spero di farvi piacere nel regalarvi delle foto inusuali, di un posto incredibile immerso in 70 km di valle impossibile da solcare e con solo 200 mq di spazio piano.. quello che vedete in foto. si tratta di un monumento che è patrimonio dell'umanità ( sul sito dell'UNESCO m a se cercate su google.... leggete la storia..): è il minareto di JAM immerso nel cuore dell'afghanistan... ci sono passato sopra, e penso che non dimenticherà mai quel viaggio.



vi lascio quello che scrissi la sera dopo il rientro dal volo, nella speranza che vi faccia capire che a volte nella sfortuna, siamo estremamente fortunati. noi abbiamo un pregio di fronte a tanti.
Vediamo.
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mi ricordo un film..
un vecchio film dove con una magistrale fotografia si raccontavano storie di replicanti.. ed alla fine con enfasi tutta cinematografica questo pezzo di storia del cinema terminava così:
"ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... "
ci ho pensato ieri.
di ritorno da un volo nel nulla. di ritorno da un pezzo di mondo fatto di fuoco e di cielo che si fondono in strati di polvere sollevati dal vento.. e mi sono ricordato quelle parole e il termine della frase: "E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia..."
ho pensato che spesso ho trovato lacrime, molto raramente ho visto la pioggia.
ho pensato all'opportunità che ho, alle difficoltà che questa opportunità mi presenta ogni giorno.
temperature estreme, spazi immensi e tempo senza lancette.
il giorno e la notte sono scandite dal rumore del nulla.
niente per l'infinito. chilometri di terra ocra e di fiumi riarsi dal sole che lasciano ferite sul suolo da secoli.
ferite che indicano la violenza degli elementi, che indicano estemporanei mari in piena che durano come le effimere.
spazi vuoti, sabbia, arbusti e polvere.. rocce nere che sbucano dal suolo piatto come per ricordare che forze estreme arrivano dal basso a punire questa terra, martoriata dalla sublimazione che il vento ha sulle rocce.
penso mentre scrivo a quello che vedo, penso alla libertà, quella che stereotipando assumi al vento nei capelli.. poi mi rendo conto che qui non c'è nulla che ricorda la libertà. esistono palizzate, filo spinato, coperture di cemento e bastioni di terra.
mi rendo conto che vivo e che ricordo cose che altri non vedono. mi sento felice perchè sono un privilegiato. poi ci penso ancora, rotolandomi per trovare una posizione più comoda nel letto che inizia a riscaldarsi del calore del mio corpo. non sono un privilegiato. vorrei essere ignorante e non sapere, non vedere. il contrasto di questi sentimenti è nelle foto che vorrei fare. il fascino di luoghi che hanno visto passare alessandro il grande e la terribile crudeltà di un mondo inospitale che nessuno di noi può affrontare senza l'aiuto di chi conosce questa NATURA.
esiste un modo per considerare la vita nel nostro mondo.
un modo che ha a che fare con l'apparenza. qui tutto è vero e non appare. qui tutto muta e si modifica in funzione dei grandi movimenti del mondo che mi circonda. mari che diventano rivoli in una settimana, il blu del cielo che si trasforma in giallo nel giro di pochi minuti. l'alito delle brezze che si trasforma e travolge l'uomo e le sue invenzioni..
qui il ritmo della vita è raccontato da spostamenti di masse di acqua, da fioriture di pochi elementi, dal senso dei venti, dal dolore e dalla sofferenza di chi si muove per tratturi segnati come stecchini in mezzo al deserto..
la vita e la morte sono scanditi come gli elementi. non esiste un parametro di riferimento occidentale.
esiste un uomo che con un piccone scava una buca in mezzo ad uno spazio vuoto di 50 chilometri di raggio.
non ha nulla vicino a se che possa indicare un mezzo di locomozione che non siano i piedi. non ha nulla che possa identificare un bivacco.. ha il nulla intorno. eppure scava. ho la visione di questo uomo mentre provo a prendere sonno su un letto già troppo caldo.
la mia unica compagna è questa tastiera.. mi permette di ricordare. le vette, i colori.. il potere e la forza che non comprendiamo nelle nostre città. mi chiedo cosa facesse quell'uomo in quel pezzo di vuoto. come ci era arrivato, cosa beveva, come mangiava...... e mi considero fortunato perchè ho visto.
anche se non ho pioggia per far perdere le lacrime...
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia...