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NikonClub.it Community > COMMUNITY ACTIVITIES > NIKON SUSHI BAR
vz77
insomma siamo alle solite. gira una foto di laszlo balogh di reuters che ritrae una scena dove la polizia malmena famiglia di migranti.
un video invece mostra come il marito getti a terra mogli e figlia.
ora il fotografo, probabilmente ha inviato tutto a reuters e reuters decide di pubblicare solo quello scatto. a quanto invece dicono i giornali i fotografi hanno scattato solo nel momento in cui la famiglia è fra i binari.
questa una delle foto che ha fatto vincere il pulitzer 2016 a reuters e una delle foto che spopola sul web new york times e tutti i network del mondo.
in ogni caso...se questo è fotogiornalismo ripeto che sia inutile farne un premio internazionale se la verità non viene prima investigata.
inoltre ,da quanto riportano i media, i migranti vengono seguiti da frotte di fotoreporter da 40 giorni. non sarebbe il caso di farli seguire da truppe di soccorso umanitario invece che da mercificatori di immagini che con passione hanno deciso di fare della loro vocazione un mestiere che purtroppo lucra con il dolore?
oltre alla foto di laszlo ce ne sono altre molto ben composte e con ottima scelta di diaframma ed esposizione. grandi composizioni di famiglie con bambini piangenti etc.
insomma questa forma di fare arte con la mercificazione storica e dei drammi personali meriterebbe dei fotografi un po' meno attenti alla forma, e più attenti alla verità.
ma siamo pronti a premiare la banalità della verità? o i fotografi per forza devono diventari virtuosi dell'immagine, che sia falso storico o realtà postproduzione purché sia bella in sé?

http://www.repubblica.it/cultura/2016/04/1...tori-137923130/
buzz
Intanto io mi domanderei chi è che assegna i pulitzer, ma il discorso si amplierebbe.

si premia la foto. La cronaca, l'impatti emotivo.
Che poi uno nella stessa foto ci veda la violenza dei poliziotti, o l'amorevole cura degli stessi a sollevare da terra una donna, poco importa.
Lui era la, in un momento concitato, e ha ripreso la scena.
I giornali (e i giornalisti) poi ci ricamino sopra quello che vogliono, tanto la realtà la si può manipolare a piacimento, filmati compresi.

Su chi segue i migranti, stai tranquillo che hanno anche le frotte di aiuti umanitari.
Ognuno con il suo mestiere,
Del resto Robert Capa, per citarne uno, non so se girasse armato, ma di sicuro imbracciava più la fotocamera che un fucile, ma stava lì per quello.
A sparare ci pensavano gli altri milioni di soldati.

La verità? e chi la conosce? Anche i libri di storia ti fanno apparire dei terroristi come eroi della patria, o degli eroi come terroristi.
E tutto questo solo in base al punto di vista dell'editore, o di chi ha vinto la guerra,
vz77
QUOTE(buzz @ Apr 24 2016, 09:27 PM) *
Intanto io mi domanderei chi è che assegna i pulitzer, ma il discorso si amplierebbe.

si premia la foto. La cronaca, l'impatti emotivo.
Che poi uno nella stessa foto ci veda la violenza dei poliziotti, o l'amorevole cura degli stessi a sollevare da terra una donna, poco importa.
Lui era la, in un momento concitato, e ha ripreso la scena.
I giornali (e i giornalisti) poi ci ricamino sopra quello che vogliono, tanto la realtà la si può manipolare a piacimento, filmati compresi.

Su chi segue i migranti, stai tranquillo che hanno anche le frotte di aiuti umanitari.
Ognuno con il suo mestiere,
Del resto Robert Capa, per citarne uno, non so se girasse armato, ma di sicuro imbracciava più la fotocamera che un fucile, ma stava lì per quello.
A sparare ci pensavano gli altri milioni di soldati.

