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deroncis
ciao a tutti...
seguendo svariati tutorial in internet ho provato ad aggiungere in cs2 la nebbia in una foto di un bosco.

A me sembrava un lavoro ben fatto( ho lavorato su 3 livelli, lo sfondo,un livello per la nebbia con il filtro render-> nuvole e un livello tonalità/saturazione con sfumatura) però facendolo vedere a gente abituata a lavorare con cs2 mi è stato detto che c'è poco profondità che la nebbia non aumenta di intensità man mano che si procede con lo sguardo verso il fondo.

in effetti è vero. che si può fare? qualcuno ha qualche suggerimento?

grazie in anticipo...

ciao a tuttiClicca per vedere gli allegati



litero
se posso permettermi... applicherei una maschera con sfumatura lineare proprio al livello della "nebbia".
Inoltre migliorerei il senso 3d applicando "in profondità" la nebbia... overro con doppia sfumatura (nero-bianco-nero) sempre lineare a circa metà della foto.
smile.gif

per il resto direi che è ok!
Massimo.Novi
QUOTE(litero @ Jan 30 2008, 03:38 PM) *
se posso permettermi... applicherei una maschera con sfumatura lineare proprio al livello della "nebbia".
Inoltre migliorerei il senso 3d applicando "in profondità" la nebbia... overro con doppia sfumatura (nero-bianco-nero) sempre lineare a circa metà della foto.
...


Ciao

Considerando la posizione e la profondità degli alberi è abbastanza complesso in quanto la maggiore "opacità" della nebbia deve seguire la profondità prospettica che si estende su tutto il fotogramma.

Si può fare ma è abbastanza pesante e richiede mascherature precise. Si dovrebbero scontornare un certo numero di livelli prospettici paralleli e applicare le differenti "nebbie".

Si può fare per prova o divertimento ma se non è un lavoro richiesto non ne vale la pena.

Saluti


enrico
Sinceramente non mi piace creare immagini "finte". La nebbia preferisco fotografarla quando c'è e con i programmi di fotoritocco non si riesce mai a riprodurre le mille sfumature, le ombreggiature, i chiaroscuri di una scena reale. Detto questo, che è un mio modo di vedere, posso dirti che per migliorare la tua simulazione, dovresti operare con parecchie maschere su diversi livelli, ponendo su ciascun livello una serie di elementi posti più o meno alla stessa distanza. Ciascuno di questi livelli dovrebbe poi essere trattato con un effetto tanto più intenso quanto più il piano è lontano. Il fatto è che ciò è abbastanza semplice per gli alberi, ben più complesso per il terreno il cui gradiente di profondità è progressivo. Può essere un utile esercizio per imparare ad usare photoshop, ma non vi trovo altre giustificazioni.
Un saluto
Enrico
litero
QUOTE(manovi @ Jan 30 2008, 03:53 PM) *
Si può fare per prova o divertimento ma se non è un lavoro richiesto non ne vale la pena.


concordo...
è più un esercizio di stile che altro smile.gif
litero
ma in quanti 3d posti??? hai fatto la stessa domanda i tecniche di fotoritocco!!!
toad
Ho unito le due discussioni.
Invito a voler aprire una sola discussione per argomento nella sezione più opportuna.
Sarà poi compito del Team provvedere all'eventuale spostamento, se ritenuto opportuno.
Grazie.
Rosala
QUOTE(enrico @ Jan 30 2008, 03:58 PM) *
Sinceramente non mi piace creare immagini "finte". La nebbia preferisco fotografarla quando c'è e con i programmi di fotoritocco non si riesce mai a riprodurre le mille sfumature, le ombreggiature, i chiaroscuri di una scena reale. Detto questo, che è un mio modo di vedere, posso dirti che per migliorare la tua simulazione, dovresti operare con parecchie maschere su diversi livelli, ponendo su ciascun livello una serie di elementi posti più o meno alla stessa distanza. Ciascuno di questi livelli dovrebbe poi essere trattato con un effetto tanto più intenso quanto più il piano è lontano. Il fatto è che ciò è abbastanza semplice per gli alberi, ben più complesso per il terreno il cui gradiente di profondità è progressivo. Può essere un utile esercizio per imparare ad usare photoshop, ma non vi trovo altre giustificazioni.
Un saluto
Enrico

Concordo con te Enrico, tuttavia ne approfitto per chiedere come va trattata la nebbia con photoshop. Scattata la foto in una giornata nebbiosa risulta molto difficile interventire in pp a tal punto che spesso lascio la foto così come l'ho scattata. Per es. per correggere eventuali dominanti si corre il rischio o di perdere l'effetto reale di nebbia o si determina una luce innaturale. E' così?
Ciao
Giordy 58
Vedo solo oggi la discussione perciò ti risponderò in ritardo.

