Berchidda è un piccolo paese nel nord della Sardegna, conta circa tremila anime. La maggior parte degli abitanti vive di pastorizia o lavora nel ciclo di produzione del vino (in Gallura si produce uno dei primi quattro vermentini d'Italia).
Prima di partire per il festival mi è capitato di leggere in rete il racconto di un giovane studente (mi pare romano) che anni fa decise di seguire i nonni in vacanza proprio qui in questo paese immerso nei monti della Gallura. Lo studente parlava di un posto dove tutti si conoscono, dove ci sono solo bambini e adulti perché i giovani abbastanza grandi si sono spostati verso città più grosse per lavorare o per studiare, dove il silenzio regna sovrano per tutto il giorno, dove lungo le strade ci sono più bar che macchine parcheggiate, dove l'ospitalità è un obbligo morale e un piacere allo stesso tempo.
Io non ero mai stato a Berchidda ma non ho potuto che credere a quello che scriveva e rivedere in esso i tanti altri piccoli paesi sardi che invece conosco, e la cui vita quotidiana non è diversa.
Lo studente si era trattenuto circa un mese ed ebbe modo di vivere il festival. Il racconto è molto interessante perché parla del rapporto che c'è tra il festival e chi abita nel paese. Per loro Paolo Fresu è un motivo di orgoglio non c'è dubbio, basta fare una breve passeggiata per capirlo, però il ragazzo parla di come gli anziani vivono la settimana di festival, una settimana in cui il paese è irriconoscibile, e non riesce a capire se anche la manifestazione musicale sia motivo di orgoglio tanto quanto il suo ideatore o sia vista con cattivo occhio perché in sette giorni stravolge la vita di un paesino tranquillo. Probabilmente entrambe le cose per molti di loro.
Io sono arrivato li con questo punto interrogativo. Purtroppo per motivi di lavoro non sono potuto rimanere più di due giorni, ho assistito ad un solo concerto notturno e ad un reading di Marco Baliani accompagnato alla tromba dallo stesso Fresu (spettacolare in tutto: dal monologo, alla location, all'atmosfera. Peccato solo che, proprio per non rovinare l'atrmosfera le fotocamere erano bandite). Per questo motivo sono pochi gli scatti che posterò, alcuni rumorosi al limite perché la mia D50 a iso 1600 nel concerto notturno ha davvero sofferto (a parte una piacevole sorpresa).
Vorrei solo concludere dicendo che in soli due giorni ho avuto la possibilità di parlare con diversa gente del paese, e tutti si sono rivelati gentili e ospitali all'inverosimile. Per cui se lo studente romano era in dubbio, io che vengo dalla Sardegna ma che in quel momento ero più turista di lui non ho che da fare i complimenti a tutto il paese.
Mi auguro l'anno prossimo di poter scrivere meno e postare più foto magari dopo una settimana completa di festival!
Raiz, l'ex frontman degli Almamegretta. Lo scatto a iso 1600 migliore della mia D50 per ora

un particolare del paese. Mi é piaciuto tantissimo vedere che tutti mettono i vasi di fiori fuori casa. Hanno allietato le mia camminate lungo salite e discese ripidissime!

un altro scatto del concerto notturno in Piazza del Popolo, lui é l'uomo dalla tromba rossa: Nils Langdren


un scorcio di paesaggio delle colline che circondano Berchidda, purtroppo ero già in partenza

