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16ale16
Vi presento un reportage fatto nel ghetto di Roma. Quartiere prigione per molto tempo, con tanto di cancelli, oggi è un crocevia di gente, di etnie, dove si sente ancora la tradizione giudaica, specie nella cucina. Il quartiere infatti, oltre a ricordare gli orrori della deportazione di Roma, ospita oggi, tra i suoi strettissimi vicoli, una comunità nigeriana, che si appoggia in una delle chiese dal quartiere. Sono andato a curiosare una domenica mattina, giorno in cui il tutto è più vivo, giorno in cui la vita del ghetto è la più rappresentativa.

A voi le foto, per i vostri pareri

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DAP
ciao Ale,vorrei tanto che l'idea che mi sono fatto della 3 fosse sincrona alla tua:"I muri alti all'interno dei quali sono stati costretti a vivere e l'unica via certa di fuga anche se solo spirituale,lo spaccato di cielo".
Non affiora in me il pensiero sulle criticità,che forsesicuramentemisembra ci sono ma in maniera naturale magari ho tralasciato,ma ho avuto un impressione per cui apprezzare di più il modo in cui hai girato per le vie con la tua macchina alla ricerca dello scatto e sono certo che ci farai ancora belle cose,ciao
Grazmel
Bel reportage, molto.
Specialmente le prime 9, delle restanti probabilmente io avrei tenuto solo le ultime 2, le altre sono secondo me un pò meno riuscite, IMHO smile.gif
Comunque un bel B&W e foto intense e ricche di sfumature.
Ciao
Graziano
kermit68
A me piacciono molto, sia singolarmente (BN, taglio, soggetti) sia che come descrizione di un luogo che conosco (sono romano anch'io).

A vole essere pignoli forse ci sono un paio di foto ridondanti sul suonatore di fisarmonica, ma comunque sono tutte uno spettacolo, almeno a mio giudizio e rispetto al mio livello ... guru.gif

Per curiosità, con che lente hai usato ?
riccardoal
8-9-15-17 di troppo per me.......un eccellente lavoro Alessa'........molto molto descrittivo e rappresentativo della realta del quartiere.......ben pensato e realizzato sia come narrazione visiva che tecnicamente con alcuni scatti molto efficaci...7 e 16 su tutte
bravo
Riccardo
Vincenzo Ianniciello
...secondo me ce qualche elemento di troppo ma facendo una cernita viene comunque fuori un ottimo documento...
Negativodigitale
... posso farti una domanda sciocca, Alessandro? Ma un bel grandangolo un ce l'hai? ohmy.gif tongue.gif

Ok, si potrebbe discutere a lungo sulla necessità di una lente larga in Reportage, per me NON è assolutamente indispensabile.
Eppur tuttavia, quando si decide di andare sullo stretto, si detta una linea precisa al tipo di immagini che si ha intenzione di fare,
una scelta che ci obbliga a riempire ogni frame di significanza ( ohmy.gif ), visto che ci priviamo dello scenario. In sostanza ogni immagine oppure tutte le immagini nel loro complesso devono essere in grado di dirci-tutto.

Se quanto sopra è vero, e se ne potrebbe parlare, queste diciassette immagini sono all'altezza?
Si e no, per me. Alcune sono disseminate di segni, e questo è buono, quindi ok la 1 e/O la 2-4-5-6-7 che pur non essendo niente di che, funzionano e martellano su un concetto (forse troppo ?). Ho dei dubbi sulla 8, non va la 10, rimango un po' interdetto su 12-13-14-15-16-17 (tre dello stesso soggetto ...).
Discorso a parte per la 9, che secondo me parla più del luogo di tante altre messe insieme, e per la 11, assai confusa, ma serve ad avere un'idea del dove. Guardacaso queste ultime due tendono ad una certa ampiezza, sarà un caso? E torniamo alla domanda iniziale ... wink.gif

smile.gif
Ciao! Paolo
eutelsat
Ottimo lavoro e ottima conversione Pollice.gif


Gianni
andre@x
QUOTE(eutelsat @ Jun 22 2012, 01:28 PM) *
Ottimo lavoro e ottima conversione Pollice.gif
Gianni

concordo

Ciao

Andrea
claudioorlando
Fotografare il Ghetto e coglierne l'essenza è estremamente difficile. Secondo me le foto sono buone ma assolvono solo in parte il compito. Il problema nel tuo caso, per come la vedo io, è quello di esserti fermato alla parte superficiale e soprattutto alla parte turistica del Ghetto. Ne ha risentito, di conseguenza, la scelta dei soggetti che sono uno stereotipo di quel che ci si aspetta di trovare guardando un reportage di questo genere, visto con gli occhi di un turista.

