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mc0676
Ora non mi fucilate, ma incuriosito da un'altra discussione ho visto che il 60 micro consente a 22 cm foto con rapporto 1:1, mentre il 105 micro a 31 cm e spiccioli.

Considerando che il 18-200 fuocheggia a 50 cm, posso, a qualche lunghezza focale, ottenere rapporti 1:1 alla minima distanza focale ?

PS Ripeto, non uccidetemi, sono perfettamente ignorante in materia !
Giallo
QUOTE(mc0676 @ Aug 1 2006, 11:38 AM) *


Considerando che il 18-200 fuocheggia a 50 cm, posso, a qualche lunghezza focale, ottenere rapporti 1:1 alla minima distanza focale ?


No, perchè a 50cm di focheggiatura la focale nominale del tuo zoom non coincide più con quella effettiva, molto minore.

Nel tuo zoom (ed in tutti gli attuali) la lunghezza focale nominale coincide con quella effettiva soltanto focheggiando ad infinito.

Capisco che sarebbe molto bello se il 18-200 consentisse anche macro 4:1 senza accessori, ma sicuramente Nikon lo pubblicizzerebbe in maniera adeguata ! biggrin.gif

Buona luce.

smile.gif
mc0676
QUOTE(Giallo @ Aug 1 2006, 11:43 AM) *

No, perchè a 50cm di focheggiatura la focale nominale del tuo zoom non coincide più con quella effettiva, molto minore.

Nel tuo zoom (ed in tutti gli attuali) la lunghezza focale nominale coincide con quella effettiva soltanto focheggiando ad infinito.

Capisco che sarebbe molto bello se il 18-200 consentisse anche macro 4:1 senza accessori, ma sicuramente Nikon lo pubblicizzerebbe in maniera adeguata ! biggrin.gif

Buona luce.

smile.gif


Capisco ... cioè NON capisco. guru.gif

Non è che mi daresti un link o mi spiegheresti bene, mm e cm compresi, quando questo rapporto viene a esserci o mancare ?

Grazie !
Giallo
Nei moderni obiettivi zoom, ed anche in quasi tutti gli attuali schemi ottici per focali fisse, l'ottimizzazione delle prestazioni tende a coprire tutte le distanze possibili.

Un tempo per focheggiare era sufficiente che l'intero gruppo ottico venisse spostato avanti ed indietro, solidalmente, senza che le lenti mutassero la propria posizione reciproca.

Poi si studiarono meccaniche più complesse, che consentivano, alle diverse distanze, di mutare anche la posizione reciproca delle varie lenti tra loro ("lenti flottanti"), per ottenere prestazioni ottiche le migliori possibili sia all'infinito che alla minima distanza.

Analogamente si ottenero anche gli obiettivi (fissi o zoom) con messa a fuoco interna (IF), che non variano le proprie dimensioni fisiche (non si allungano nè si accorciano) al variare delle distanze, ma in compenso variano - magari in maniera non eclatante, ma lo fanno - la propria lunghezza focale effettiva, che si riduce all'approssimarsi della minima distanza di focheggiatura.

L'esempio limite di questi schemi complessi è mio avviso il micro nikkor 70-180, che al massimo rapporto di riproduzione (1,3:1) che si ottiene focheggiando alla minima distanza con la focale impostata su 180mm, ha una distanza di lavoro inferiore a quella del 105micro, perchè in realtà, alla mimina distanza di focheggiatura, la lunghezza focale effettiva passa da 180 a poco meno di 100mm.

Ciò consente tra l'altro di evitare, o almeno di contenere, il calo di luminosità che di regola si verifica ai rapporti più alti di riproduzione: calo di luminosità dovuto - semplificando al massimo - all'allontanamento fisico del gruppo ottico dal piano focale (sensore o pellicola) comportato dalla necessità di focheggiare più da vicino. Se prendi un qualsiasi vecchio obiettivo, noterai che focheggiando alle brevi distanze, si "allunga" verso il soggetto: parimenti si allontana dal piano focale.

Buona luce
kayman
QUOTE(Giallo @ Aug 1 2006, 12:06 PM) *

Nei moderni obiettivi zoom, ed anche in quasi tutti gli attuali schemi ottici per focali fisse, l'ottimizzazione delle prestazioni tende a coprire tutte le distanze possibili.

Un tempo per focheggiare era sufficiente che l'intero gruppo ottico venisse spostato avanti ed indietro, solidalmente, senza che le lenti mutassero la propria posizione reciproca.

Poi si studiarono meccaniche più complesse, che consentivano, alle diverse distanze, di mutare anche la posizione reciproca delle varie lenti tra loro ("lenti flottanti"), per ottenere prestazioni ottiche le migliori possibili sia all'infinito che alla minima distanza.

Analogamente si ottenero anche gli obiettivi (fissi o zoom) con messa a fuoco interna (IF), che non variano le proprie dimensioni fisiche (non si allungano nè si accorciano) al variare delle distanze, ma in compenso variano - magari in maniera non eclatante, ma lo fanno - la propria lunghezza focale effettiva, che si riduce all'approssimarsi della minima distanza di focheggiatura.

L'esempio limite di questi schemi complessi è mio avviso il micro nikkor 70-180, che al massimo rapporto di riproduzione (1,3:1) che si ottiene focheggiando alla minima distanza con la focale impostata su 180mm, ha una distanza di lavoro inferiore a quella del 105micro, perchè in realtà, alla mimina distanza di focheggiatura, la lunghezza focale effettiva passa da 180 a poco meno di 100mm.

Ciò consente tra l'altro di evitare, o almeno di contenere, il calo di luminosità che di regola si verifica ai rapporti più alti di riproduzione: calo di luminosità dovuto - semplificando al massimo - all'allontanamento fisico del gruppo ottico dal piano focale (sensore o pellicola) comportato dalla necessità di focheggiare più da vicino. Se prendi un qualsiasi vecchio obiettivo, noterai che focheggiando alle brevi distanze, si "allunga" verso il soggetto: parimenti si allontana dal piano focale.

Buona luce

Ottima spiegazione... dry.gif ma in pratica qual'è il massimo rapporto di ingrandimento che si riesce ad ottenere con il 18-200??

Grazie!!
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