QUOTE(maurizioricceri @ Nov 2 2007, 06:50 PM)

buone le immagini ma credo che la presenza umana avrebbe arrichito e reso più suggestivo il racconto.
Il tipo di narrazione scelto da me (in questo caso, ma anche in tutti gli altri) è di co-costruire insieme a chi osserva.
Perché narrare è un atto che richiede lo scambio tra chi narra e chi ascolta / osserva, a proposito del significato. Questo scambio è anche però viziato da un gap – che c’è sempre – tra ciò che un racconto vorrebbe dire e ciò che viene recepito da chi ne sta di fronte.
Cercherò quindi di spiegare questo racconto.Ogni storia ha uno o più soggetti, che agiscono in un tempo e in un luogo, il cui comportamento non è casuale ma basato su motivi includenti valori, credenze, istinti ed esperienze. In questa storia abbiamo due soggetti, il mare e Napoli, la città. La città è quindi prevalente sui cittadini, sebbene le loro storie si intreccino. Ma è sempre necessario mostrare le persone per raccontare la loro storia? Quante volte un luogo ci dice molto di come sono i suoi abitanti, anzi molto più di quanto potrebbero dire i loro stessi volti?
Saluti
Francesco T