QUOTE(TeleOpticus @ Oct 16 2008, 04:20 PM)

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Einar, per il punto 2)
Vorrei chiederti di chiarirmi le idee perchè non avevo preso in considerazione il fatto che il sensore è un componente elettronico e che funziona quindi con tensione e corrente elettrica sia pur minima, quindi non avevo neppure pensato al possibile "effetto calamita" per la polvere.
Andrò senzaltro a leggere altrove, ma visto che ci siamo puoi darmi una breve e veloce spiegazione in modo da capire meglio al volo perchè il sensore accumula una carica elettrostatica così rilevante?
Ti ringrazio anticipatamente,
Tony.
Ciao Tony,
partendo dal presupposto che ogni corpo dotato di carica elettrica genera un campo elettrico nello spazio circostante, qualsiasi particella dotata di carica presente nello spazio verrà attratta (o respinta), dal campo stesso.
Per definire la forza elettrostatica si può anche dire che una carica ferma (nel senso di immobile), genera un campo elettrico e che per effetto del campo una seconda carica risente di una forza.
Con l'otturatore aperto e il sensore sotto tensione, il campo elettrico generato (non ho mai calcolato l'entità della sua forza) è senz'altro in grado di attirare il pulviscolo atmosferico più minuto, soprattutto se smosso dalle correnti d'aria generate dalle "sperettate".
Il fenomeno di accumulo elettrostatico era molto ben evidente sui vetri esterni ai tubi catodici dei televisori/monitor CRT: passandovi una mano era possibile avvertire una sorta di "sfrigolio" dovuto alla scarica dell'elettricità accumulata. Il pulviscolo atmosferico era fortemente attratto dall'apparecchio in funzione, e si depositava progressivamente sulla superficie.
Il sensore di una DSLR, ovviamente, genera campi molto più deboli, ma sappiamo per esperienza che particelle anche minuscole possono "sporcare" i nostri scatti.
Per queste ragioni è molto meglio pulire il filtro passa basso in assenza di campi elettrici, quindi utilizzando la funzione apposita prevista dalla fotocamera.
Un saluto.
Einar