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NikonClub.it Community > NIKON SCHOOL > TECNICHE Fotografiche
marcofranceschini
Saluti a tutti
in una precedente discussione pubblicata in Nikon LIFE,sono stati affrontati vari argomenti ,tra cui quello relativo alla progettazione di un reportage e quello sempre difficile e doloroso della selezione delle immagini con eliminazione di quelle "inutili" o sbagliate.
Proverò quindi ad illustrare anche la finalità per cui si sceglie di effettuare un certo tipo di scatto ed un esempio di cosa eliminare e del perchè eliminarlo...per sempre.... blink.gif
Da qualche tempo sto sviluppando un progetto che riguarda in generale alcune zone del centro storico di Roma ed in particolare nell'ultimo periodo la zona dell'ex "Ghetto" di Roma. Prima di iniziare a scattare mi sono documentato ed ho individuato tra le altre cose quelli, che in un ambiente urbano, vengono definiti come "elementi di qualificazione",che possono riguardare ad esempio il disegno del suolo, le fontane, l'illuminazione, le edicole votive...
Partendo da questi elementi generali è iniziata la fase di ripresa ,lunga e faticosa anche perchè ultimamente a Roma piove sempre rolleyes.gif .
Per ciò che riguarda le "Edicole votive" queste vengono interpretate come segni di espressione di volontà popolare e rappresentano l'esigenza di commemorare un evento con un'immagine...
Naturamente in un reportage non è necessario inserire tutte le 25 "Edicole votive" ,in questo caso , presenti ,ma mostrarne qualcuna è necessario.
Ma veniamo alla selezione...ecco come procedo normalmente.
Tra le 25 edicole presenti solo una rappresenta il "Cristo" quasi tutte le altre invece rappresentano una "Madonna con Bambino" e quindi la prima va sicuramente fotografata.
Quando ho trovato la prima volta l'edicola in questione (DSC_1287 e DSC1288) c'era un camioncino parcheggiato davanti, ho scattato comunque pensando di effettuare un taglio successivamente. Ripassando qualche giorno dopo il camioncino non c'era più ed ho quindi eseguito lo scatto DSC_3326 che oggi ho iniziato a sistemare (DSC_3326_mod) intervenendo prima sulle linee cadenti , tagliando la parte superiore in cui si vede una piccola porzione di muro ed eliminando con PS le due targhette bianche ,una a destra ed una a sinistra.
Naturalmente da oggi la DSC_1287 e DCS_1288...sono finite nel cestino di Windows....
Con questo piccolo esempio ho voluto comunicare come ad un lavoro di studio precedente alla ripresa ed ad un lavoro di ripresa ,deve seguire un ulteriore lavoro di scrematura e di confezionamento e perfezionamento dell'immagine (semplice e veloce con la ripresa digitale) ,che comporta necessariamente una severa e consapevole selezione da cui un fotografo non può prescindere...è vero 3 su 36 può sembrare una regoletta stupida ed assurda ,ma con il tempo ci si accorge che è una di quelle regole giuste che ci troviamo ad applicare senza neanche rendercene conto.

Saluti

Marco
Luca Moi
Ciao Marco, ricordo bene la discussione a cui fai riferimento rolleyes.gif , e ovviamente non ho cambiato idea anche se ci siamo capiti benissimo. Quanto al tuo progetto, mi sembra interessante e sono daccordo sul metodo, tranne per l'eliminazione delle targhette con PS. Non voglio adesso riaprire il solito dibattito sulla legittimità o meno del fotoritocco, però secondo me in un reportage come il tuo dovresti offrire delle immagini assolutamente veritiere e non ritoccate. Tra l'altro quelle due targhette non mi sembravano così deleterie per la validità complessiva della foto, al limite le avresti dovute non tagliare ma riprendere per intero. Probabilmente poi la mia è solo una eccessiva pignoleria, però questo è il mio suggerimento, ciao
Claudio Orlando
Ciao Marco,
ricordo la discussione cui fai riferimento e l'esempio che hai portato è servito a mio avviso a sciogliere quei dubbi che sembrano venirne fuori.

