Ormai non è più una grande novità, ma solo per il fatto che molti di noi fotosub hanno già potuto assaporare il piacere di un’immersione in questo particolare specchio d’acqua.
Non sono molte le possibilità di andarci, ma quelle poche cerchiamo di farle fruttare al massimo.
Siamo nel Mar Piccolo a Taranto, un grande specchio d'acqua caratterizzato dalla presenza di numerosi allevamenti di cozze, tanto apprezzate in tutto il territorio nazionale.
Ed è proprio quì, in queste acque dall'apparente torbidità, che si cela un aparadiso di biodiversità tutta Mediterranea.
L’entusiasmo a bordo del gommone è tanta.
Le battute escono a raffica ma senza distogliere lo sguardo da quelle visuali da cartolina che il litorale Tarantino offre.
Al grido di Ivan: "Giuseppe dove andiamo"?
"Al solito posto", rispondo.
Può sembrare tutto uguale, con un gran imbarazzo della scelta ma in realtà non è così.
Simile direi, ma non uguale.
Siamo pronti, ormeggiati vicino una piattaforma in cemento.
I flash si accendono, i primi scatti di prova e poi, dopo le opportune info di rito e sicurezza, via, tutti giù.
Questa volta ho preferito fare tutti gli scatti con il grandangolo, concentrandomi sull’uso dei nuovi flash e accessori ma soprattutto per sfruttare un’acqua che, da gran fortunatone, non si trova che raramente.

Tutt’intorno è colore e questa volta si vede.
Tutto sembra in fiore.
Gli spirografi creano conposizioni che non lasciano scampo all’obiettivo che li inquadra anche solo per sbaglio o di passaggio.

Una gran visuale che mi delizia con un meraviglioso sole e tanti raggi a composizione delle figure geometriche create dall’intreccio dei pali.

Scatto, e poi scatto ancora.
Vario anche i settaggi per trovare la combinazione più naturale per quel pò... pò... di ambiente che si stà concedendo al massimo della sua bellezza.

Tra un palo e l’altro capita di emergere per vedre la propria posizione rispetto al gommone oppure per il solo pensiero di voler cambiare obiettivo.
Sento urla in lontananza, ma non di emergenza o di attenzione, ma solo di meraviglia.
E’ il tipico effetto della prima volta.

Il tempo passa, veloce ed inesorabile.
Ci siamo dati un limite e quel limite và rispettato.
Questa volta sono senza orologio, molto strano per mè ma ho dovuto scegliere tra la rapidità di una sostituzione obiettivo oppure il metti e togli...., anche se si tratta di poco.

Emergo, sono quasi tutti sul gommone.
Qualcuno mi indica a gesti... è ora.
Mentre mi volto per iniziare il mi mio rientro scorgo a pochi metri uno degli allevatori che con la sua barca è intento a posizionare i filari di Cozze sui pali, a secco, per farli pulire dai tanti parassiti che si sono attaccati durante la giacenza in acqua.
Torno.. non torno... torno... non...
Una serie di scatti, gli ultimi della giornata.
Sono quelli che rubi quando alzando lo sguardo verso la barca vedi braccia che si agitano e urla stridule incomprensibili.
Diciamo che faccio finta di non vederle e finta di non capire, però è un pò come fare la scarpetta a termine di un buon piatto, non è regale... ma la si fà... sì che la si fà...
Sono già sotto la barca e gli chiedo se posso fare qualche scatto mentre continua la sua opera.
Un gran sorriso mi indica la positività della risposta.

Lì, sotto il pelo dell’acqua, lo spettacolo cresce di intensità con nuove visioni e nuove opportunità fotografiche.
Sò che il tempo è minimo ma ormai tutto si muove per abitudine.
Le dita scorrono tra ghiere di tempi e diaframmi prolungandosi per sistemare i flash a seconda dell’inquadratura e dell’idea di illuminazione.


Ma mentre il tutto va da sè è inevitabile non sentire quel tipico profumo, e l’idea del dopo inizia a rendersi sempre più convincente.
Siamo in tour, è solo la prima tappa della giornata.
La seconda ci porterà più giù sul versante Adriatico per una notturna nelle conosciute e meravigliose acque di Porto Badisco.

Eccomi eccomi, arrivo.
Le grida di richiamo si fanno più intense.
Sono passati solo pochi minuti ma mi sembra di essere stato lì da tanto.

"Come è andata", mi grida Ivan.
"Come vuoi che sia andata", "mi sento quasi in paradiso".
In porto poi una grande sorpresa per tutti.
Come spiegarvi... diciamo solo che il profumo è stato più intenso.
Giuseppe