Da un romano come te mi aspetto altro. Un giro nelle botteghe, l'incontro con i non pochi personaggi che popolano questa parte di Roma e che vivono nei vicoli limitrofi e nascosti rispetto alla via principale che hai presentato e che è "costruita" per essere così come ce l'hai mostrata.

QUOTE
Sono andato a curiosare una domenica mattina, giorno in cui il tutto è più vivo, giorno in cui la vita del ghetto è la più rappresentativa.


Sempre secondo il mio parere, l'errore primigenio sta proprio nella scelta del giorno. Il Ghetto vive la sua vita nei giorni "normali". Giorni in cui la vita della zona prende i suoi ritmi scanditi dal lavoro e dalle contrattazioni.

Spero prenderai queste mie note come uno sprone a tornare per cercare meglio sotto la superfice. wink.gif
16ale16
Gente, avevo scritto una risposta a tutti, purtroppo è migrato il sito... non c'è più ed era lunga na quaresima... piatela pè bona comunque... adesso riscriverla tutta sarebbe lunghissimo e non mi verrebbe mai esattamente come avevo scritto l'altra...

Ho beccato proprio il momento più sbagliato biggrin.gif
16ale16
QUOTE(Er cavajere nero @ Jun 22 2012, 08:14 PM) *
Fotografare il Ghetto e coglierne l'essenza è estremamente difficile. Secondo me le foto sono buone ma assolvono solo in parte il compito. Il problema nel tuo caso, per come la vedo io, è quello di esserti fermato alla parte superficiale e soprattutto alla parte turistica del Ghetto. Ne ha risentito, di conseguenza, la scelta dei soggetti che sono uno stereotipo di quel che ci si aspetta di trovare guardando un reportage di questo genere, visto con gli occhi di un turista.

Da un romano come te mi aspetto altro. Un giro nelle botteghe, l'incontro con i non pochi personaggi che popolano questa parte di Roma e che vivono nei vicoli limitrofi e nascosti rispetto alla via principale che hai presentato e che è "costruita" per essere così come ce l'hai mostrata.
Sempre secondo il mio parere, l'errore primigenio sta proprio nella scelta del giorno. Il Ghetto vive la sua vita nei giorni "normali". Giorni in cui la vita della zona prende i suoi ritmi scanditi dal lavoro e dalle contrattazioni.

Spero prenderai queste mie note come uno sprone a tornare per cercare meglio sotto la superfice.

Scusami cavaliere, mi ero perso il tuo ultimo intervento. A te non avevo scritto niente e quindi questa è robbbetta fresca smile.gif me ce "spreco" ahahahhaha

Grazie del tuo passaggio, ma su alcune cose non sono d'accordo. In primis, se vai nei giorni infrasettimanali trovi molto meno movimento, infatti la domenica per gli Ebrei è un giorno di lavoro e quindi è come andare a via del corso smile.gif C'era infatti un caos assurdo... e poi la domenica c'è la possibilità di incrociare la comunità nigeriana che si reca a messa a Sant'Ambrogio
Non mi trovo sulla parte turistica del Ghetto che hai menzionato. Provo a spiegarmi...
Le prime 3 foto sono legato a quanto di più triste ed idiota la storia dell'uomo abbia fatto, con riferimenti alle targhe e ai vicoli stretti. Le targhe per ovvi motivi, i vicoli così stretti per la genesi del ghetto che ha visto molta gente sempre più compressa al suo interno.

