eccomi qua!
Rubando il tempo grazie alla comprensione ed accondiscendenza di mia moglie, sabato mattina mi sono alzato alle 5, ed alle 9:30 suonavo al campanello del mio amico Gianni da Montebelluna.
Un'improvvisata per andare insieme a fare qualche foto sul Monte Grappa, teatro della pi� epica battaglia sul fronte italiano nel conflitto del 15-18.
Dopo il disastro di Caporetto (ottobre '17), le nostre truppe riuscirono a riorganizzarsi ed a costituire un estremo fronte di difesa su quelle alture, sul vicino altopiano di Asiago, sul Montello e sul Piave.
Nel giugno '18 l'estremo tentativo degli austriaci di dilagare in pianura gener� uno scontro titanico che in breve tempo lasci� su quelle terre decine di migliaia di morti, di entrambi gli schieramenti.
Gli alpini riuscirono a resistere, e vincemmo la guerra, caso pi� unico che raro nei conflitti successivi alla caduta dell'impero romano.
Visitare quei luoghi, soprattutto grazie all'autorevole amico Gianni, fonte inesauribile di informazioni, dall'aneddotico alla sintesi strategica, � stato non soltanto interessante, ma commovente.
So bene che gli scatti che seguono non possono nemmeno rendere vagamente l'idea del dramma e del sacrificio di tantissimi e per lo pi� anonimi soldati.
Il tempo, soprattutto in vetta, era ventoso e nuovoloso, e mi ha impedito di vedere alcune delle propaggini del gruppo montuoso, teatro di scontri memorabili.
Tuttavia quel clima estremamente variabile mi ha consentito di apprezzare di pi� il fatto che non si era l� soltanto per portare a casa qualche cartolina: il sacrario in pietra chiara, battuto dal vento ed immerso nel silenzio, costituisce ancora, pur nella retorica architettura del ventennio che segu� di poco la fine del primo conflitto, un suggestivo ed imponente tributo ai tanti soldati, per lo pi� alpini, ai quali ancora dobbiamo la nostra libert�, tante volte cos� male impiegata.
Qui uno scatto all'interno della galleria Vittorio Emanuele, strumento di difesa realizzato in tempi miracolosamente rapidi, mentre gli austriaci, con base a Felstre, gi� attaccavano le prime pendici del monte Tomatico, difeso ad oltranza dai Montebellunesi per consentire alle altre truppe d'avere il tempo di attestarsi sul nucleo centrale di difesa

Appena fuori dalla galleria, una cinquantina di metri sotto il livello del sacrario, il vento muove rapidamente le nubi sul versante che d� sul Piave, in un alternarsi di luci ed ombre



Dopo breve percorso in salita, si giunge alla base del sacrario: � una serie di enormi anelli in marmo, ove sono ricavate nicchie: in ogni nicchia riposano i resti di un soldato di cui � stato possibile conoscere l'identit�; in ciascuna delle nicchie un po' pi� alte sono conservate invece le vestigia di 100 soldati ignoti.

il tempo continuava a cambiare, alternandosi il sole e le nuvole, mentre io e Gianni salivamo lungo l'ampia gradinata del sacrario


e qui, quasi in cima, ecco Gianni che mi precede, con un gilet che accenna discretamente alle sue preferenze circa l'attrezzatura di ripresa...

uno scorcio dalle scalinate, marmo e nuvole

Dal sommo del sacrario, una sorta di viale conduce fino ad una piccola costruzione sovrastata dalla bandiera.
Sui lati del percorso, si ergono cippi su ognuno dei quali � scolpito il nome di una delle cime del Grappa sulle quali sono state combattute le battaglie pi� feroci: Col Moschin, Pertica e tante altre circa le quali Gianni mi spiegava ogni dettaglio


Questa serie di scatti � invece centrata sul fronte austriaco e - al di l� del contenuto paesaggistico - testimonia dell'intensit� della battaglia: dopo 90 anni, sulle pendici verdi si vedono ancora le ferite procurate dall'artiglieria: tutte le macchie scure corrispondono ad altrettante devastazioni di granate...


In sostanza, quando una delle due parti riusciva a prevalere su una vetta, cominciava a subire il pesantissimo martellamento dell'artiglieria nemica, che culminava quasi sempre con il totale eccidio dei "vincitori", con la riconquista della vetta ed il nuovo bombardamento da parte dell'artiglieria avversa.
uno dei tanti pezzi d'artiglieria che si rivelarono indispensabili alla battaglia, o meglio, al massacro che colp� ambedue gli schieramenti.

il vento ed il silenzio furono protagonisti di quei momenti passati in vetta


Il massiccio del Grappa si estende per chilometri e chilometri quadrati, ed ha grossomodo la forma di una mano aperta, con una specie di altopiano centrale da cui si dipartono diverse dorsali, ciascuna delle quali fu teatro di attacchi e resistenze all'ultimo sangue.

Ogni stradina e sentiero era costantemente battuto dal tiro d'artiglieria: una colonna austriaca di 500 rincalzi che marciava verso la prima linea, in una notte fu ridotta a soli 40 effettivi giunti alla meta.

Nei pressi di una delle tante trincee scavate sulla dorsale centrale

Un improvviso fronte nuvoloso ci imped� la vista dal punto dal quale sarebbe stato possibile ricostruire tutti gli scenari principali della battaglia: mi dovetti accontentare di scattare al simpatico nuvolone....

Le nostre speranze di avere l'agognata visione panoramica dello scenario andavano scemando assieme a quelle dell'ignota visitatrice di abbronzarsi...sullo sfondo, il sacrario con le bandiere austriaca ed italiana

Sulla via del ritorno, si apre uno squarcio tra le nubi, ed appare il m. Pal�n (Gianni, se ho sbagliato, non volermene) con una costruzione militare ancora in piedi, che all'epoca serviva per dirigere il tiro dell'artiglieria; sullo sfondo, appena accennata, un'ansa del Piave

Con un'ottica pi� corta, ancora il Pal�n, tra cielo azzurro e nubi fosche

L'amico, un po' sconsolato per non esser stato in grado, causa meteo, di mostrarmi e spiegarmi l'intero scenario: ma in realt� io ero contentissimo anche cos�. D'accordo, la parte descrittivo-didascalica � stata per forza di cose contenuta, ma l'atmosfera, la suggestione e - lo ammetto - la commozione per quei tempi tragici ed eroici, c'era tutta.

Un ultimo scorcio sull'altopiano di Asiago (spero!!!), teatro di una battaglia assai pi� breve, dopo la quale gli austriaci decisero di concentrare gli sforzi sul Grappa ed il Piave.