Con l'avvento del digitale, e il trattamento obbligatorio della immagini attraverso programmi di fotoritocco o simili, è
assolutamente indispensabile che tutto il processo di lavorazione dell'immagine (dalla ripresa fino alla stampa), sia controllato e rigorosamente "codificato" attraverso una corretta profilazione di ogni elemento hardware (fotocamera compresa!!!!)
Queste "codifiche" prendono il nome di profili colore, e non sono altro che la descrizione della capacità di riprodurre il colore di ogni singolo componente. Ovviamente, come è possibile facilmente intuire, ogni fotocamera, ogni monitor e ogni stampante stampante, avrà la propria capacità di restituire un colore. Ecco uno dei principali motivi per cui, molto spesso, "non si ottiene quello che si vede".
Ed ora vediamo brevemente il workflow per ottenere buoni risultati con gli strumenti a nostra disposizione:
-La fotocamera digitale: consiglio vivamente di scattare in NEF e di usare il profilo colore Adobe RGB. Tramite Nikon Capture si procede all'ottimizzazione della foto. Quando la si salva x editarla in PS, incorporare sempre il profilo colore. Il salvataggio in Tiff non compresso a 16 bit permette la massima qualità, ma per un uso comune si può tranquillamente convertire a 8 bit
-Il monitor: i software di calibrazione visiva non hanno una grande utilità, in quanto durante il processo di calibrazione i nostri occhi sono inevitabilmente influenzati da diversi fattori, tra cui la luminosità dell'ambiente, la quantità e la qualità di luce presente, lo stesso desktop del computer ecc..
Io consiglio sempre l'utilizzo di una sonda e di un programma di calibrazione
-I software: sia Capture che PS devono essere "settati" su Adobe RGB. Evitare assolutamente conversioni da sRGB -> Adobe e viceversa, in quanto ogni conversione porta inevitabilemtne alla perdita di preziose informazioni.
-Stampa: se si usufruisce di un laboratorio esterno, è molto importante ottenere dal laboratorio il profilo colore della macchina di stampa. Una volta caricato nel sistema, si
converte (e non si assegna) la foto dal profilo Adobe RGB a quello del laboratorio. A monitor si vedranno piccole variazioni di colore. Ciò è dato dal fatto che il profilo della stampate del laboratorio sarà quasi sicuramente più ristretto rispetto all'Adobe RGB: in questo modo, PS "adatta" i colori che la stampante non è in grado di riprodurre. Quando si salva la foto x il laboratorio, includere sempre il nuovo profilo. Quello che ti consiglio è di trovarti un buon laboratorio, competente, che sappia dell'esistenza dei profili colore!!!

Sembra strano.... ma la maggior parte non ne conosce l'uso!!
Se invece decidessi di stampare con le ink-jet (gli ultimi modelli, quelli un po' bellini hanno performance assolutamente paragonabili alle stampe chimiche.... uni neo il costo..), dovresti "profilare" anche la stampante. Anche qui, ovviamente, esistono varie soluzioni: un acquisto vantaggioso potrebbe essere quello di un software di calibrazione monitor con sonda e che offra in bundle anche la possibilità di calibrare la stampante.
Con una certa marca di stampanti a inkjet, ho sperimentato che anche i profili già incorporati nel software di stampa danno ottimi risultati: obbligatori sono inchiostri e carte originali. Se decidessi di usare questa opzione, prima di stampare, ricordati di convertire il file nel profilo colore della stampante appropriato, ovvero quello che descrive il tipo di carta che stai usando. In seguito, scegli le impostazioni di stampa (Carta, risoluzione) e disattiva la gestione colore del software di stampa. Alla fine la stampa ottenuta è molto fedele all'immagine a monitor (dico "molto fedele", in quanto sarà assolutamente impossibile avere lo stesso risultato...)
Queste sono le regole base x stampe perfette!
Ciao e buone stampe!!!
Fabry