QUOTE(F.Giuffra @ Nov 13 2006, 11:47 AM)

Affascinante, ma non ho capito perché un obiettivo più lungo "tira" di meno, mi sembrava più logico il contrario... Come funziona?

Questo è il punto davvero interessante.
perchè RR = t/F -1
(RR è il rapporto di ingrandimento, t il tiraggio totale, F la focale).
Con l'obiettivo focheggiato all'infinito, t = F. Il tiraggio "totale" coi tubi diventa t + Dt, dove Dt è la lunghezza dei tubi (o l'estensione del soffietto). Se fai due conti, il RR dell'obiettivo a infinito diventa = Dt/F. Ergo, maggiore è F a parità di Dt e minore è RR ... Lo stesso vale anche alle altre distanze di messa a fuoco impostate sull'obiettivo. Ma il calcolo specifico va fatto caso per caso.
QUOTE(lucaoms @ Nov 13 2006, 12:27 PM)

non conosco bene l'utilizzo dell'sb 29 ma con r1-c1 ed i new r200, alle volte è decisamente meglio illuminare da una distanza maggiore in quanto è possibile e si gestiscono meglio le inclinazione dei flash montati sull'anello.
Un conto è la facilità di posizionamento delle luci, un altro è la "qualità" della luce.
Io mi riferivo alla qualità della luce (che dovrebbe essere l'aspetto prevalente in qualsiasi ripresa dove si scrive con la luce, o no?

).
Maggiori sono le dimensioni della sorgente di luce rispetto al soggetto, più morbida sarà l'illuminazione. La parabola di un flash posizionata molto vicina al soggetto sarà "vista" da questo come un qualcosa di ampio. Se invece posizioni il flash lontano, questo "apparirà" al soggetto come una luce più puntiforme e darà un'illuminazione più dura, con ombre più chiuse.
Un po' come il sole o il cielo coperto. Il sole è una sorgente puntiforme; il cielo coperto è come un bank. Quando si fa macro cerchiamo di usare il flash come bank, non come "sole" ... ne guadagnerà la qualità.
(e cerchiamo di evitare fondi bui o che distraggono l'osservatore).