La verità? e chi la conosce? Anche i libri di storia ti fanno apparire dei terroristi come eroi della patria, o degli eroi come terroristi.
E tutto questo solo in base al punto di vista dell'editore, o di chi ha vinto la guerra,


beh sul discorso della Verità è logico, ma il fatto di non conoscerla, o che sia univoca o meno, è questione che tocca anche la filosofia. qui si parla di deontologia professionale. se vedo un bimbo che pesca fra i rifiuti del cibo assieme ad un avvoltoio, non vendo l'immagine come se l'avvoltoio stia aspettando che muoia il bimbo per cibarsene.
qui è lo stesso. un padre per fuggire dalla polizia butta a terra la moglie e il bimbo che quasi si rompe la testa sui binari. non vendo l'immagine come se la polizia stesse malmenando la famiglia gettandola sui binari.
qui il discorso sulla Verità non è filosofico: è puro travisamento dei fatti. falsa testimonianza.
poi capisco che tu voglia difendere la posizione del fotoreporter. non sono certamente tutti così. e le responsabilità probabilmente non sono di chi con occhio e mano scatta una raffica che documenta la serie completa, o un singolo scatto che può travisare del tutto la scena. ma c'è una bella differenza se durante una rissa compare un solo scatto dove si vede un bambino a terra in mezzo alla polizia. o se si vede la foto dell'attimo prima del bambino che inciampa e cade da solo.
insomma la loro arte certi reporter dovrebbero metterla nel momento vero.
mikifano
non chiederti chi sceglie i fotografi di Reuters.. ma per cosa sono pagati!!!
queste sono scelte dell'editore, anzi del padrone dell'editore: Rothschild
basta qualche ricerca su internet e trovate... ( esempio )

non aggiungo altro perché esula dalla fotografia.....
vz77
QUOTE(mikifano @ Apr 24 2016, 11:10 PM) *
non chiederti chi sceglie i fotografi di Reuters.. ma per cosa sono pagati!!!
queste sono scelte dell'editore, anzi del padrone dell'editore: Rothschild
basta qualche ricerca su internet e trovate... ( esempio )

non aggiungo altro perché esula dalla fotografia.....


purtroppo anche per la letteratura è ed è stato così; una dura lotta fra l'integrità e indipendenza dello scrittore e le necessità commerciali e/o manipolatorie dell'editore. a volte nel giornalismo ci si riesce a scollare dal ruolo di burattini. forse i fotogiornalisti fanno più fatica di altri. ma da lì ad esserne vittime inconsapevoli...non saprei. fino a quando non esiste l'anonimato riguardo alla fotografia, così come agli articoli giornalistici, le velleità artistiche sono sempre in agguato. io sbarcherei il lunario per padroni così manovratori. a patto che il mio nome non compaia sotto la foto prescelta di turno. a tutela della mia integrità. ovviamente sono discorsi 'teorici'. non scrivo di politica su quotidiani. non mi occupo di foto 'di regime'. in ogni caso probabilmente di certi premi definiti fotografici se ne potrebbe fare a meno quasi quanto dei nobel.
mikifano

