QUOTE(Memez @ Aug 28 2015, 10:27 PM)

molto carine.
complimenti per la vena poetica

Grazie. Continuo:
L’iperfocaleSe il fuoco è all’infinito
il nitido, è banale,
andrà da lontanissimo
fino all’iperfocale.
Se il fuoco su quest’ultima
a regolar sei pronto,
dalla metà di essa
si estende fino in fondo.
L’otturatoreCentrale dentro l’ottica,
se a tende sul sensore,
della luce il passaggio
lui blocca a tutte l’ore.
E solo quando scatta,
veloce o lentamente,
ai raggi del visibile
si apre riverente.
Così con il diaframma
lavora in stretta unione,
e al material sensibile
dà giusta esposizione.
S’è rapido congela
e blocca arditamente
la corsa delle auto
e i moti della gente.
S’è lento è un’altra cosa:
che l’acqua del torrente
fa morbida e fumosa
e il moto fluido rende.
La prospettiva fotograficaSe scatti col normale
la foto, se mi credi,
ti appare tale e quale
a quello che tu vedi.
S’è corta la focale
lo spazio allor si estende
e si rende più arioso
in modo consistente.
Ma guai se ti avvicini
al volto che ritrai!
Che lo deformi alquanto
e puoi passar dei guai...
Una lunga focale
i piani invece schiaccia.
E questo non è male,
ammesso che ti piaccia.
Così una piazza rada
appare pien di gente.
Poi dicono, ma bada,
la foto che non mente...
Lo sviluppoQuando allo scatto giunge
la luce sul bromuro,
la traccia dell’immagine
ci lascia di sicuro.
Però, mistero strano,
non vedesi un bel niente.
Pertanto la chiamarono
immagine latente.
Il metol, l’idrochino,
con altri sali in gruppo,
in soluzione acquosa
che chiamasi sviluppo,
d’alogenuro i granuli
colpiti dalla luce
a lenta riduzione
pian piano li conduce.
Così, grazie alla chimica,
l’immagine latente
diventa alfin visibile
alla comune gente.
Ma lo sarìa per poco
e avrebbe un triste fato
se noi non la fissassimo
col sodio tiosolfato.
Il flashQuando di luce ambiente
c’è poca oppur per niente,
ricorrere è normale
a quella artificiale.
Di tutte le sorgenti
è il lampeggiatore,
a detta delle genti,
di gran lunga il migliore.
Di xeno gas fornito,
con luce intensa brilla,
se giunge dal circuito
l’elettrica scintilla.
Se consigliarti posso,
non tenerlo dappresso
all’ottica, che spesso
t’evita l’occhio rosso.
Diretto è troppo duro.
Sul soffitto, indiretto,
è meglio, t’assicuro:
più morbido è l’effetto.
Il numero guidaDel prodotto è il risultato
fra distanza ed apertura.
S’esso è grande, è evidente,
che hai un flash molto potente.
Dividendolo pei metri
fra la torcia e il soggetto,
otteniam, non farne un dramma,
l’apertura del diaframma.
Se la scienza di Pitagora
non t’aggrada, bè, pazienza,
che di tanti automatismi
ci ha fornito oggi la scienza.
Il foro stenopeicoUna scatola in cartone
per la scarpa o la ciabatta,
altrimenti va benone
una scatola di latta.
S’è rotonda non è male
che s’allarga, non c’è scampo,
sul sensibil materiale
anche l’angolo di campo.
Ch’altro serve? Ch’altro fare?
Con un ago attentamente
solo un foro circolare,
che non serve alcuna lente.
Un aggeggio sì banale
è bastante, a marzo o a maggio,
cosa invero eccezionale,
per riprendere un paesaggio.
Pei ritratti, è poca cosa,
basta essere pazienti
e restare a lungo in posa
senza altri inconvenienti.
Il vantaggio (è una certezza)
è nel campo tutto a fuoco,
nella grande morbidezza
che di certo non è poco.
Ma il suo fascino, è scontato
e non dico una bugia,
è che ottieni un risultato
senza gran tecnologia.