Al di là del fatto se sia giusto o meno "forzare" un'immagine, penso che tu abbia scelto l'immagine sbagliata, poichè nella parte bassa dell'inquadratura cioè allla fine del bosco s'intravvede la luce del sole fare decisamente capolino.

In una situazione del genere se ci fosse stato un minimo di nebbia nel bosco si sarebbero alternati fasci di luce tipo spot ad altri d'ombra causati dalle piante, non un degradare piatto di nebbia.

In parole povere non ci trovo niente di male ad "interpretare una scena", però penso che stravolgerla sia veramente difficile e faticoso e comunque lo si possa fare oltre che con una conoscenza dei programmi anche con un'attenta visione di cosa la realtà ci propone.

Ciao.
Rosala
L'immagine in effetti mal si adatta, è vero ? Ho forti perplessità sul concetto di "interpretare una scena" mi sfugge il significato intrinseco. Il problema è che non si elabora un elemento che già appartiene alla scena ma se ne aggiunge un altro in modo del tutto personale. Allora è una "aggiunta" e quindi cosa interpreto? E' sempre il dilemma sull'eticità di programmi come photoshop su cui si è discusso molto senza tuttavia approdare a nulla. Sono convinto anch'io che si possa intervenire anche drasticamente sulla foto, basta dirlo e farlo soprattutto con gusto, con eleganza (per quanto mi sforzi sono sempre ed ancora legato alla cultura classica). Entriamo in un campo difficile ed hai ragione quando dici che bisogna davvero essere padroni del programma. Alcuni come Dragan A. s soprattutto Prakarsa Rarindra (non ho ancora compreso quale sia la tecnica usata!!) ci sono riusciti. Tuttavia nel tempo alcune elaborazioni "stancano" e le foto "classiche" invece restano sempre piacevoli. Prendi per esempio l'uso spropositato che si fa di Photomatix. Quando ne ho visto una decina dopo non mi dicono più nulla.
Forse mi sono lasciato andare, pardon
Ciao
Giordy 58
Scusami ho pochissimo tempo per cui ti rispondo molto velocemente, magari in un secondo tempo approfondiremo meglio.

Per "interpretare" una scena (un paesaggio per esempio) intendo questo:

Ci troviamo di fronte ad un tramonto, lo possiamo riprendere lasciando fare alla fotocamera, oppure chiudere il diaframma, saturare quindi i colori del cielo e le figure che si stagliano nel cielo si vedranno quindi come siluette, oppure eseguire l'operazione contraria , e magari ammorbidire i contorni con un filtro flou.

Oppure, riprendere la medesima con un gradangolo per enfatizzare la vastità del luogo in cui ci si trova o viceversa comprimere i piani mediante l'uso di un teleobiettivo, e ridurre il paesaggio ad una tavolozza di colori disposti in modo piu o meno geometrico.

Per non parlare poi delle variazioni che si hanno in C.O. utilizzando carte o acidi di diversa gradazione o marca

In entrambi i casi abbiamo comunque fatto una scelta piu o meno consapevole.

Per stravolgere il paesaggio invece intendo riprendere il tramonto di cui sopra e snaturarlo, tramite programmi, fino a farlo passare per una foto scattata in un'ora centrale della giornata, oppure fare diventare una giornata assolata in una piovosa.

Sembrano esempi estremi eppure si può riuscire ad ottenerli anche senza una grossa difficoltà. Esistono pubblicazioni che insegnano come ottenere questi risultati.

Ritengo che comunque si fatichi molto di più che aspettare l'ora propizia per scattare, e che i risultati poi non sempre siano garantiti.