Volevo pregarti però di una cosa: potresti per favore soffermarti un po' più sugli aspetti connessi alla preparazione del progetto? Ovviamente non pretendo che ti dilunghi nei minimi dettagli, ma una sorta di canovaccio che ci faccia capire come si crea un filo conduttore credo sia utile non solo per me, che sono interessatissimo a questo tipo di ricerca, ma anche a molti altri. Ti ringrazio fin d'ora perchè so che cercherai, nei limiti del possibile di accontentarmi. Ciaooooooo!!! wink.gif
Fabio Pianigiani
Pur essendo un fruitore di Photoshop, per lavoro e per diletto, concordo pienamente con Luca.
Un intervento di "ripulitura" come hai fatto nell'esempio, pur riportando la scena ad antico splendore, rischia di rendere irriconoscibile un luogo che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi.
Non è il mio un ragionamento sull'etica del "ritocco", ma così facendo concentri troppo l'attenzione sul soggetto rendendolo estraneo al contesto che è il vero testimone di un reportage come il tuo.
Comunque, forse, come dice Luca, è solo pignoleria....... wink.gif
Progetto molto interessante ed argomento appassionante..... Pollice.gif
marcofranceschini
...non so se sono più pignolo io che ripulisco l'immagine o voi che invece per rispetto della verità manterreste dei piccoli elementi di disturbo all'interno dell'immagine.... rolleyes.gif
Nella discussione collegata a questa avevo parlato di immagini perfette (naturalmente non ho mai parlato di capolavori!!!! biggrin.gif ) e quando faccio riferimento a questo termine considero l'assenza di quei piccoli particolari (linee cadenti,orizzonti non perfettamente dritti , piccoli elementi di disturbo.
QUOTE
così facendo concentri troppo l'attenzione sul soggetto
...bene benissimo questa frase la considero chiave.Infatti all'interno di una composizione fotografica lo scopo del fotografo è quello di creare un percorso visivo,più esistono elementi a creare disturbo a questo percorso e più il messaggio andrà perduto. La striscetta bianca sulla sinistra e la mezza targhetta bianca sulla destra sono deleteri per il contesto della foto...se fosse stata una diapositiva l'avrei sicuramente cestinata comunque mi sarei fatto dare uno sgabello per eliminare le linee cadenti o avrei utilizzato un ottica decentrabile, ma il risultato finale ,quello voluto doveva essere quello...senza linee cadenti e senza targhettine bianche a interrompere il percorso....e senza il pezzetto di muro sopra l'edicola.
La ripresa digitale consente questi piccoli artifici che con la ripresa con pellicola non sono consentititi ,ma ripeto il risultato finale sarebbe stato lo stesso ,perchè quello immaginavo e quello volevo...in ogni caso la "correzione" apportata non credo stravolga il messaggio,magari lo concentra...
allego un'altra coppia di immagini ...sempre eseguita nella zona dell'ex "Ghetto" di Roma.
Nell'originale (in alto) è presente una piccola zona rossa che delimita un cantiere...in quel tipo di contesto decisamente fuori luogo...il mio sguardo invece di viaggiare attraverso i due archi cercando dettaglio sullo sfondo si ferma miseramente su quella zona rossa.Eliminarla secondo me non significa stravolgere la realtà ,ma ripristinarla....sono dei piccoli dettagli che io considero fondamentali...naturalmente rispetto anche il rigore e quindi chi decide lasciare questi piccoli elementi nella propria scena ,il mio invito però è quello di prestare la massina attenzione a questi particolari che diventano determinanti nella riuscita di un 'immagine.

Saluti
Marco



Fabio Pianigiani
Lungi da me dissuaderti delle tue convinzioni, ma quotare una parte di frase non rende possibile l'interpretazione del concetto, anche se discutibile quanto vuoi.
Pertanto io avevo scritto:

QUOTE
Non è il mio un ragionamento sull'etica del "ritocco", ma così facendo concentri troppo l'attenzione sul soggetto rendendolo estraneo al contesto che è il vero testimone di un reportage come il tuo.


Che vuol dire tutta un'altra cosa.
Il credo che tutti gli elementi della scena siano testimoni della situazione che vuoi rappresentare, di cui il tabernacolo è solamente un elemento compositivo.

QUOTE
Da qualche tempo sto sviluppando un progetto che riguarda in generale alcune zone del centro storico di Roma ed in particolare nell'ultimo periodo la zona dell'ex "Ghetto" di Roma.


Se avessi detto che volevi fare un reportage sui tabernacoli di Roma allora.......

P.S.
Naturalmente la correzione di certe prospettive,orizzonti o linee cadenti, entro certi limiti, è più che auspicabile..... wink.gif
Se si esagera anche con queste correzioni,specialmente con la correzione delle fughe prospettiche, non si fa più reportage, ma foto d'architettura.
E allora si usa un banco ottico, o un decentrabile/basculabile ecc. ecc. ecc.

