STUDENTESSA: Lei prima ha parlato della pubblicità, che comunque è rivolta a un pubblico generale, che è formato da tutta la società. Non crede che alcune delle Sue immagini siano un po' provocanti, o, comunque, possiamo dire, un po' troppo crude per un pubblico di bambini che si trovano ad avere queste immagini di fronte? Che responsabilità si assume?
Ma mi assumo tutte le responsabilità, perché m'ha detto: "un po' provocanti". Allora io la parola "provocazione" non la ritengo una parola negativa, ma la ritengo una parola molto positiva, perché provocare vuol dire dare, è un atto di generosità. Provocare vuol dire offrire a qualcuno, provocare la possibilità a qualcuno di vedere le cose da un nuovo punto di vista. Lo sa benissimo che tanta gente non vuole assolutamente cambiare il proprio punto di vista, perché è faticoso, perché dovrebbe rimettere in questione tutta la sua moralità, tutto il suo credo, la sua religiosità, tutto ciò che gli va bene credere, perché così almeno ha una vita quieta. La provocazione è scomoda, la provocazione è molto scomoda. Ma io non penso che i giovani siano meno, meno preparati degli adulti. Gli adulti ormai sono cause perse.
STUDENTESSA: Allora noi ci abituiamo a vedere delle immagini violente e quando ci troviamo di fronte alla realtà normale, di tutti i giorni...
Le immagini violente sono quelle del Mulino Bianco. Riflettete.
BOSS