Per concludere il mio limite a queste elaborazioni? Il buon gusto e la creatività, come giustamente dici, dieci immagini in photomatix si sono viste volentieri, quando il processo è diventato ripetitivo ha stufato.

La stessa cosa si era presentata circa una quindicina d'anni fà nei concorsi fotografici, in cui il 50% delle immagini di paesaggio erano dei doppioni delle foto di F.Fontana.

Fortuna che la mia doveva essere una risposta rapida laugh.gif , scusa se ti ho annoiato.

Ciao.
Rosala
Ti ho appena letto e rispondo subito.
In sostanza condividiamo lo stesso concetto, quello che dici lo condivido e mi pare rimarchi con esempi il concetto che avevo espresso. Gli esempi che porti sono chiarificatori del concetto dell'elaborazione di ogni elemento intrinseco del paesaggio. In altre parole aggiungere o togliere un elemento fisico al paesaggio ti porta inevitabilmente a classificare la foto come rappresentazione "snaturata" o almeno "falsata". Con questo non vorrei essere frainteso ed essere classificato come sostenitore rigoroso della foto realistica a tutti i costi (dipende! pensa al fotogiornalismo, alla foto-documentario o scientifica, ecc ecc). Mi rendo conto che stiamo parlando di un argomento particolarmente complesso, difficile da circoscrivere anche perchè si tratta di un concetto che ha subito una profonda evoluzione nella storia di cui la fotografia occupa un posto di rilievo. Nell'uso comune il concetto spesso si identifica come "panorama" che muta al mutare dell'angolo visuale. Occorre tuttavia liberarsi da un concetto limitativo di visuale e sforzarsi di storicizzare il paesaggio (il più delle volte trattasi di un paesaggio antropizzato!).
E' così per il pittore ed è così per il fotografo paesaggista. Mi insegni quanto cambiano le cose a seconda se utilizzi un grandangolare o un tele. Come muta il torrente se usi un tempo breve o uno lento. Come il cielo diventa quasi surreale se usi il polarizzazione o un filtro rosso per il bianco/nero.
Dobbiamo avere consapevolezza della nostra percezione in quel momento che si identifica spesso con lo stato d'animo del fotografo. E' così che mi capita di non essere spesso soddisfatto di me stesso di fronte alle meraviglie della natura. Fotografo spesso il "paesaggio" e spesso l'"interpretazione" che ne dò non mi convince così come non mi convincono molte foto che vedo anche se pubblicate su riviste blasonate. Ho letto proprio in questo forum una discussione molto appasionata ed interessante sul tema "sull'omologazione della fotografia".
Ho sempre sostenuto che la foto va pensata altrimenti vanno bene le foto della domenica.
Sarebbe interessante in questo forum parlare del proprio grado di soddisfazione raggiunto con la fotografia indipendentemenete da tecnicismi e dagli strumenti utilizzati (ovviamente compresa la fotocamera e obiettivi ed altro armamentario).
Ti saluto, nella speranza che non mi vedi come un marziano.
Ciao

Giordy 58
"Occorre tuttavia liberarsi da un concetto limitativo di visuale e sforzarsi di storicizzare il paesaggio (il più delle volte trattasi di un paesaggio antropizzato!)."


Eh! questa è una bella frase.

Sono d'accordo, anche perchè tutto sommato questo non preclude ad una foto che gratifichi anche un piacere visivo, oltre che avere un valore storico/documentativo.

Ritornando al discorso principale di come l'immagine è in ogni caso frutto di una nostra interpretazione vorrei ricordare una pubblicità comparsa per un breve periodo una quindicina d'anni fà.

Una persona stava camminando sul marciapiede con una borsa in mano, mentre un altro individuo, a secondo che l'inquadratura fosse frontale, posteriore o laterale sembra strattonarlo per rubargli la valigetta, spingerlo con maleducazione per farsi strada oppure,dall'ultima inquadratura laterale e più ampia, si vede che accortosi di un oggetto che stava cadendo dall'alto spingendo il malcapitato cerca di evitargli una disgrazia.

Tutto questo riprendendo assolutamente la stessa scena da tre punti vista diversi.

Sono le 12,30 di notte sarà meglio vada a letto. Ciao.
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