Buon lavoro..... Pollice.gif
marcofranceschini
QUOTE (kurtz @ Jun 9 2004, 08:37 AM)
QUOTE
Non è il mio un ragionamento sull'etica del "ritocco", ma così facendo concentri troppo l'attenzione sul soggetto rendendolo estraneo al contesto che è il vero testimone di un reportage come il tuo.


Che vuol dire tutta un'altra cosa.

Ciao Kurtz ,hai ragione non si dovrebbe mai quotare parte di una frase rischiando di stravolgere il concetto espresso da un altro,ma in questo caso volevo proprio dire quello che la frase estrapolata comunicava, e cioè che quando in un contesto generale si riprende un particolare ,l'attenzione deve concentrarsi su particolare e tutti gli elementi di disturbo presenti nella scena andrebbero "gestiti" al meglio .Con il termine "gestiti" intendo dire che se è possibile vanno eliminati dalla scena direttamente in ripresa,se non è possibile eliminarli vanno inseriti in modo che disturbino il meno possibile...un'alternativa la offre la ripresa digitale che consente piccoli e sottolineo piccoli interventi di pulizia che non cambiano assolutamente il messaggio ,eventualmente lo rafforzano....comunque ribadisco il concetto che ognuno di noi è liberissimo di affrontare questo tipo di problematica come meglio crede...quello che mi preme rimarcare è il fatto che comunque la problematica va affrontata,nel senso che dobbiamo sempre sapere cosa stiamo fotografando nei minimi particolari .
Prima di scattare è bene verificarel'inquadratura...controllando la messa a fuoco, e riguardando tutti gli elementi presenti nella scena ,sia quelli centrali che quelli secondari,immaginare l'effetto provocato ad un osservatore di tutti questi elementi...se poi dopo lo scatto riguardando l'immagine ,la diapositiva o la stampa ci si rende conto di non aver calcolato tutto e di aver commesso degli errori di ...comunicazione....via nel cestino senza starci troppo a pansare...quella foto è sbagliata,è inutile...è soprattutto dannosa per il nostro lavoro e va quindi eliminata!!!!

Ciao
Marco
_Nico_
Perdonate se m'inserisco nella discussione, che sto seguendo con molto interesse. Anch'io, pur essendo amatore e di tecnica sicuramente perfettibilissima, sto pensando da un po' di dì realizzare un reportage su un'area della zona in cui vivo, e come Marco Franceschini mi trovo, dopo solo cinque/seicento scatti, a scartare foto che inizialmente trovavo valide, per le stesse ragioni. Anch'io mi rendo conto che dovrò farne dieci volte tante, per avere davvero un quadro decente dell'area.

'Studiare' il soggetto mi sembra quanto mai sensato, e forse d'obbligo, anche se per il momento -cioè più d'un mese- mi limito a perlustrare: di fatto sto cominciando a conoscere questo ambiente anche attraverso le lunghe passeggiate e le foto. Bisogna tornare a più riprese sui luoghi 'topici': per studiarli alle diverse ore del giorno, e perché potrebbero accadere eventi non registrati precedentemente.

In merito al suo progetto, e in particolare le edicole, ha pienamente ragione a dire che essendovene una sola dedicata a Cristo, essa deve apparire, ma bisognerà anche tenere presente che se ve n'è una sola, e le altre sono tutte dedicate a Maria, bisognerà anche restituire questo radicatissimo culto mariano...

Il caso delle edicole calza a pennello. Forse non ne scaturiranno foto che sbalordiscono, ma un reportage deve restituire una realtà, e non solo mostrare capacità estetiche. In altre parole foto che nella logica dello 'scatto bello' e sorprendente non verrebbero scattate, possono divenire importanti e persino prioritarie. Nel mio caso, lavorando su un ambiente naturale fortemente antropizzato, non posso fotografare solo voli d'aironi al tramonto... wink.gif

Discorso lungo... Per dire in sostanza che esplorare, esplorare nel tempo, è parte essenziale d'un progetto che voglia restituire con la fotografia un ambiente, urbano o no. Lo vedo con la mia piccola esperienza: misuro i miei limti, ma comunque imparo e osservo. L'esperienza che se ne trae va comunque al di là delle quindici/cento foto valide che alla fine si selezionano. Insomma la fotografia come strumento di conoscenza e verifica delle proprie esperienze.
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