QUOTE(twinsouls @ May 24 2007, 05:58 AM)

Bravo Vincenzo, una serie di foto molto belle, rappresentative e poco "invasive". Mi piacciono molto. Mi hai "trasportato" l�... e lo avresti fatto ancora meglio se avessi accompagnato le immagini con un testo appropriato.

Bravo!

Ti scrivo di seguito il testo che ha accompagnato una mia mostra dedicata ai bambini di quest'isola affascinante.
Angeli Neri : i Bambini di Ilha
Ilha de Mo�ambique � un'isola lunga tre chilometri e larga 500 metri, ancorata a circa 3 km dalla terra ferma, alla quale � collegata tramite un ponte. Un tempo capitale della colonia portoghese dell'Africa orientale e centro di smistamento degli schiavi verso l'Europa e le americhe.
L'isola � architettonicamente divisa in due parti : la parte pi� bassa, resa tale dall'escavazione della pietra poi utilizzata per costruire i palazzi dei Portoghesi situati nella seconda parte, ospita il villaggio Makuti dai muri di terra e dal tetto di paglia dei nativi del luogo; la seconda parte � costituita dalla Citt� di Pietra, ex fiorente stazione commerciale e navale costituita da palazzi e chiese del periodo coloniale e dal Forte di S�o Sebasti�o.
Passeggiando lungo le vie di Ilha, tra questi palazzi dai colori dalle tinte pastello del giallo, del blu, dell'ocra, del verde; dagli intonaci scrostati e dai serramenti divelti, dai vetri rotti delle finestre e dai soffitti pericolanti, si respira ancora
l'atmosfera di un tempo passato, di un tempo in cui le colonie occidentali erano luoghi di grande fermento e di opulenza ma anche di drammi e di miseria per i popoli sottoposti all'epoca alla tratta degli schiavi. Forse � ancora questo retaggio che influenza la gente di Ilha e la porta ad abitare soprattutto la parte dell'isola dove ci sono le case di terra e paglia, e lascia praticamente abbandonata la zona degli edifici coloniali, dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanit� dal1991, testimoni di un passato di triste memoria. Ma quello che pi� affascina di questo luogo non � la sua architettura ma la sua gente ed in particolar modo i bambini. Ti seguono ovunque mentre percorri le vie ampie della citt� coloniale o i vicoli stretti ed angusti del villaggio. Ti seguono come " Angeli Custodi", pronti a fare da guida improvvisata, indicandoti la casa di un religioso o quella dove abita un italiano, oppure insegnarti la via pi� breve per arrivare all'albergo se ti sei perso. Sono allegri, malinconici, spiritosi.Ti guardano con quegli occhi neri e profondi che ti mettono in imbarazzo, e se pensi che uno su tre � sieropositivo e che invecchiare sar� un privilegio riservato a pochi di loro, ti prende un groppo alla gola. Ti chiedono se hai una penna o ti fanno vedere come son abili con una palla di pezza a farla girare per aria facendola rimbalzare sulle ginocchia. Ha volte si nascondono schivi dietro la gonna della madre o si mettono in posa come modelli quando li inquadri col teleobiettivo; si mettono a piangere spaventati davanti alla fotocamera o ridono imbarazzati coprendosi il volto con le mani. Sono " Angeli Neri ", i bambini e le bambine di Ilha, che ti seguono, che ti osservano da dietro il portone di un cortile o ti sorridono, sollevando un foulard, mostrando le guance cosparse di musiro, una sorta di crema di bellezza naturale ricavata dallo sfregamento di rami di una pianta e acqua. Piccoli "Angeli Neri" che ti seguono nel tuo girovagare e si aspettano unicamente da te l'emozione di poter scambiare qualche parola.
Vincenzo Tessarin