Poi mi sono concentrato sui simboli giudaici e le attività commerciali. Non ti fanno entrare purtroppo nei negozi per fare foto, non c'è niente da fare e quindi nel dovermi adattare alle riprese dall'esterno, ho scelto quei luoghi che fossero riconducibili al Ghetto stesso. La prima cosa, nella foto 4, sono le insegne con i rifeirmenti alla stessa di David, tipico segno che permette di capire dove siamo. C'è poi in netta evidenza la kippah, volutamente alzata di tono al bianco, per farla risaltare, durante la conversione.
Poi la quinta ha a che fare con un tizio che vende testi e varie icone (se non ricordo male) in mezzo alla strada e l'ho preso durante un dialogo con una persona, che prima ti ho fatto vedere di spalle.
Successivamente ci sono 2 foto che hanno a che fare con una realtà commerciale del Ghetto, ovvero i ristoranti. Sono i più famosi, i più romani, dove si trovano le ricette tipiche. Passare al Ghetto senza far riferimento alla Kosher, sarebbe stato incompleto e me la sono andata a cercare nella foto 6, sia con l'aiuto delle insegne, che con un chiaro riferimento al cibo, ripreso anch'esso nella foto.
C'è poi nella 7 il lato del lavoro nei ristoranti, se cioè da una parte si vede l'aspetto pubblicitario, c'è chi sta dietro la vetrina. Si vede chiaramente che non è un cliente e ti richiamo nuovamente il Ghetto con la parola che ritrovi nella scritta sulla vetrina.
La 8 e la 9 ti fanno vedere cosa c'è nei vicoli del Ghetto, dove mi sono addentrato. Tra gente in continuo movimento, come detto è un via vai enorme, c'è anche chi si ferma a leggere (foto 8) e sempre tra gente in continuo movimento c'è anche chi deve lavorare (foto 9 che col cibo richiama anche la foto 6)
Arrivano poi le botteghe, col tizio che sta sistemando il mosaico, ripreso secondo una tecnica da nuovi linguaggi del reportage, ovvero usando la quinta (che io però ho messo a fuoco) per arrivare alla scena, al cosa sta facendo.
La foto 11 è una pagina di respiro, quello che molti chiamano paginone centrale, che serve per staccare. Qua sì c'è il riferimento al turistico, ma sarebbe errato non metterlo, visto che il Portico d'Ottavia è una delle mete più ambite del Ghetto da parte dei turisti. Per cercare di togliere un po' di staticità, ho scattato col mosso.
Da pagina 12 ci si butta nell'altra parte del Ghetto, ovvero chi ospita, oltre a ciò che ci si aspetta di trovare (ristoranti, cucine, lavoratori, segni giudaici). La comunità nigeriana anima le strade della domenica in modo quasi vorticoso, si vedono coloratissimi abiti che passano per le strade.
Io ho voluto isolare una donna, per poi portarvi nella chiesa. Non importa che chiesa sia (inteso come facciata -che tra l'altro per gli spazi stretti non si vede neanche- architettura o altro), ti porti dentro con una persona nella funzione sociale.
Davanti alla chiesa stessa c'è chi distribuisce opuscoli in cambio di un'offerta, ancora ripresi con i nuovi linguaggi del reportage, utilizzando le cornici offerte dal cancello e un taglio quadrato.
Qua di turistico non c'è niente, è tutto nel sociale, mi soffermo sulle attività delle persone. Se avessi voluto fare un reportage turistico avrei ripreso gli affreschi della chiesa eventualmente.
Poi passo all'altro aspetto, in cui come avevo scritto nel commento sparito ahimé, la 15 è una su cui ero in dubbio anche io e che ho messo per sentire pareri.
Il Ghetto la domenica è pieno di suonatori di fisarmonica, c'è una colonna sonora continua e io ho deciso di riprendere anche questo aspetto. Eravamo sotto il portico d'ottavia, se avessi voluto dare un taglio turistico, avrei incluso anche il portico nello scatto al suonatore, invece per restare sul sociale, mi sono concentrato su di lui.
L'ultima è da stereotipo di chiusura, ovvero la persona in allontanamento, col piede alzato, con lo strumento chiuso, che saluta e se ne va.

