QUOTE(IgorDR @ Nov 23 2006, 08:26 PM)

Su questo argomento si è detto di tutto e di più, moltissime sono le opinioni al riguardo. Di certo è che c'è una normativa ISO di qualità, la 3664, che nelle noiosissime e numerose pagine dice sostanzialmente: gli studi grafici/fotografici che producono immagini destinate al supporto cartaceo, DEVONO avere sia il monitor che la luce ambiente calibrati tra 5000K e 5500K.
Aggiunge inoltre che è possibile usare monitor calibrati a 6500K nel caso le immagini siano destinate esclusivamente alla visione a monitor (grafica web) Punto e a capo.
Poi possiamo discutere per ore ma la normativa parla chiaro.
Molta gente la pensa comunque come te, a tal proposito una università Svizzera ha fatto un esperimento: hanno allestito una serie di cabine con luci a 5000K con all'interno 2 monitor, uno a 5000K e uno a 6500K. Hanno poi consegnato a numerosi soggetti delle foto stampate e li hanno pregati di recarsi nelle cabine e dire su quale monitor vedevano la migliore corrispondenza. Praticamente tutti hanno votato per il monitor a 5000K. Oltre alla normativa dunque anche la prova scientifica....
Sia chiaro anche io predico bene ma razzolo male, ma a me sembra improbabile che se ho un monitor a 6500K e ci metto accanto una foto stampata guardata sotto una luce a dievrsa temperatura, possa ottenere le stesse impressioni visive. Il nostro cervello è vero che si tara automaticamente sul bianco, ma va in palla completamente sui riferimenti relativi (qualcuno aveva postato in un altro post una curiosa immagine di una scacchiera... se la trovo ti mando il link)
Ciao
Il punto è proprio questo: non si deve valutare la stampa "accanto" al monitor e basta ma a parità di illuminazione e in rapporto alla resa cromatica e di purezza SIA a monitor e SIA sotto una luce calibrata a 4700K - D50! Di solito non sono nemmeno vicine fisicamente per evitare inquinamenti luminosi. Inoltre pochi monitor possono arrivare alla luminosità del booth.
La resa luminosa e soprattutto la diversa luminosità tra il monitor e il booth di verifica fanno si che la purezza del monitor a 6500K eguagli quella del booth a 5000K molto meglio rispetto a quella del monitor a 5000K. Volendo particolareggiare tecnicamente il motivo, possiamo dire che mentre la luce della lampada 5000K ha una distribuzione spettrale omogenea e regolare, tale non è per i monitor, per i quali il bianco viene ottenuto dalle 3 fonti RGB in addittiva, che quindi riproduce molto meglio tale punto con una calibrazione attorno ai 6500K. Inoltre le stesse lampade dei booth D50 non riescono a restituire un D50 "puro" ma ne forniscono uno più "freddo".
Tra l'altro, se ricordo bene (posso sbagliare) la ISO 3664 definisce illuminante D65 per lo schermo del monitor e non D50 ma è il riferimento ISO 12646 che propone D50 però a luminosità più alta. E' importante la valutazione della luminosità in base alla resa del punto di bianco tra monitor e booth.
Non si eseguono i proof di contratto affiancando la stampa al monitor e dicendo "ok"! Si prende la stampa e si valuta a illuminante e temperatura noti. E quella viene accettata dal cliente.
Si possono eseguire proof da contratto ANCHE da monitor (senza valutazione della stampa) ma sono rari anche perchè non riproducibili facilmente.
Attualmente quasi tutte le aziende U.S.A. sono passate ai 6500K a video dal 5000K a cui erano abituati.
Inoltre anche i profili di stampa per valutazione definiscono l'illuminante usato. Solitamente D50.
I numeri non sono tutto.
Saluti