Gli scanner Nikon,
attraverso le specifiche caratteristiche hardware e software offrono pieno controllo sull'esposizione. Come nella ripresa fotografica l'esposizione viene misurata nella scena inquadrata e le variabili possono portare a differenti risultati in base alla tipologia di immagine come quelle ad alto contrasto, a valore medio ma anche Hi-Key, Low-Key. Differenti possono poi essere i risultati su riprese grandangolari o tele.
L'esposizione automatica di Nikon Scan viene fatta all'interno dell'area selezionata facendo una media "Matrix" sull'intero fotogramma o effettuando una misurazione "Spot" se la selezione fatta contiene una ristretta e specifica area descritta. Si ha dunque la possibilità di scegliere tra la preferita modalità di esposizione potendo peraltro decidere la dimensione spot. Dopo la misurazione esposimetrica attuata nel preferito modo, si potrà disabilitare la nuova misurazione in prescan o scansione per mantenere di fatto quanto ricercato con la specifica misurazione consentita. In pratica si può disporre, come in ripresa, della misurazione selettiva quindi della misurazione esposimetrica memorizzata ed applicata alla ripresa che in questo caso corrisponde alla scansione.
Qualche segnalazione richiede come decidere soggettivamente il punto di nero preferito che di seguito vedremo ma intendo ricordare che sarà sempre meglio avere un punto di nero e bianco contenuto piuttosto che calibrato perfettamente. E' infatti da notare che la collimazione del punto di nero e bianco in stampa è da variare in base alla destinazione influenzata dai differenti fattori. Con le getto d'inchiostro per esempio capiterà spesso di perdere la transazioni dense (le parti scure influenzate dal punto di nero) ritrovando spiacevoli "chiazze" nelle parti scure. Ne è un classico esempio l'accapigliatura di un ritratto spesso "chiusa" nelle ombre che fanno perdere i dettagli dei capelli neri riprodotti con una sgradevole "chiazza" di colore scuro. Tutto ciò spesso causato dalla non perfetta calibrazione di stampa variata dalle differenti carte impiegate ma anche dai diversi inchiostri utilizzate a temperature ed a fattori di umidità diversi. Il punto di nero e bianco in stampa andranno dunque dosati con attenzione e da una scansione con un punto di nero settato a circa 20 per esempio si potrà porre rimedio mentre più difficile sarà con un perfetto punto di nero impostato a zero. Per questo secondo caso si potrà comunque agire sui livelli di output portando lo zero assoluto al valore minimo sul quale la stampa inizia a fornire le transazioni di densità.
Da cosa è dunque influenzato il punto di nero ottenuto dopo una scansione?
Il punto di nero ritrovato a scansione ultimata è influenzato da differenti aspetti:
In primis per parlare di misurazione oggettiva fatta con il densitometro a “pipetta”, si devono fissare le variabili di gestione colore. Valutare in pratica la misurazione all’interno di un preciso spazio colore calibrato. Se per esempio dopo la scansione si valuta la densità con Photoshop si deve capire che questa ha subito il passaggio dai due spazi colore gestiti, quello impostato sul driver dello scanner e quello utilizzato da Photoshop comer Work Color Space. Do dunque per scontato che Nikon Scan e Photoshop abbiano lo STESSO (stesso file di profilo ICC) spazio colore di lavoro (sRGB oppure ADOBE 1998) e lo stesso profilo monitor (impostato con lo stesso file ICC in Gestione colore monitor di Windows e ColorSync in Apple). La mancata gestione colore opera infatti sui colori ma anche sui tre rispettivi punti di massimo/minimo Rosso, Verde e Blu.
Escluse dunque le necessarie variabili di gestione colore da trattare distintamente e “seriamente”…
Il punto di nero viene impostato automaticamente all’atto della prescansione. Per quanto miracolosi i sistemi di rilevamento automatici (misurazione esposimetrica) non possono fare miracoli e ciò vale anche per la misurazione esposimetrica Matrix o a matrici varie della fotografia tradizionale. Ecco perché i driver hanno lo strumento curve che in Nikon Scan diviene evoluto con l’unione in unico strumento di livelli, curve ed istogramma prima/dopo “live”. Lo strumento curve, come in Photoshop, ha un comando chiamato contrasto automatico che imposta manualmente punto di bianco e punto di nero oltre che l’ottimale gamma (mezzitoni) mediato. Quanto desiderato circa contrasto automatico è impostabile nelle preferenze di Nikon Scan che consentono di impostare il preferito punto di nero e bianco agendo sulla tollerata percentuale di esclusione.
Quando si decide il punto di nero si deve infatti stabilire se basta un pixel di valore zero a determinare il punto di nero o, alzando la soglia, se valutare una percentuale maggiore. Lo stesso per il punto di bianco.
Gli scanner Nikon, noti per l’indiscutibile qualità riscontrata sul campo, hanno inoltre un miracoloso controllo chiamato Analog Gain. Si tratta della possibilità di intervenire soggettivamente sulla potenza di illuminazione differenziata tra rosso, verde e blu oppure, ovviamente tutti e tre i canali per alzare la soglia di luminosità in forma lineare rispetto alla cromia.
Verificate dunque di non aver impostato nel driver Nikon Scan un valore di compensazione positiva che porterebbe proprio ad un innalzamento del punto di bianco come una volontaria sovraesposizione ricercata in pellicola su una fotocamera con la compensazione di esposizione. Investite un po’ di tempo su questa straordinaria potenzialità perché risolve numerosissime problematiche di densità ed esasperati contrasti di determinate pellicole BN. Ma risulta anche uno straordinario strumento di correzione Bilanciamento del bianco (a livello hardware) consentendo, per esempio, di alzare il solo Blu su scene riprese con illuminazione ad incandescenza ottenendo di fatto un più "pulito" canale del blu non esasperato solo nelle curve.
Per un'ottimale misurazione esposimetrica si potrà prestare maggiore attenzione alla selezione fatta in prescansione. Come in precedenza detto infatti, le impostazioni di esposizione automatica avvengono sulla base delle densità (informazioni in forma numerica) contenute nell’area di selezione. Se in selezione si “sborda” in prossimità della perforazione per esempio, si aggiunge all’analisi una porzione che sfalsa la misurazione. In base al ragionamento positivo o negativo dell’originale l’esposizione verrà abbassata se l’esterno della selezione aggiunge alla valutazione porzioni più chiare e l’inverso per porzioni contenute più scure.
Quanto sopra descritto permetterà l'ottenimento della perfezione ricercata.
Giuseppe Maio
www.nital.it