QUOTE(Lellodem65 @ May 26 2006, 09:19 AM)
Ciao,
quello che volevo dire io all'inizio della discussione è che secondo me occorre avere a disposizione ottiche performanti dal punto di vista della capacità di raccogliere quanta più "informazione" possibile di ciò che si riprende.
Ok, ma è sempre meglio operare con l'ottica che ti rende al massimo già in ripresa l'effetto che desideri, piuttosto che cercare in PP di modificare la resa.
Cerco di spiegarmi: compro un 105 micro, son felice e son contento, nitidissimo, microcontrasto pauroso, si contano i peli delle zampette della cavalletta.
Ma faccio anche un ritratto alla mia bella, perchè POI abbasserò nitidezza e contrasto in post produzione ed otterrò lo stesso risultato che avrei ottenuto con un 85/1.4.
NON è vero: si può migliorare qualcosa, ma la resa di un obiettivo da ritratto è molto diversa, in termini di microcontrasto, di gradualità nelle transizioni tonali, di diverso e più gradevole contributo dello sfocato: e poi - ohilà ! - la risolvenza in sè e per sè non è affatto inferiore (almeno se parliamo dell'85/1.4) a quella del micro. Solo che il micro contrasto, soprattutto dei bordi, nel micro è enfatizzato, nell'altro è ridotto.
Ma ingrandendo al 100% un file D200 ripreso con il 60/2.8 (il famoso "rasoio") ed un altro ripreso con l'85/1.4, io riscontro mediamente una nitidezza del tutto pari; a f:2,8 (e non mi stupisce) l'85/1.4 addirittura supera il micro, cedendo invece qualcosa da f:5,6 in poi.
Parlo di dettagli minuti esaminati al 100% e NON DELL'IMMAGINE INTERA, stampata e vista dalla corretta distanza: in questa, ovviamente, SEMBRA che il micro sia più inciso, e l'altro più morbido e graduale nei passaggi, il che è esattamete ciò che si voleva ottenere in fase di progettazione.
Ma ribadisco, il potere risolvente, in sè e per sè, è equiparabilissimo tra l'uno e l'altro di questi due specialisti: croppare per credere.
Semmai sarà più facile, in PP, simulare un contrasto più elevato da un file 85/1.4, piuttosto che un contrasto più basso da un file 60/2.8; perchè posso togliere, ridurre con più efficacia le minime transizioni tonali che ci sono, piuttosto che aggiungerne altre che non ci sono.
Una volta si parlava dell' "occhio d'aquila" Tessar e del Planar. Il secondo aveva un potere risolvente ben maggiore del primo, ma un contrasto inferiore, sicchè, fino ad ingrandimenti di stampa 30x45, parevano più incise (in realtà erano più contrastate) le immagini riprese con il Tessar. Ingranendo particolari del negativo, o stampando su formati maggiori l'intero, prevaleva il Planar.
Eravamo - comunque - su ottimi livelli in entrambi i casi, tanto che la beneamata Rollei mantenne in produzione apparecchi dotati a scelta di ottica schema tessar o planar, con obiettivo di identica focale e luminosità: e naturalmente il mondo dei fotografi si divise - come ancora oggi avviene con altri strumenti - tra fanatici dell'immagine dal forte impatto e sostenitori dell'estesa gamma tonale.
A me piacciono entrambe, a seconda del soggetto che riprendo, che in fondo è l'unico elemento che dovrebbe determinare la scelta del corretto strumento.
bye