Come avevo scritto nel post non più presente, il titolo originale del reportage era "Roman Ghetto Social Reportage", ovvero io mi sono voluto incentrare esclusivamente sulla gente, sulle persone che popolano questo quartiere, eccezion fatta per le prime 3, che comunque sono riconducibili a fatti ed eventi che riguardano sempre e comunque le persone.

Chiudo dicendo una cosa che è tutt'altro che offensiva, quindi per carità la vita non mi si fraintenda. Non è facile far foto alle persone nel Ghetto, molti sono schivi davanti alla macchina fotografica e come detto nei negozi non si entra armati di reflex. Se vuoi riprendere qualcosa, lo devi fare dall'esterno...

Per chiudere quindi, non mi ritrovo molto nella lettura turistica, ma forse ho frainteso io? Il taglio è decisamente sul sociale, essendomi concentrato sulle persone che lo popolano...
claudioorlando
Grazie per le spiegazioni wink.gif
16ale16
QUOTE(Er cavajere nero @ Jun 25 2012, 06:50 PM) *
Grazie per le spiegazioni wink.gif

ma grazie a te per il contraddittorio!! biggrin.gif biggrin.gif

E me raccomanno a cavaliè... scrivi quello che pensi, che nun m'offenno!! Nun me la sò presa cò madre natura pè come m'ha fatto... me la pio pe dù foto!??!?! ahahahhahahhahahaha
claudioorlando
Tranquillo. Dico sempre quel che penso. Magari non ti ricordi di me ma ci conosciamo a sufficenza. E NON CHIAMARMI "CAVALIE' " laugh.gif
16ale16
QUOTE(Er cavajere nero @ Jun 26 2012, 08:29 PM) *
Tranquillo. Dico sempre quel che penso. Magari non ti ricordi di me ma ci conosciamo a sufficenza. E NON CHIAMARMI "CAVALIE' " laugh.gif

ci conosciamo a sufficienza??? azz... la cosa si fa interessante!! C'eri anche tu quella notte a Regina Coeli? biggrin.gif biggrin.gif
Ilar
Viste le difficoltà oggettive che hai avuto nel fare foto, te la sei cavata benino, eppure il racconto risulta decisamente più comprensibile dopo la spiegazione che hai dato per ogni singola foto. Quindi tanto valeva accompagnare da subito le immagini con le descrizioni.

Forse due insegne in apertura sono troppe, anche alla luce della bella spiegazione che hai fatto della tecnica del reportage nel thread di playrick, mi verrebbe di proporti di metterne solo una e forse non all'inizio….o forse sì, così la cattiva notizia (la parte brutta della favola) ce la dici subito e poi si passa alla vita.
Una vita ben espressa dalle foto ai ristoranti.

Passando alle singole foto: la n.8 mi risultava poco comprensibile prima della tua spiegazione. La 10 non mi è piaciuta perché lo sfocato rende decisamente incomprensibile cosa sta facendo l'artista, avrei invertito la messa a fuoco anche perché il profilo appena visibile del signore non ha nulla d'interessante.
Anche la 12 e la 13, senza la tua spiegazione successiva erano poco contestualizzate a mio parere. In particolare, per la 14, può essere carina l'idea di ritrarre il gruppetto attraverso la geometria del cancello, ma questo rende più difficoltosa la lettura del gesto. Io pensavo che si stavano facendo una chiacchierata, non che ci fosse una distribuzione di volantini.
La 15 ha delle suggestioni geometriche, allora forse meglio evitare la successiva, tanto è sempre lui, per giunta con una corona funebre accanto, questa ulteriore tristezza l'avrei evitata. Tuttavia, pensadoci meglio, è anche una questione connotativa, il tuo modo di presentarci il ghetto, quindi probabilmente tutto è voluto e allora amen, ritiro ciò che ho detto su questo ultimo punto.

Ciao
Ilaria
16ale16
grazie del tuo commento Ilaria. Non è facile leggere questo reportage senza testo è verissimo. Questo fa parte di uno dei servizi preparati durante il corso e quindi non era previsto un testo.
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