
Nel punto in cui il ghiacciaio d'acqua dolce incontra il ghiaccio salato del pack si trovano sempre piccoli iceberg intrappolati o spaccature che creano ripari per i cuccioli di foca ancora troppo piccoli per vivere in mare ed è quindi facile trovare impronte d'orso alla ricerca i cibo.

La legge dell'artico è spietata, il cibo scarseggia per tutti e se un orso trova una foca lontana dal suo buco per scappare in mare il risultato è facilmente prevedibile. I resti non ancora congelati ci dicono che l'orso ha finito di mangiare da poco e probabilmente è nascosto poco lontano, dobbiamo allontanarci, in mezzo a tutti quei ripari bianchi lui è praticamente invisibile mentre noi siamo facili prede.

Ritorniamo alla nostra cabin proprio in riva al Van Mijenfjorden e dovremo stare all'erta per tutta la notte. Ci attende un bellissimo "alone solare" proprio dietro al cabin ma non ci lasciamo distrarre, gli orsi vengono dal mare e non si fanno certo intimorire da una casetta di legno la cui parete esterna viene rifatta tutte le stagioni in quanto periodicamente sfondata da qualche orso.

Tempo di una cena veloce e cala il crepuscolo che in questa stagione non si trasforma mai in notte: proseguiamo con le ronde fino alle 23:00 poi andiamo in una stanza con finestrelle minuscole mentre la guida "dormiva" con una 44 magnum sul petto sul pavimento nel soggiorno vicino alle finestre grandi per proteggerci da un'eventuale entrata a sorpresa.

ll giorno successivo viaggiamo altre 4 ore per raggiungere la costa est, più fredda senza l'influsso della corrente del Golfo e completamente disabitata da esseri umani: il terreno ideale di caccia per un orso! La nebbia ci avvolge e limita la visibilità rendendo lenta e faticosa la guida.

In alcuni momenti, mentre viaggiamo tra mare gelato senza riferimenti e cielo nebbioso il fenomeno del "white out" ci abbaglia la vista: è importantissimo seguire da vicino la motoslitta davanti, senza mai perderla di vista per non smarrirsi in mezzo al bianco totale.

Verso sera, dopo una giornata passata a girovagare tra pack e spiagge gelate sentiamo un tonfo in lontananza: uno splendido esemplare femmina di orso polare è uscito dall'acqua e sta puntando dritti verso di noi! Copre i cento metri che ci separavano in brevissimo tempo, riusciamo a malapena a raggiungere le vicine motoslitte, mettere in moto e partire velocemente.....solo il tempo di uno scatto al volo dalla sella mentre la guida sta già urlando di lasciare le fotocamere e dare gas ai motori!!!

Ci allontaniamo velocemente ma l'orsa ci continua a puntare ed inseguire, lo fa per ben tre volte ma riusciamo a tenerci a debita distanza e studiare qualche scatto più ragionato e senza più il terrore addosso....anche se le gambe tremano ancora ed il viaggio di ritorno verso la cabin diventa carico di pensieri sulle emozioni appena vissute e faticoso per l'improvviso calo di adrenalina una volta che l'orso ha deciso di desistere dalla caccia e si è rituffato nelle scure acque del mar Glaciale Artico.


Il giorno successivo prima di ripartire chiudiamo la cabin e la proteggiamo da eventuali attacchi: porte e finestre vengono sbarrate con assi chiodate e rifinite col filo spinato ma, visti i precedenti, tutte queste precauzioni non sempre sono sufficienti come antifurto!


Dopo aver sistemato e protetto la cabin riprendiamo le motoslitte e facciamo ritorno a Longyearbyen, attraverso altri fiordi e minuscoli paesi di contorno a vecchie miniere di carbone....ma la testa e le emozioni sono ancora tutte per quell'incontro ravvicinato e la sera decido di godermi un po' di meritato riposo in solitudine concedendomi qualche lunga esposizione dal colle sopra la cittadina.

Grazie per l'attenzione.
Daniele
Attrezzatura: Nikon D800E, Nikon FM2, Zeiss ZF 18mm/3.5, Nikon AF-S 24-120mm/4, Zeiss ZF 35mm/2, Nikon AF-S 300mm/4, Nikon Tc 1,7x, Sirui N2204 + K20X.