La luce è molto semplice, si tratta di due flash, uno che illumina dall'alto per i capelli ed uno di lato in modo da illuminare la metà del volto. Il problema è che la modella deve essere posizionata in modo da ottenere il giusto livello di illuminazione desiderato. Maggiore è la richiesta di ombre nette e maggiore sarà da distanza dal soft box del soggetto e viceversa (anche la dimensione del diffusore ha rilievo). Niente esclude di usare anche una luce di schiarita dal lato opposto, oppure usare una sola luce dall'alto con soft box ampio (in questo caso sarà orientata sul lato sinistro della modella in posizione trasversa, in dodo da illuminarla solo parzialmente). Occorre tener presente la dimensione e il colore della stanza in cui si opera e poi essere flessibili, modificando le luci sia in distanza che in potenza, sino a raggiungere il risultato voluto. Infine la modella sarà posizionata in modo che le luci pilota la illuminino come voluto. Con la pratica si imparerà a fare diversi schemi in poco tempo, a patto che si sappia esattamente cosa si vuol ottenere.
Ricordiamo che prerogativa della fotografia digitale è che il raw è un punto di partenza e non di arrivo, come invece era il negativo analogico (ciò non giustifica migliaia di scatti nella speranza di farne qualcuno buono), per cui tutte le ricerche sulla luce non devono limitarsi allo scatto, ma devono sempre andare oltre, alla PP! Il fotografo digitale scatta già sapendo come sarà elaborata la foto.
Carissimo Maurizio, in ossequio alla tua gentilissima ed acuta osservazione, ho predisposto una seconda immagine. Grazie mille dei vostri interventi.