Quello di cui sto parlando non � un semplice raduno di Vespa, o una scampagnata tra amici, ma una vera e propria concentrazione di vespisti che giungono qui da tutte le parti d'Italia, d'Europa e del Mondo. Quest'anno la manifestazione fa tappa nella Repubblica di San Marino dopo aver toccato la citt� di Torino nel 2006, di Klagenfurt (Austria) nel 2005 e Lisboa (Portogallo) nel 2004.
Mentre guidavo verso la zona romagnola, sentivo dentro di me lo spirito che tutti i vespisti sentono quando si danno appuntamento per questo grande evento: il cuore ti si riempie di gioia, la mente vaga e giunge la prima del corpo e fare strada con altri amici non ha prezzo, sembrava di stare nel mezzo del video dell'ADIDAS girato in occasione dell'Eurovespa di Lisboa 2004. Certo, da Arezzo a San Marino sono solamente 130 Km, niente a che vedere con chi viene da Amburgo, Budapest, Nevers o Agrigento o come quando sono stato all'Eurovespa in Austria nel 2005 (1800 Km in 3 giorni), per� l'importante � lo spirito con cui si viaggia e con cui ci si appresta a partecipare ad una concentrazione del genere.

Giunto sul posto � incredibile la quantit� di Vespa che si presentano dinanzi ai miei occhi. Sapevo che l'Eurovespa (o meglio i Vespa World Days) � una cosa incredibile, e ne ho avuto riprova a Viterbo e in Austria, ma mai come quest'anno ne ho viste cos� tante.
Parlando con Claudio, un mio amico dell'organizzazione, mi ha riferito che ci sono state 3400 iscrizioni effettive a cui vanno aggiunti tutti i portoghesi che non si iscrivono come me e tanti altri.

Il viale sar� lungo 1 km e mezzo ed � pieno di Vespa sia a destra che a sinistra. Molte sono le targhe che si riconoscono oltre a quelle italiane: polacche, greche, rumene, bulgare, tedesche, austriache, svizzere, francesi, spagnole, olandesi, inglesi, belghe e sanmarinesi, insomma…..proprio una bella famiglia allargata ed internazionale.

La lingua non � un problema, ci si capisce benissimo anche se ci si saluta con ciao, hello, hola o bonjour. Il tema dei discorsi � un tema semplice e comune a tutti che parla di pistoni, ingranaggi, grippate, bagagli, chilometri percorsi, birre, caff� e soprattutto tanti saluti ad amici che si ritrovano (come il varesotto Lorenzo e l'aretino Rosario) tutti insieme uniti da un unica passione, quella per la Vespa.

Le vespe che insediano il viale, cos� come i loro padroni, sono una diversa dall'altra che si eguagliano solamente nella scritta del modello. C'� chi espone le targhe dei raduni come fosse un colonnello della marina

chi invece dopo il viaggio sistema qualcosa che andava male

e chi oltre alla Vespa ha anche altre cose per la testa

I motori si accendono, la gomme si scaldano e, con casco ben allacciato e fari accesi anche di giorno, prende vita la lunga sfilata che si snoda in un serpentone chilometrico contenente al suo interno circa 4000 mezzi.

Bei paesaggi, un organizzazione perfetta e impeccabile ed una scorta di prim'ordine

permette alla lunga carovana di mettersi in mostra per le strade della piccola repubblica venendo applaudita da ogni lato della strada e da ogni tipo di persona: giovani, meno giovani e meno giovani ancora che vedono ripercorrere con la mente la storia della loro vita sul mezzo che ha motorizzato l'Italia del secondo dopoguerra.

Rettilinei, curve, tornanti, sorpassi, impennate, suoni di clacson, di trombe e di sirene, sorrisi, saluti, rumori di espansioni e di motori modificati che fanno salire i giri sulle strade in collina, odore di olio bruciato, fumo, marce scalate artisticamente, belle ragazze, tipi strani, gilet carichi di toppe, fasce di ogni genere, abbigliamenti bizzarri, macchine fotografiche che scattano e filmano all'impazzata. � questa l'aria con cui percorriamo le strade dei Nove Castelli e tutto questo insieme di emozioni, colori ed odori, prende il nome di vespismo.

Per un giorno tutti si sentono vespisti, anche chi � venuto a vedere i bolidi con un vecchio Guzzi o chi � amico del vespista, ma vuole esserci anche se ha solamente la Lambretta. La fortuna dei vespisti � proprio questa, quella di far sentire tutti a proprio agio anche se non possiedi una Vespa, perch� infine il raduno � un momento per stare insieme, un momento di condivisione e allegoria, non serve mettersi in mostra o vantarsi di avere il mezzo migliore o peggiore.

Il pranzo viene effettuato al piccolo campo volo, che viene riempito immediatamente dai nostri mezzi a due ruote, dove ci accoglie la pattuglia acrobatica di stato dandoci il benvenuto come nelle migliori occasioni ufficiali: una bella scia bicolore bianco e celeste.



Panino, birra, gelato e caff�, ecco il miglior menu per il pranzo del vespista. A seguire si consiglia giro di idiozie, risate a tutta manetta e studio di particolari carrozzerie.

Come dice il detto il mondo � bello perch� vario e i Vespa World Days, passati, presenti e futuri, propongono sempre una folta rosa di vespisti specializzati nel loro genere di abbigliamento

di stile di vita (vi ricordate i Mod inglesi o gli Easy Rider??)


e di specialit� acrobatiche.


Ormai la giornata � finita, si beve un ultima birra insieme prima di rimettersi in moto per tornare a casa e si fa tesoro dei bei momenti passati insieme. Si parte con il dispiacere di lasciare gente ancora li a ridere e scherzare, pensando che magari faranno un salto al mare e stasera andranno in discoteca a divertirsi insieme agli altri vespisti conosciuti per l'occasione. Tu invece devi tornare a casa per lavoro, per la famiglia o per altri motivi, dai pi� futili ai pi� importanti, ma devi abbandonare quel luogo magico.
Il ritorno per Viamaggio � un via vai di vespisti che vanno e che vengono e, anche se io sono malinconico sulla strada del ritorno, � sempre bello sentire il gracchiare del clacson usato come strumento di saluto.
PS = Questo piccolo reportage � dedicata alla mia compagna e a tutti coloro che si prodigano per mantenere alto il nome Vespa in Italia e all'estero.
