QUOTE(nikosimone @ Mar 14 2018, 01:24 PM)

sicuramente l'approccio è molto diverso.
il tuo approccio al festival degli aquiloni mi sembra duplice: "sportivo" e ritrattistico.
invece di fotografare tutti (o quasi) gli aquiloni e tutti i concorrenti io farei qualcosa di molto diverso:
mi sceglierei un personaggio e seguirei lui, la sua preparazione, magari qualche riparazione dell'ultimo minuto, la sua esibizione, l'impacchettamento, le chiacchiere con gli altri...
per questo approccio hai bisogno di presentarti prima, di spiegare, di parlare, chiedere, conoscere il tuo personaggio e farti conoscere, scambiarsi anche confidenze per cercare di instaurare un minimo di intimità.
è come se tu volessi documentare l'avvenimento ed io raccontare una storia.
Infatti, io (che fra l'altro ho, in un certo senso, proprio quel "compito", al Festival) voglio (e, come detto, "devo"

) documentare "la storia dell'evento" e un certo numero di "mini-storie" al suo interno, che sono le "storie dei sotto-eventi" (come il Volo Notturno, o la Notte dei Miracoli, o i vari "parties", o gli "spettacoli" nell'Arena Centrale). Se vai a vedere, troverai comunque dei "fil rouge" legati a determinati personaggi, o "gruppi" di personaggi, all'interno della meta-cornice del Festival. E comunque non riesco MAI a documentarli "tutti": l'anno scorso c'erano più di 200 "aquilonisti ospiti" da tutto il mondo, sarebbe stato francamente impossibile anche solo "documentarli" TUTTI, nonostante io rimanga al Festival per tutti e 10 i giorni.
E, ovviamente, ancor meno riesco a documentare "tutti gli aquiloni", visto che ognuno dei partecipanti ne porta DECINE.

Se penso al tuo tipo di approccio in una simile situazione, mi sembra di "trascurare" talmente tante cose strabelle che proprio mi vengono i brividi.

Poi con gli aquilonisti ci passo un sacco di tempo... a chiacchierare, a farmi spiegare gli aquiloni, i simboli, la costruzione e altro. Ma in quei momenti non mi sogno nemmeno di fotografare. Quando fotografo, loro "sanno" che sono lì, ovviamente. Ma non mi posso, né voglio, avvicinare molto, primo perché potrei "disturbare" la performance, o la loro concentrazione (e ti garantisco che per far volare certi aquiloni, oltre che per non andare a "intrecciarsi" con gli altri millemila oggetti nel cielo e relativi fili, questa è INDISPENSABILE...), e poi perché secondo me, a parte pochissime situazioni, l'uso del wide mi "porterebbe in campo" di gran lunga troppe cose, che io NON VOGLIO avere in campo.
Ah, un'ultima cosa... Non so cosa tu intenda per "sportivo", ma, in ogni caso, nel Festival di Cervia non c'è ALCUNA competizione... Tranne, quando il vento lo permette, i "combattimenti" di Rokkaku, un particolare tipo di aquilone esagonale, di origine giapponese, che viene usato anche per questo. Ma è del tutto informale, anche se accesissima, e non c'è nessun premio, se non il divertimento. Ma durante queste "battaglie", che si svolgono nell'Arena Spettacoli centrale, NON PUOI entrare a fotografare, perché i movimenti sono tanti e veloci e bruschi, e loro seguono GLI AQUILONI, non te... e se ti ritrovi fra i piedi ti mangiano vivo!

QUOTE(nikosimone @ Mar 14 2018, 01:24 PM)

P.S. per l'autore del post.
Queste chiacchiere potrebbero sembrarti fuori tema ma in realtà non lo sono: una macchina ed un obiettivo sono strumenti per un fine.
prima devi decidere il fine, poi puoi scegliere lo strumento più adatto.
Ogni consiglio che puoi ricevere è sempre "viziato" dalle proprie preferenze e finalità.
E come vedi io non saprei che farmene di un bighiera (per fare street, perchè il bighiera ce l'ho e lo adoro) così come Davide non saprebbe
che farsene di un 24mm (FF, per te su DX si parlerebbe di un 16mm).
Esatto... Per parafrasare quello che ha già detto Simone, "prima devi decidere il fine e la modalità, o "stile", di realizzazione, poi puoi scegliere lo strumento più adatto".