
Dopo aver visto in uno degli ultimi numeri di National Geographic un bellissimo reportage sul Viet Nam realizzato solo con una telemetro (sì, la solita del pallino rosso)

Mi spiego: le immagini erano tutte in esterno o in ambienti relativamente vasti, i ritratti ambientati, non un primo piano, non un interno angusto. La scelta era stata chiara: agilità e relativa "invisibilità" in cambio di una maggior flessibilità operativa.
Questa riflessione mi ha parzialmente "rincuorato" di fronte alla prima, devastante considerazione che, con i miei due corpi reflex, le sei ottiche dal fish eye al 400, il moltiplicatore e via elencando, non sarei mai riuscito a produrre un reportage del genere. Lasciamo da parte per un attimo la questione del "manico" (differenza abissale) e anche il fatto che pochi di noi avrebbero la possibilità di "spendere" due mesi in una città lontana al solo scopo di fotografare: affrontare la fotografia dal punto di vista "minimalista" vuol dire sì confrontarsi all'estremo con le proprie capacità, ma anche accettare in partenza una serie di limitazioni espressive che non sempre sono in realtà "accettabili".
Mi spiego: con una reflex e un 50 mm si possono affrontare moltissime situazioni fotografiche, ci si educa alla ricerca e ci si "disintossica" dalla pigrizia, ma non si può pretendere, animati dal "credo" minimalista, di spaziare con questa attrezzatura dalla foto d'architettura alla foto naturalistica...
La questione è molto meno "filosofica" di quanto sembri, e interessa a mio avviso non tanto i cultori più smaliziati, che nell'approccio "minimalista" vedono una ulteriore sfida alle proprie capacità tecniche e creative, quanto gli esordienti, che numerosi s'affacciano a queste pagine virtuali chiedendo lumi sul famoso "corredo", sull'ottica - o le ottiche - da affiancare al famoso, o famigerato, zoom di prima dotazione. Spesso - e ne faccio ammenda per primo - le nostre risposte sono "viziate" da scelte personali maturate dopo anni di esperienze, esperimenti e acquisti...alcuni dei quali inevitabilmente sbagliati. Insomma, ai neofiti (ma anche agli amici ben più "scafati") suggerirei di evitare la tentazione del supercorredo da 14 a 500 mm così come quella del "cinquantino e vai", se non prima di aver sperimentato - magari anche col vituperato plasticone comprato assieme alla reflex - quali siano realmente i soggetti preferiti, il proprio "linguaggio" fotografico...solo allora sarà possibile effettuare davvero una scelta "minimalista", che equivale a mio avviso all'indispensabile "condito" da un po' di "utile" senza traccia di "superfluo".
Ciao
Diego