QUOTE(LUCA.BOSSI79 @ May 29 2006, 10:44 AM)
io l'ho acquistato pensando che il diametro frontale da 72 mm fosse un pregio, credendo che + la lente è grande, maggiore è la luce che entra, maggiore sarà il risultato; ma forse ho sbagliato tutto.
Qualunque obiettivo, anche il più corretto, può presentare riflessi, flare ed interriflessioni in determinate condizioni di luce o con determinati soggetti.
Sta essenzialmente al fotografo controllare nel mirino (non sempre è agevole) e con il tasto di chiusura del diaframma all'apertura di lavoro, l'assenza di questi fenomeni.
Spesso è sufficiente un'inclinazione infinitesimale diversa ed il riflesso sparisce; spesso piccoli accorgimenti portano a grandi risultati. Talvolta io sto attento a che l'ombra proiettata dal fusto anche sottile di un albero, o di un lampione, o di un cartello stradale cada esattamente sulla lente frontale dell'obiettivo, ed ottengo risultati eccellenti con questi...paraluce provvisori che il mondo mi mette attorno.
Poi, è ovvio che tanto più è critica una focale, quanto più i problemi di riflessi, flare, immagini fantasma ed interriflessioni si moltiplichino: voglio dire, un grandangolare con 114° di angolo di campo, ha molte più probabilità di un tele di intercettare raggi incidenti con angolature "critiche"; un obiettivo ultraluminoso, causa l'elevato diametro delle lenti, ha più problemi delle versioni meno aperte. Uno zoom, o comunque un obiettivo con elevato numero di lenti e gruppi, avrà certo necessità di una maggior correzione per evitare le interriflessioni tra una lente e l'altra, mentre gli schemi più semplici, soprattutto se dotati dei moderni trattamenti antiriflesso, fanno miracoli in questo senso.
Le 4 lenti trattate dello schema tessar del Nikkor Ais 45mm f:2,8
perdonano molto di più del pur eccellente 14mm/2.8 che ovviamente deve affrontare una mole imparagonabilmente maggiore di problemi: ed a maggior ragione il secondo è un obiettivo eccezionale, perchè - per l'angolo coperto, la luminosità relativamente elevata e le modeste dimensioni che - per forza di cose - può avere il suo paraluce, offre una "resistenza" ai fenomeni suddetti davvero da fuoriclasse, anche se probabilmente, in termini assoluti, inferiore al piccolo Ais P 45/2.8.
Anche in casa Leica, il mio summilux 1,4/35mm asferico vive con il paraluce perennemente innestato, mentre il piccolo Elmar 2.8/50mm può essere usato
abbastanza tranquillamente anche senza paraluce. E ciò va detto anche tenendo conto del fatto che con le Leica M non si possono verificare i riflessi nel mirino, non trattandosi di reflex....
Buona luce!