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Carlo Macinai
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Ci passiamo quasi per caso nell'estate del 2006; la meta è il Lago Tso Moriri (significa "lago delle montagne") destinazione piuttosto inconsueta al turismo, mai tradizionale, nel Ladakh. Inconsueta per la difficoltà a raggiungerla e per il tempo richiesto dal trasferimento: circa 200 Km con un passo da valicare ad oltre 5.300 metri.

Per arrivare all'alba al lago è gioco forza pernottare per strada e così dormiamo in un campo tendato gestito da un gentilissimo nepalese.

Il campo, di una decina di tende, confina con un piccolo appezzamento di terra... coltivato ad orzo: trovandoci a 4.300 metri credo sia una delle coltivazioni agricole più alte al mondo. Poco lontano, oltre il torrente, un gruppo di abitazioni. Sistemati i bagagli, i sacchi a pelo, le pile e le coperte, ci spingiamo fino al villaggio. La nostra guida, in uno stentato inglese, ci spiega che la terra fu donata dal governo indiano ad un gruppo di profughi tibetani negli anno 60.

E' così che scopriamo la scuola di Sumdho.

Ci vivono 64 bimbi con due insegnanti ed...un cuoco. I genitori sono via con le mandrie ed il villaggio è popolato solo dai bimbi e da alcuni vecchi.

Scattiamo cogliendo l'ultima luce.

Praticamente al buio vuotiamo l'auto di tutto quello di cui possiamo privarci e che pensiamo possa essere utile: saponi, shampoo, dentifrici, qualche capo di abbigliamento, medicinali d'uso comune.

Il giorno dopo, all'alba, partiamo per il lago.
Al ritorno, in serata, sentiamo un gran vociare e scopriamo i "nostri" bimbetti in acqua, i loro vestitini appesi ad asciugare, un'insegnante intenta a radere i maschietti... una felicità contagiosa: ci corrono incontro sorridendo,saltano,piroettano, con gli occhi e il loro sorriso sembrano dirci "Guarda, come sono bello e pulito...guarda!", ci prendono per mano trascinandoci verso il torrente, forse sperano che condividiamo il momento del bagno, ma no, grazie...Sorridiamo anche noi, siamo commossi da tanta allegria, non sappiamo cosa fare nè dire, siamo imbarazzati, ci lasciamo prendere per mano e portare dove desiderano...
Ti viene da pensare "Per così poco...", forse non abbiamo neppure lontanamente l'idea di cosa abbia significato per loro il nostro gesto,così spontaneo, noi che siamo abituati ad avere per casa bambini che hanno tanto e chiedono in continuazione, ai quali è concesso tutto o quasi, anche senza merito; bambini che non sanno usare le cosiddette "parole gentili", grazie, prego, per piacere; bambini capricciosi e rumorosi, che intervengono in ogni conversazione, anche fra adulti,perchè non gli abbiamo insegnato il senso della misura;bambini che non sanno più giocare "alle bambole" o "ai soldatini", che non sanno essere creativi... "Loro" invece sono così "naturali", s'inventano i giochi con quel poco che hanno a disposizione,un pezzo di legno e un cordino; "loro"guardano l'adulto prima di accettare un biscotto o un pezzo di cioccolato,poi a mani tese aspettano, ti guardano quasi senza capire; "loro" sono in 30 in una stanzetta, seduti per terra, fanno i compiti, leggono, scrivono, i più grandicelli aiutano i più piccoli e...non senti una mosca volare; educatamente, all'ora di cena, "loro"si alzano, non corrono, non urlano, non si spintonano...ma dove siamo? Eppure sono bambini!
Noi occidentali siamo sempre insoddisfatti e alla ricerca di qualcosa che ci renda "meno infelici": compriamo "cose" inutili, vediamo amici, organizziamo cene, andiamo al ristorante,al pub, al cinema,in discoteca, nei "villaggi vacanze", siamo delle anime in pena: forse dovremmo fermarci e guardare un po' di più in noi stessi; questa scuola e il suo villaggio sono un insegnamento per tutti, le tradizioni e i valori non si cancellano, ma si trasmettono:nel dormitorio dalle travi pendono delle barchette in carta con scritto "ship to Tibet"; a distanza di tanti anni questo popolo, grande popolo,non solo non vuole dimenticare le proprie radici, ma vuole con tutte le sue forze che i discendenti conoscano la storia e le tradizioni, mantengano usi e costumi, e sperino in un ritorno improbabile nella Terra da cui son dovuti fuggire..."loro" sì che hanno qualcosa di importante e valido in cui credere e uno scopo "vero" nella vita!

Questa è la storia. Se la volete rivivivere coi vostri occhi una mostra di fotografie della scuola di Sumdho e dei "suoi bambini" vi attende dal 12 Giugno al 13 Luglio a Casa Baladin a Piozzo (Cn).

Saremo lieti di incontrarvi a Piozzo, ogni domenica, fino alla chiusura.

In autunno la mostra sarà ospitata a Roma.

ignazio
Ho visto qualche tuo scatto qui sul forum veramente meraviglioso! guru.gif guru.gif Peccato non poterli visionare tutti insieme in questa splendida mostra! ..... Sono troppo lontano! mad.gif
I miei più sinceri complimenti! smile.gif

Ignazio.
mirko f.
QUOTE(Carlo Macinai @ Jun 23 2008, 07:56 PM) *
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Noi occidentali siamo sempre insoddisfatti e alla ricerca di qualcosa che ci renda "meno infelici": compriamo "cose" inutili, vediamo amici, organizziamo cene, andiamo al ristorante,al pub, al cinema,in discoteca, nei "villaggi vacanze", siamo delle anime in pena: forse dovremmo fermarci e guardare un po' di più in noi stessi



Bellissime e saggie riflessioni!
Se posso, aggiungerei anche lobotomizzati dal sistema....!
Ciao.
Mirko.
Gennaro Ciavarella
aspetterò l'arrivo della mostra a Roma grazie.gif
brusa69
Ciao Carlo, non credo di riuscire a passare ma ti faccio i miei complimenti e auguri per il successo della mostra.
stefanodicarlo
QUOTE(Gennaro Ciavarella @ Jun 24 2008, 09:24 AM) *
aspetterò l'arrivo della mostra a Roma grazie.gif


Dopo questo racconto non possò che aspettare anche io che arrivi la mostra a Roma! laugh.gif
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