sarà facilmente inferiore ai diaframmi appena chiusi a una ottica classica ottimizzata per focalizzare i raggi centrali dell'apertura a discapito dei periferici. Il buon fotografo, che scatta quasi sempre nella sweet spot degli obiettivi, preferisce sempre ottimizzare la resa di punta rispetto a quella a TA, in quanto ottiene più frequentemente i risultati ottimali.
A presto
Elio
Non sarei proprio d'accordo sul fatto che più lenti ci sono e meno luce arriva al sensore.
Significa che un 50mm con meno lenti rispetto ad un 85mm a parità di coppia tempo/diaframma dia un'immagine sovraesposta?
Non mi pare che la quantità della luce cambi in funzione del numero di lenti, altrimenti come si farebbe a calcolare l'esposizione corretta con un esposimetro esterno?
Ciao
Domenico
Se prendi un esposimetro esterno e provi uno zoom complesso e un fisso, per esempio, in manuale, otterrai due istogrammi nettamente diversi (1/3-1/2 stop di differenza), in TTL avrai due misurazioni diverse, in quanto lo zoom assorbe più luce e/o ha più flare. O il diaframma è stato ritarato in progetto (ma su uno zoom f/2.8 ritarare significa disegnarne un f/2.2-2.4...) e scassa la PdC o non è ritarato e devo correggere esposizioni non TTL. Non si scappa!
Il vetro assorbe luce, anche i riflessi crescono più che linearmente con il numero delle lenti, ammazzando il macrocontrasto. Ecco perché la scuola europea, Leica in testa, non usa schemi ottici complicati: poche lenti costose, con curvature alte, basse tolleranze e vetri speciali, magari selezionando le aberrazioni da correggere fra quelle che contano per la risoluzione e distorsione soprattutto. Gli orientali grandi venditori per ridurre i costi fanno disegni con tante lenti semplici da pochi euro, correggendo le aberrazioni "a peso" e ammazzando macrocontrasto e risolvenza con tolleranze da montature plasticose: più passa il tempo e peggio va. E' bene capirlo...
P.S.: dal prossimo che chiede consigli su un macro, comincerò a consigliare un serio Schneider (dal Componon in su, magari f/5.6) montato su soffietto basculabile e decentrabile. Altra musica!
A presto
Elio