QUOTE(PAS @ Jan 12 2013, 06:01 AM)

Dico la mia:
Fatto salvo l’intento pro bono di Carlo e non considerando sia le enormi difficoltà di gestire un’iniziativa del genere sia di tenerla al riparo da furbetti ed opportunisti, mi sembra che il grosso problema sia un altro:
Se il fotografo pro decide di vendere la sua attrezzatura significa che la sua attività non è sufficientemente redditizia e quindi rinuncia di fatto a proseguirla.
Un aiuto economico gli consentirebbe momentaneamente di conservarla ma dopo poco tempo il problema si ripresenterebbe.
D’altronde se la crisi ha ridotto la sua possibilità di lavorare non è sufficiente qualche euro per risolvere il problema.
Più che un occasionale aiuto economico sarebbe auspicabile realizzare una rete di collaborazione tra fotografi professionisti (il web in questo caso può aiutare molto) in modo da poter meglio distribuire le opportunità di lavoro. Attualmente c’è chi lavora molto e chi (anche perché risiede in zone che risentono maggiormente della crisi economica) non ne ha affatto.
Ovvio che anche per fare questo occorre bandire gli egoismi e mettere in campo un maggiore spirito di solidarietà
Valerio
Esattamente quello che intendevo io dicendo che il mercato è mercato. Io non giudico il buon cuore di chi ha aperto il topic (tanto di cappello), ma rimango perplesso della sensatezza dell'idea (ovviamente dal mio solo punto di vista personale).
Non si può fare una casistica particolareggiata, ma resta il fatto che il mercato decreta chi ce la fa e chi no. Se uno fallisce, anche con tutte le capacità del mondo, evidentemente ha sbagliato qualcosa o non si è trovato in condizioni favorevli e non saranno gli aiuti a cambiare le cose. E' brutto, ci piange il cuore, ma è così.
Per quanto mi riguarda sono un sostenitore della condivisione (al punto che lo sforzo -utopico al massimo- che dovremmo fare per me non è istituire aiuti ma creare un mondo senza denaro), ma anche una rete di collaborazione non sarebbe esente da critiche e problemi. Se io cliente scelgo un fotografo è perchè voglio il suo lavoro. Se quel fotografo ha tanti impegni (evidentemente se li sarà meritati e i clienti lo vogliono) può consigliarmi di rivolgermi ad un altro, ma non può affidargli di sua iniziativa il lavoro che io ho commissionato a lui. E come la mettiamo con la libera concorrenza? Salvare i pro avviati al fallimento mi dà l'idea che equivalga a chiudere le porte a chi ha il diritto di entrare nel mercato e potrebbe emergere prendendo il suo posto (o perché no, la sua attrezzatura!). Aiutarsi va bene, creare una casta non proprio. Non si può mantenere, a suon d'aiuti, un settore saturo di operatori che non ce la fanno sfavorendo e tagliando fuori chi non è ancora professionista (a proposito, come si decreta lo status di professionista? Basta l'attrezzatura? Ci vuole la p.iva? E' necessario un curriculum?) e non avrebbe diritto ad aiuti. E scusate la franchezza, basta andare in giro, sia per strada che sul web, per vedere una marea di professionisti dalle qualità davvero dubbie. Non auguro il fallimento a nessuno, ma se fossero sostituiti da gente più capace sarebbe un bene per la qualità e per la fotografia. Il "mercato" (ne faccio una questione di settore, non di soldi) ha bisogno di essere vivo, non di stagnare.
Da appassionato ad esempio mi fa sempre dispiacere leggere di qualcuno che ha subito il furto di materiale. Riesco a comprenderne il dispiacere condividendo la passione, sapendo che a volte per comprare un pezzo ci vogliono anni e sacrifici. Ma la passione è una cosa, il professionismo un'altra. Se il pro non riesce a mantenersi il lavoro può tornare ad essere un amatore appassionato come noi e cercare altro per campare (di questi tempi è dura, lo so). Niente gli vieta di fotografare anche senza il super corredo professionale. Non ha senso che siamo noi a permettergli di mantenerlo. Dovergli addirittura salvare il posto con soldi a vuoto... siamo (anzi siete) fotografi (liberi professionisti inseriti nel mercato) o l'alitalia?