Beh, dopo tante guasconate posso anche cercare di fare il serio per due minuti...
QUOTE(dario- @ Nov 9 2008, 12:03 AM)

le opere "d'arte" queste sinceramente non le capisco neanche io...
Il fatto è che non c'è veramente nulla da "capire" e, questa volta, non lo dico per provocazione.
A differenza di quanto è stato in periodi precedenti l'Arte contemporanea si fonda proprio sul principio che l'opera non vada "analizzata e compresa", ma molto più semplicemente "vissuta come esperienza".
"L'effetto che fa", quello è il suo vero significato, senza dietrologie o intellettualismi spinti all'eccesso; un effetto che, inevitabilmente, varia da persona a persona, cancellando di fatto il principio che un'opera debba necessariamente avere un significato univoco.
Il problema vero è che questa impostazione si sposa malissimo con la mercificazione dell'Arte, perché consente ai mercanti del tempio (sono loro il vero guaio!) di spacciare qualsiasi monnezza giocando sull'equivoco.
Nota bene che Artissima NON È UN'ESPOSIZIONE MA UNA FIERA MERCATALE e sapete tutti meglio di me che oggi come oggi vende di più un libro di cucina scritto da una famosa e avvenente show girl piuttisto che uno scritto da un abilissimo ma sconosciuto cuoco di professione.
Inoltre c'è il problema che molti commercianti di presunta arte dal doppio cognome non distinguono un'opera da un frullatore, esattamente come molti dei loro clienti dal triplo cognome che acquistano di fatto soprammobili costosi solo per snobismo e per potersi vantare con i conoscenti.
Quindi quando c'è da tagliare pesanti giudizi con l'accetta sono volentieri il primo a mettersi in lista, ma sull'arte che si VENDE, non di certo sull'Arte che si produce.
A parer mio, sono due cose che non andrebbero confuse.
r.