Tempo fa mi è capitato di andare nell'area tropicale di un giardino zoologico. Purtroppo, data la mia inesperienza, non ho potuto scattare nessuna foto a causa dell'appannamento repentino della lente della fotocamera a causa dell'elevata umidità e dello sbalzo termico dall'esterno all'interno della struttura .
Ho letto in rete che ci sono fotocamere tropicalizzate, in grado di resistere a queste condizioni "estreme", ma volevo sapere se ci fosse una soluzione anche per le fotocamere normali come la mia (Nikon D3100), per evitare che l'obbiettivo si appanni, grazie.

Lo sbalzo termico, non risparmia nulla. Bisogna mettere la macchina in un sacchetto sigillato
e una volta entrati attender qualche minuto prima di tirare fuori l'attrezzatura. Spartana soluzione
ma che funziona

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per la tua D3100 c'è poco dare fare in quanto la tropicalizzazione è fatta in fase di progetto e poi di costruzione se hai bisogno di questa caratteristica sei costretto a cambiare modello, ma anche una tropicalizzata non è... propria "sigillata" in quanto può entrare aria umida durante il cambio dell'ottica e quindi casi di lieve condensa può capitare, mentre una leggera pioggia o qualche spruzzo d'acqua per una tropicalizzata non ha problemi.


Antonio

Il termine "tropicalizzato" è assai abusato, e non vorrei neanche parlarne. Sottolineo però che alle ottiche buone il cambiamento repentino di temperatura gli fa un baffo, ed è giusto che sia così. Ma cosa pensiamo, che nel freddo della Lapponia o nell'umidità della giungla birmana i professionisti locali vadano in giro con la reflex incartata nel sacchetto ovvero nella ghiacciaia da mare? Guarda, io sono tutto meno che un bravo fotografo ma nel corso di 40 anni di hobby fotografico mi sono trovato tante volte in situazioni estreme e mai, dico mai, ho avuto di questi appannamenti. L'obiettivo buono non si appanna, se lo fa non è così buono per come ce l'hanno spacciato. Classico esempio di lente che si appanna con un amen è il Tamarro 15-30, ormai famoso per questa peculiarità...

Al contrario di come si possa pensare, è preferibile che le apparecchiature lascino entrare e circolare l'aria, e non siano "stagne".
è proprio per la stagnazione che l'aria, quando passa da una temperatura calda (più capace di umidità) ad un altra più fredda, condensa il vapore acqueo presente.
Se l'aria circola, si bilancia con quella dell'ambiente circostante e il vapore sparisce.

Ciao Lupaccio, guarda, non penso che possa essere problema di qualità dell'obbiettivo in quanto era il 18-55 di base fornito insieme al corpo della fotocamera.. quindi non saprei che dire

Si tratta di un problema fisico, passando da un ambiente con temperatura bassa ad uno con temperatura più elevata e, magari ricca di vapore acqueo (vedi ad es piscina) il vapore condensa sul corpo, più freddo, dell'apparato che hai introdotto e la lente dell'ottica (ma non solo) si appanna quasi all'istante.
Per superare questo problema devi dare tempo a tutta la reflex di "acclimatarsi" all' ambiente (piscina) ecco perchè si usa la busta dove introdurre la reflex e solo quando questa ha raggiunto la stessa temperatura (dell'aria nella piscina) si può estrarla ed iniziare a fotografare.
Anche Lupaccio (ciao) non ha del torto nel sostenere che una elevata qualità nella costruzione dell'insieme aiuta ad attenuare il fenomeno, tuttavia non riesce ad eliminarlo completamente in quanto molto dipende dal gradiente di temperatura, tra interno ed esterno, che si affronta.
1berto