Concordo vz77...
...a me viene meglio mangiare pane e cipolla che fare una foto falsa a fine propagandistico e guadagnare bene!
più volte alcuni giornali e/o politici locali sono stati sbugiardati da foto mie..... (per interposta persona, visto che ho di fatto abbandonato la politica intesa come la intendono tutti)
michelesala75
la sequenza video secondo me, porta alla luce una problematica ancora piu' complessa del "e' il migrante ad essere cattivo o lo e' la polizia"
Quello che si vede nel vdeo e' la realizzazione di una "scena madre", con l'uomo che getta moglie e figlio sui binari, e lui si getta con loro, e alla fine afferra coi denti la manica della donna quando la polizia lo allontana (senza malmenare nessuno peraltro) Disperazione vera? si' forse.
A me viene da chiedermi se questa serie di tragici eventi sarebbe successa anche senza la presenza di cosi' tanti fotografi e cameran, oppure se alla fine tutti, dal migante alla pulitzer, stiano cercando di usare la fotografia per un proprio scopo.
vz77
QUOTE(michelesala75 @ Apr 24 2016, 11:57 PM) *
la sequenza video secondo me, porta alla luce una problematica ancora piu' complessa del "e' il migrante ad essere cattivo o lo e' la polizia"
Quello che si vede nel vdeo e' la realizzazione di una "scena madre", con l'uomo che getta moglie e figlio sui binari, e lui si getta con loro, e alla fine afferra coi denti la manica della donna quando la polizia lo allontana (senza malmenare nessuno peraltro) Disperazione vera? si' forse.
A me viene da chiedermi se questa serie di tragici eventi sarebbe successa anche senza la presenza di cosi' tanti fotografi e cameran, oppure se alla fine tutti, dal migante alla pulitzer, stiano cercando di usare la fotografia per un proprio scopo.


sì capisco quel che dici, in fondo è quello che alcuni giornali sostengono proprio in merito alla foto in questione. la foto in ogni caso è stata un pretesto per parlare del tema della falsificazione, poiché in sé non è stata quella la foto 'decisiva' per la vittoria del premio poi dato alla reuters e non al fotografo. in ogni caso è risaputo che la presenza dei media alteri la scena, e questo in ogni caso (che siano fotoreporter o videoreporter o giornalisti o forze dell'ordine). il 'problema' è ampio, in ogni caso con il potere che hanno ora le immagini (i testi lo hanno un po' perso), sono in tanti ad atteggiarsi spontaneamente di fronte ad una camera anche per il semplice fatto che essendo ripresi vogliono mostrare o gridare con maggior 'convinzione' (oppure nascondersi per pudore, e il nascondersi per non essere ripresi al nascondersi come 'simbolo di debolezza umana' è anchesso doppiamente manipolabile - insomma una volta che c'è la foto andrebbero discussi i messaggi che lancia prima di pubblicarla, soprattutto se è giornalismo). il soggetto ripreso mette in scena, recita, con finalità ambigua una scena che poi il direttore di testata può trasformare in racconto a proprio vantaggio o svantaggio in base allo scatto. certamente il caso non è scandaloso in sé, perché in fondo il fotografo in questo caso non ordina ai soggetti di ripetere una scena accaduta poco prima. non costruisce la scena ma ne documenta solo la parte che 'fa comodo' (che sia lui o il direttore è un'altra questione - che faccia comodo perché 'bella in sé' o perché lanci messaggi politici di comodo è un'altra questione ancora). i casi in cui c'è pure un montaggio preordinato (come in alcuni casi si dice sia successo con capa) è forse perfino meno grave di questo, perché quando c'è un 'copione' che imita il fatto accaduto, la trama è preordinata e si replica ciò che realmente è accaduto. quindi la foto non è dell'attimo reale, ma una ricostruzione. ma la verità del fatto resta.
in questa foto invece (come quella che citavo più celebre dell'avvoltoio che sembra aspettare che muoia la bimba) la documentazione è palesemente parziale e modifica completamente il significato del fatto che stava lì accadendo. insomma questa è una menzogna storica, non è una ricostruzione storica.
quanto dice poi @mikifano gli fa onore. alla fine al mondo d'oggi è considerato un lusso il potersi permettere la libertà intellettuale. in realtà dovrebbe essere una priorità. purtroppo la verità non paga in certi contesti. anche se quando diventi fotoreporter di livello, le bellissime foto puoi farle anche raccontando il vero. il problema in quest'ultimo caso è che spesso la verità è 'banale' e non interessa al pubblico quanto un'immagine 'forte' che tocchi i cliché con cui di solito giocano (potendolo fre) gli artisti che però si dedicano alla letteratura o alla scenografia al teatro o altre arti, non certo al fotogiornalismo.
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