Ma, al risveglio, un dubbio a dir poco amletico.
Non tanto per i programmi della giornata, per quello che avrei potuto fare in una bella giornata di sole settembrino, ma ancora calda abbastanza, scaldata quasi come una giornata estiva nonostante l’incalzante autunno.
Avevo già deciso ieri di fare il solito giro domenicale in bicicletta.
Il dubbio piuttosto nasceva da un’altra domanda:”la porto o non la porto”.
(Che cosaaaa…? La mia D70 ovviamente!).
“Ma no, a che ti serve?” Il solito giro, senza nessuna fantasia di stare lì a fermarsi per riprendere qualcosa o qualcuno.
“Dai, su, Prendila e portala… non si sa mai… per quello che pesa! E poi che impiccio ti da quella borsa a tracolla?”
Alla fine decido e parto. Il giro comincia. Corso Trieste… quartiere Coppedè…, la solita bellissima fontana anche se un po’ “fuori livello”… Sosta successiva i giardini adiacenti Galleria Borghese… I consueti viali, quelli delle altre domeniche… Le voliere… Le altre incantevoli fontane già più volte fotografate... I cavalli marini... Il laghetto… fino alla terrazza del Pincio per godere dei turisti che si sorbiscono amabilmente il panorama e le loro “pose” mentre reciprocamente si ritraggono in una “foto-ricordo”.
D’un tratto una musica in lontananza. Si. Sembra quasi di sentire una fanfara. Torno sui mie passi (…pardon, sulle mie ruote…). Mi affaccio e lì, proprio sotto di me, in Piazza del Popolo scorgo un gruppo di Bersaglieri e la loro Fanfara.
Inforco nuovamente la mia bicicletta e giù via, a rotta di collo per la discesa del Pincio, verso la piazza sottostante.
Quando arrivo è ormai troppo tardi. La Fanfara ha smesso di suonare ed ha preso posto su un autobus turistico open con il quale, dopo aver attraversato la città, raggiungerà il luogo delle celebrazioni della giornata: la storica Porta Pia.
Ma come dice il motto dei Bersaglieri “… mancò la fortuna,,, non il valore…”:
Non mi perdo d’animo e comincio a fotografare quello che è ancora possibile riprendere. Senza alcuna pretesa, ma solo per il gusto di poter raccontare quello che ora sto scrivendo.
Inizio con un gruppo di ciclisti in uniforme e bicicletta rigorosamente d’epoca

già in sella e a partire al seguito dei loro gloriosi e pluridecorati “Medaglieri”:

che aprono lo sfilamento, preceduti dalla tradizionale Fanfara che con le sue note allieta quanti in quegli stessi momenti si trovano a transitare per Via del Corso, Via del Tritone, Via Barberini, Piazza Esedra e giù di lì fino al Monumento che, maestoso ed imponente, tutti li celebra, ricordando a noi le loro gloriose gesta.



A Porta Pia un tripudio di folla. Gente di passaggio, molti che domandano che cosa si celebra, tanti parenti convenuti per fare da cornice alla festa dei propri mariti, padri, figli, amici. Ex commilitoni… anziani Bersaglieri che ostentano le insegne dell’antico “grado di sergente” insieme a tutto il proprio “Orgoglio dell’appartenenza”:

Ed ancora la Fanfara, le biciclette d'eposa,


… e poi ancora gli Onori ai Caduti, la deposizione delle Corone di alloro, le note melodiose e malinconiche de “La Leggenda del Piave”, la commozione irrefrenabile alle note del “Silenzio fuori ordinanza” …. i discorsi ufficiali…
Il tutto in un tripudio di scatti, uno appresso all'altro per qualche centinaio di fotografie che appare impossibile da pubblicare tutte in una volta.
Fino al momento più solenne delle cerimonia… l’Inno Nazionale ai piedi del monumento al Bersagliere:

suggellato da un simbolico abbraccio ricercato da un bimbo verso sua madre, ritratti nel riflesso vivo degli ottoni…
