QUOTE(vz77 @ Mar 2 2016, 09:39 AM)

non è così 'semplice'.
quando fai ad esempio l'esame della vista percepisci che ne so le prime 10 righe. dalle 10 righe in poi non fai alcuna differenza nelle prossime 4 righe. significa che sono dati di cui non saprai mai nulla... la differenza è notevolissima. specie appunto quando si valuta una stampa il microcontrasto, la nitidezza etc.
se quindi 'te la vedi' a casa, se vuoi davvero renderti conto della qualità di stampa (quindi la prova a 35cm) devi effettuare ingrandimenti a monitor? no. e se li fai invece a stampa vai incontro a ricampionature che alterano il risultato perché non corrispondono più al grado di dettaglio in scala originale.
quindi non puoi assolutamente capire la differenza di qualità fra una ottima stampa ed una buona.
e questo vale per tutto il mondo pubblicato. le riviste che vedi, le foto che stampano altri, le mostre. etc. non è affatto detto che uno con problemi di vista (anche corretti - io porto lenti a contatto che comunque non mi fanno vedere quanto occhiali poiché procedono di +0.75 gradi di astigmatismo se non ricordo male...in ogni caso seguono scale di gradazione che in termini di righe sull'optometro risultano anche 2 righe) possa dire alcunché sulla qualità di una stampa. se appunto un'immagine ha un grado di dettaglio (8 o 18) va oltre la sua possibilità (di vedere 7 mettiamo), non vedrai alcuna differenza. e quasi sicuramente vedendoci meno avrai bisogno anche di più microcontrasto per apprezzare meglio l'immagine quando magari chi vede bene e più di 10 decimi vede tutt'altro. ci sono tanti concetti nella fotografia come la pdc e il circolo di confusione che tengono conto di una 'percezione media' che in realtà vuol dire quasi nulla.
invece in certi casi lo è.
L'occhio non è "digitale" , e quando fai l'esame della vista (ma lo si può fare anche a casa) ci sono delle righe che hai difficoltà a distinguere, altre che non vedi affatto e altre che vedi bene.
Il tutto dipende ovviamente dalle dimensioni del carattere, per cui quello che viene a mancare è proprio la messa a fuoco (escludo i casi di astigmatismo o altri difetti come il cheratocono, o peggiori al nervo ottico).
Correggendo la messa a fuoco riesci a vedere perfettamente tutto.
Il fatto di portare lentine o occhiali di gradazione inferiore è una scelta tattica per spingere l'occhio a sforzarsi, onde evitare un peggioramento della vista.
In quel caso è un fatto del tutto personale.
Quindi se ti occorre necessariamente esaminare la nitidezza di una foto, indossi la correzione adeguata.
Io stesso, uso occhiali da presbite da 1 grado, per i lavori normali al computer, ma se devo leggere il giornale, uso quelli da 2.
E se devo fare delle microsaldature, lavorando in elettronica, utilizzo quelli da 4.
Dipende quanto vicino io mi debba mettere per lavorarci.
Stessa cosa per chi è miope,. Nella vita quotidiana porta occhiali da 2 gradi, ma per vedere perfettamente gli servirebbero 2 e mezzo?
Bene, se deve avere un attimo di visione "perfetta" li indossa, e poi rimette quelli più leggeri.
Ovvio che chi porta le lentine ha difficoltà pratiche a farlo, ma la regola vale per tutti i comuni difetti della vista.
l'astigmatico ha problemi diversi perchè ha una distorsione dell'immagine irregolare, per cui la può correggere solo con lenti specifiche orientate (per questo non può portare le lentine che ruoterebbero a caso), ma con la correzione adeguata riconquista una vista accettabile, in grado di poter distinguere una buona stampa da una meno buona.
Poi i gradi di accettabilità di una foto prescindono dalla qualità della vista. la tolleranza è filosofia. Quello che per me va bene per un altro potrebbe non esserlo.
e questo vale per tutto.
Su una cosa concordo, e l'ho detto nel mi primo post: occhiali o meno, se una cosa non la vedi non la puoi giudicare, per cui usi il tuo metro.