insomma siamo alle solite. gira una foto di laszlo balogh di reuters che ritrae una scena dove la polizia malmena famiglia di migranti.
un video invece mostra come il marito getti a terra mogli e figlia.
ora il fotografo, probabilmente ha inviato tutto a reuters e reuters decide di pubblicare solo quello scatto. a quanto invece dicono i giornali i fotografi hanno scattato solo nel momento in cui la famiglia è fra i binari.
questa una delle foto che ha fatto vincere il pulitzer 2016 a reuters e una delle foto che spopola sul web new york times e tutti i network del mondo.
in ogni caso...se questo è fotogiornalismo ripeto che sia inutile farne un premio internazionale se la verità non viene prima investigata.
inoltre ,da quanto riportano i media, i migranti vengono seguiti da frotte di fotoreporter da 40 giorni. non sarebbe il caso di farli seguire da truppe di soccorso umanitario invece che da mercificatori di immagini che con passione hanno deciso di fare della loro vocazione un mestiere che purtroppo lucra con il dolore?
oltre alla foto di laszlo ce ne sono altre molto ben composte e con ottima scelta di diaframma ed esposizione. grandi composizioni di famiglie con bambini piangenti etc.
insomma questa forma di fare arte con la mercificazione storica e dei drammi personali meriterebbe dei fotografi un po' meno attenti alla forma, e più attenti alla verità.
ma siamo pronti a premiare la banalità della verità? o i fotografi per forza devono diventari virtuosi dell'immagine, che sia falso storico o realtà postproduzione purché sia bella in sé?
http://www.repubblica.it/cultura/2016/04/1...tori-137923130/